KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

One Card Dungeon

6 min read

gioco per una persona
Autore: Barny Skinner
Editore: Little Rocket Games (www.littlerocketgames.com)

Su BoardGameGeek vengono indetti a cadenze regolari vari concorsi tra gli autori di giochi, per realizzare giochi print and play (da ritagliare e giocare) a titolo gratuito e spesso con limitazioni molto precise (per stimolare la creatività). Un esempio sono stati i concorsi per giochi composti da nove carte, e in questa direzione va quello per i giochi composti da una sola carta (direzione che non penso verrà ulteriormente percorsa), che per l’anno 2020 è stato vinto da “One Card Dungeon”, un gioco (esclusivamente per il solitario) di tipologia dungeoncrawler (si entra in un labirinto, si uccidono mostri, si raccolgono tesori e si arriva all’obiettivo finale).
Successivamente questo gioco è stato pubblicato attraverso una campagna di raccolta fondi su Kickstarter, lanciata da una casa editrice italiana e che aveva come oggetto un bundle di quattro giochi (tutti in formato ridotto) chiamato “Blue Collection”, contenente “Cyberdoom Tower”, “Insert Coin to Play”, “Short Circuit” e questo titolo; la campagna ha raccolto una cifra totale di € 19.353 da 723 sostenitori; ed ora lo si può trovare in vendita anche nei negozi. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i contenuti di questo gioco…
La scatola è molto compatta (e sottile, come quelle per due mazzi di carte) e contiene:
-una carta dungeon,
-due carte per i personaggi,
-dodici dadi a sei facce standard, in quattro colori,
-un blocchetto per salvare la partita in corso,
-due regolamenti (in inglese e italiano).
I materiali sono sostanzialmente buoni, anche se è difficile valutarli perché sono molto pochi (in pratica tre carte e dodici dadi); i dadi sono robusti, le carte hanno una bella grafica in stile “videogiochi 8 bit” e non conviene imbustarle dato che verranno manipolate poco (oltretutto le due carte delle classi in pratica non si usano, mentre la carta del dungeon ha un formato molto grande, difficile da trovare). Dato che è un gioco di una casa editrice italiana sicuramente conviene procurarsi l’edizione in italiano (che contiene anche le istruzioni in inglese), invece delle alternative (che per ora sono rappresentate soltanto da una edizione in spagnolo).
La preparazione è praticamente istantanea: si piazza la carta sul tavolo orientata in modo da avere il primo mostro in basso a sinistra, si mettono quattro dadi bianchi subito sotto, con i valori di partenza delle quattro caratteristiche (movimento, attacco, difesa e gittata), si mette il dado verde (il nostro personaggio) nella casella in basso a sinistra (sul valore dei punti vita di partenza, ovvero sei), si mettono due dadi rossi (i mostri) nelle caselle indicate sulla carta (sul valore dei punti vita dei mostri, ovvero due) e si può iniziare.
Lo scopo del gioco è quello di attraversare tutte e dodici le stanze che compongono questo dungeon sconfiggendo tutti i mostri, per ottenere lo Scettro di M’Guf-yn (ovvero un MacGuffin, un termine che in un film o un’altra opera consiste in un espediente narrativo che identifica un oggetto cruciale per i personaggi dell’opera, ma che non ha alcun significato per lo spettatore o, in questo caso, il giocatore). Notare che lo Scettro nella edizione Kickstarter è rappresentato fisicamente da un segnalino, mentre nella edizione in vendita nei negozi possiamo solo vedere rappresentato come immagine nel regolamento.
Durante il proprio turno il giocatore svolge queste fasi:
-Energia: si tirano i tre dadi neri e si decide come attribuirli tra movimento, attacco e difesa (i valori effettivi saranno la somma dei dadi bianchi e neri).
-Movimento: si può muovere il personaggio di una o più caselle in orizzontale o verticale (spendendo due punti movimento per ognuna) o in diagonale (spendendo tre punti movimento).
-Attacco: se si è entro la linea di vista e gittata (sempre due punti in orizzontale o verticale e tre punti in diagonale) si può attaccare un mostro, infliggendo una ferita se si spendono tanti punti attacco quanti sono quelli della sua difesa; avendo la possibilità si possono fare più attacchi. Notare che per avere una linea di vista si deve poter tracciare una linea tra un angolo della casella occupata dal proprio personaggio e un angolo della casella occupata dal mostro, senza attraversare ostacoli o altri mostri.
-Movimento dei mostri: in base alla capacità di movimento dei mostri (indicata in basso sulla carta) i mostri muovono in modo da portarsi alla massima distanza permessa dalla loro gittata o, in caso non riescano ad arrivarci, alla casella più vicina possibile.
-Attacco dei mostri: tutti i mostri che si trovano nella gittata per attaccare il personaggio lo fanno, sommando i loro valori di attacco e dividendo per la difesa del personaggio si ottiene il numero di ferite inflitte (esempio: due mostri con quattro in attacco contro un personaggio con difesa tre infliggono due ferite).
Se l’attacco dei mostri porta il personaggio a perdere l’ultimo punto ferita la partita è persa, altrimenti si procede con il prossimo turno.
Se il personaggio riesce a sconfiggere tutti i mostri, può passare al livello successivo, ma prima il giocatore può aumentare una delle caratteristiche di un punto (su un dado bianco) oppure guarire tutte le ferite del personaggio (riportandolo a sei). Poi può preparare il nuovo livello, girando opportunamente la carta e piazzando i mostri secondo quanto indicato. Se il giocatore arriva al dodicesimo e ultimo livello e uccide tutti i mostri, ottiene lo Scettro e vince la partita.
Dato che giocare di seguito tutti e dodici i livelli può essere impegnativo come tempistiche, dopo aver completato un livello è possibile utilizzare il blocchetto per scrivere i valori delle caratteristiche e della salute e mettere da parte il gioco, per poi riprenderlo in un momento successivo.
Come variante è possibile giocare con un personaggio appartenente ad una delle quattro classi (Paladino, Ranger, Barbaro o Mago), in pratica ottenendo un potere speciale (e quindi abbassando leggermente la difficoltà del gioco).
Come vedete le regole sono molto semplici (bisogna solo prestare attenzione alle regole di movimento dei mostri) e già dalla prima partita si capisce che non sarà un’impresa semplice vincere, dato che dodici livelli a difficoltà crescente non sono sicuramente una passeggiata. C’è una certa dose di fortuna, dato che molto dipende dal lancio dei tre dadi azione (tre “uno” non aiutano sicuramente e qualunque “sei” è un grande aiuto), ma c’è una discreta quantità di decisioni da prendere, a partire da come disporre i dadi e che cosa fare nel turno: i movimenti dei mostri sono automatici; quindi, la mossa va pensata anche nell’ottica di quali saranno le loro reazioni (quanti di loro attaccheranno e quanti danni subiremo, cosa che determina la sconfitta in caso di esaurimento dei punti vita). Anche al completamento del livello c’è la decisione se curarsi o aumentare una caratteristica: nel primo caso aumentiamo la nostra longevità, ma rimanendo con le stesse capacità contro mostri più forti, al contrario nel secondo caso abbiamo più possibilità, ma con un’autonomia ridotta.
Il gioco è sicuramente economico, tascabile (e si può giocare in spazi ristretti), semplice da imparare e rapido da giocare (per lo meno uno dei singoli livelli), la varietà non è il suo punto forte, dato che ogni livello è sempre uguale sia come disposizione degli ostacoli che come presenza dei mostri (ad anche il personaggio è sempre lo stesso, a parte l’abilità speciale di una delle quattro classi), ma l’elevata difficoltà dei dodici livelli fa sì che saranno necessarie molte partite per riuscire ad arrivare a completare la “campagna”, e visto il costo limitato (quasi nullo, se usate la versione print and play) alla fine abbiamo comunque un gioco dalla “resa” elevata.
Ed è sempre sorprendente cosa riescano ad inventarsi gli autori di giochi, anche con delle restrizioni così elevate come una sola carta e al massimo dodici altri componenti (in questo caso i dadi), ma in effetti possiamo sempre, con un po’ di fantasia, aggiungere tutto quello che serve.

Altri articoli correlati

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti