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Intervista con Enten Hitti

9 min read

“MISTICHE RIBELLI” è il nuovo disco dell’Ensemble Enten Hitti ed è liberamente ispirato a diversi correnti mistiche (sufi, essene, tibetane, occitane…) che nel corso dei secoli in diverse parti del mondo hanno veicolato, oltre ad una necessità di una ricerca spirituale personale, anche un forma indiretta di ribellione verso le istituzioni e le derive della civiltà. I testi, sia originali che antichi, parlano di una ricerca del sacro presente in ognuno di noi al di la di ogni connotazione o fede religiosa. Al di la dei nostri demoni e delle nostre ombre. Perchè “All’inizio era la gioia”.

Un viaggio sonoro nel misticismo

da Jalal ad din Rumi a San Francesco, dai mantra tibetani ai canti occitani.

Formazione
Carmen D’Onofrio: voce
Gino Ape: oboe, santoor, live electronics
Jos Olivini: piano, fisarmonica, table tube, hulusi, percussioni
Pierangelo Pandiscia: pietre sonore, chitarra, gong
Giampaolo Verga. violino

Ospiti speciali
Gianfranca D’Adda e Vicky Ferrara: Percussioni in “L’uomo di Dio” e Carne della stessa carne”
Nicolò Pandiscia: percussioni in “ L’uomo di Dio”
Vincenzo Zitello: viola, cello in “Carne della stessa carne” e “Our needs of consolation”
Dorothy Moscowitz Falaski: voce in “Our needs of consolation”
Tito Rinesi: voce in Carne della stessa carne
Theo Allegretti: pianoforte in Evren Mantra
Iaria Drago: voce narrante in “Oreade” e Mantra delle Onde”
Samatha Cinquini. Voce narrante in Mantra dele Ombre

Immagine di copertina: “Onirica” Olio su tela di Vito Taddeo.

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https://kultunderground.org/art/40530/

Intervista

Davide

Ciao Pierangelo e ben ritrovati sulle pagine di Kult Underground. La scorsa volta parlammo di “Via Lattea” (2022). Cosa è successo nel frattempo e come è nato questo nuovo lavoro, in quale continuità con il precedente e cosa sviluppando di nuovo lungo il vostro lavoro di ricerca?

Pierangelo

Dopo “Via Lattea” che era un lavoro nato dalla ricerca musicale abbiamo deciso di lavorare sul nuovo disco partendo dai testi. Come in Via Lattea, che era un viaggio nei culti e nelle geografie del “femminile”, in “Mistiche Ribelli” abbiamo fatto un viaggio nei testi mistici che piu ci parlano. Cosi Rumi incontra San Francesco, il buddismo tibetano danza con i manoscrittti del Mar Morto e un anonimo occitano canta da una rupe di Provenza.

Davide

Partiamo dal titolo, che sembra celare o suggerire qualcosa di ossimorico o contraddittorio. Di solito si pensa alla mistica o al misticismo come a un sentimento di contemplazione e venerazione del sacro o del divino al di là del pensiero logico, mentre per contro si pensa alla ribellione come a un sinonimo di rivolta o rivoluzione, magari armata e violenta, sicuramente aggressiva, benché esistano anche forme di docile rifiuto (Gandhi ne è stato il più grande esempio nel ‘900). Cosa sono dunque le mistiche ribelli da voi percorse in questo lavoro, specialmente in questo preciso momento storico?

Pierangelo

Una cosa che mi ha sempre molto colpito nelle figure dei mistici per cui provavo attrazione era la irriducibile ricerca di una relazione immediata con il sacro. Nessun intermediario. Nessun dogma. Solo una persona e il suo desiderio di andar oltre. Le vie mistiche che ci attraggono son fatte da persone che cercano la verità. Lontano dalle istituzioni. Fino alle estreme conseguenze. Con folle gioia. Questo aspetto lo trovo molto attuale e necessario. In un momento in cui le “narrazioni” dominanti sono sempre piu monocromatiche e manipolatorie la figura di un folle eremita che non accetta la verita ufficiale e cerca la sua verità e la sua gioia lo trovo decisamente rivoluzionario. Le mistiche ribelli sanno dire no!

Davide

Dall’introduttiva traccia “L’Uomo di Dio” alla conclusiva “Mantra delle Onde”, come si snoda idealmente il cammino mistico e ribelle di questo viaggio musicale?

Pierangelo

È un cammino sghembo. Senza un ordine logico rigoroso. Guidato dalle affinità elettive piu che dall’ordine geografico. La sola guida seguita è il ritmo dei titoli. Un titolo libero alternato ad un titolo con dentro il termine mantra. Come uno specchio. O una danza. Cosi apriamo con Rumi e il suono del santoor persiano per poi andare nei nostri mantra interiori dell’incanto con “Mater Mantra”. Proseguiamo con le suggestioni orientali buddiste, aperte dal suono di un gigantesco Satya Gong, di “ Carne della stessa carne” per approdare alle sequenze di piano ipnotiche di Evren Mantra (Evren in turco significa “infinito”). E cosi via. Passando dalle nostre ombre, fino ad arrivare alla pace del Mantra delle Onde che conclude l’album.

Davide

Oltre ai testi originali, ve ne sono alcuni liberamente ispirati a testi antichi quali il Sutra del Cuore, i manoscritti esseni del Mar Morto o un testo occitano di anonimo trobadorico. E poi il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi. Cosa li accomuna e come hanno contribuito alla costruzione e significazione di questo percorso?

Pierangelo

Come dicevo la sottile linea rossa che accomuna i testi è che semplicemente ci parlano. E parlano di un andar oltre. Parlano di una connessione fra uomo e natura, fra uomo e spirito. Parlano di bellezza. Cosi come parlano a noi forse possono parlare a molte altre persone… Da qui siam partiti. Abbiamo alternato testi delle tradizioni mistiche e testi nostri e alla fine semplicemente è uscito questo. E non ci dispiaceva!

Davide

La voce è quella di Carmen D’Onofrio, cantante lirica e insegnante che coltiva da sempre l’interesse per il teatro e la musica extracolta, spaziando dalla musica classica, anche contemporanea, al teatro di ricerca, alla popular music d’autore, alla sperimentazione musicale, già collaboratrice della Camerata Mediolanense. “La voce è una e infinita”… Quanto sono importanti in questo lavoro la bellezza e il potere della voce?

Pierangelo

Rispetto ad altri dischi in cui le voci erano diverse e davano colori diversi ai brani qui abbiamo deciso di puntare sulla coerenza stilistica. Quando abbiamo incontrato Carmen circa tre anni fa, ci siam trovati molto bene sia dal punto di vista musicale che umano ed è stato naturale affidare a lei il ruolo principale di cantante. Ruolo non facile. Abbiam lavorato su un’interpretazione non urlata. L’obiettivo era di rendere il senso dei testi con intimità. Cosi è stato!

Davide

Altra bella voce femminile avvolgente (“Our needs of consolation”) è quella di Dorothy Moscowitz Falaski, ex cantante della band losangelina di rock sperimentale e psichedelico “The United States of America” e della “Country Joe’s All-Star Band”. Com’è nata questa sua partecipazione?

Pierangelo

Grazie a Francesco Paladino abbiamo collaborato con Dorothy alla stesura di “Under an endless sky”, disco che ha visto il ritorno sulla scena di questa stupenda cantante. Da li è nata l’opportunità di suonare dal vivo con lei ad Angelica Festival a Bologna. Ricordo le sessioni di prova all’Elfo Studio nelle mitiche campagne piacentine. Anche in questo caso ci siam trovati in sintonia. Quindi è stato naturale proseguire la collaborazione chiedendo a lei di cantare un testo scritto da Luca Chino Ferrari e con una base ritmica di piano virtuale di Francesco Paladino. Poi in mix abbiamo pensato di asciugare la musica per dare maggior risalto al cantato. Cosi tolto il piano, ridotto all’osso l’arrangiamento è rimasto il puro canto! Ricordo inoltre che la collaborazione con Dorothy, Francesco Paladino, Luca Chino Ferrari e tanti altri amici musici è proseguita con la stesura di un disco ed un film “ MONASTIR” uscito or ora il 30 aprile 2025.

Davide

All’interno del cd c’è una frase che recita “In principio era la gioia”, la quale mi ha riportato a un libro del teologo ed ex frate domenicano Matthew Fox, tradotto in tutto il mondo, descritta come una delle opere più controverse del pensiero religioso contemporaneo e nondimeno influenti. Secondo Fox il sentimento dominante della spiritualità non deve essere un rattristato senso di colpa verso Dio secondo il millenario schema caduta-peccato originale-redenzione, che ha ridotto il cristianesimo a religione pessimistica, patriarcale e in passato violenta, bensì un positivo senso di riconoscenza verso il cosmo, la creatività e la bellezza del mondo. Vi siete riferiti a questo suo pensiero?

Pierangelo

In tutto e per tutto!!!

Davide

Mi interessa molto l’uso di strumenti musicali antichi (anche preistorici) e tradizionali di varia provenienza di cui fate uso, come il salterio ad arco, le conchiglie tromba e litofoni come le pietre sonore, il santoor o lo hulusi, un aerofono ad ancia cinese composto da tre canne di bambù inserite in una zucca. Come scegliete la strumentazione ideale per ogni brano, basandovi su quali principi condivisi? Qual è il vostro approccio di ricerca nello studio e nell’uso di strumenti così particolari?

Pierangelo

Gli strumenti delle origini e delle tradizioni conservano la memoria del senso originale della musica. Hanno la capacità di riportarci a quello che siamo. Questo è molto affascinante! In “Mistiche Ribelli” abbiamo fatto un uso molto parco di questa tipologia di strumemti. Scelti ed usati per dare un colore specifico ad ogni brano, cercando una coerenza sonora. Cosi Ne “L’uomo di Dio” basato su un testo di Jalal ad din Rumi abbiamo inserito il santoor persiano. In “Carne delle stessa carne”, originato dal “mantra del sutra del cuore” della tradizione buddista, abbiamo tenuto un fondo di un gigantesco gong nepalese. Ne “Le consolazioni delle ninfee” con testo di anonimo occitano del XII secolo abbiamo usato esclusivamenrte salterio ad arco e liuto. In “Oreade”, con testo arcaico del Cantico delle Creature di San Francesco recitato da Ilaria Drago, abbiamo cercato di rendere un atmosfera bucolica con flauti etnici e Hulusi. E cosi via…

Davide

La copertina riproduce un olio su tela di Vito Taddeo sicuramente ricollegabile al genere informale e i cui colori caldi rimandano alla pietra delle caverne delle incisioni rupestri ma anche al fondo oro bizantino, colore mistico perfetto per catturare ogni stilla luminosa anche nella semioscurità delle chiese. Cosa e come introduce e racchiude visivamente al vostro lavoro di musica, suono e parole?

Pierangelo

Hai colto esattamente il punto. Cercavamo un’immagine astratta i cui colori rendessero in modo “aperto” il fondo oro bizantino. Cosi abbiamo utilizzato un opera dell’amico Vito Taddeo che rendeva bene questa caratteristica di luce. In genere preferiamo immagini astratte che evocano senza rappresentare. Un po’ come la nostra musica. Evocativa piu che descrittiva!

Davide

Beethoven scrisse che “La musica deve far sprizzare il fuoco dallo spirito degli uomini” e che “La musica è la mediatrice tra la vita spirituale e la vita sensuale”. Che genere di mezzo è per voi e nel mezzo di cosa?

Pierangelo

La musica è un veicolo. Qualcosa che ti può portare verso altre dimensioni. Qualcosa che parte dal corpo e può portarti verso lo spirito. Ma anche che dallo spirito ti riporta al corpo!

Davide

Cosa seguirà?

Pierangelo

Certamente qualche concerto estivo Iniziamo il 23 maggio a Milano al Centro Internazionale di Quartiere, poi il 31 maggio al Festival Atmosfere sul lago di Bracciano e via via. Poi abbiamo un progetto con il videomaker e regista Federico Iris Osmo Tinelli. L’idea è di creare un ibrido fra video e film (un’opera di circa 50 minuti) sulla viandanza. In autunno uscirà un altro disco fatto in collaborazione con il percussionista e ricercatore etnomusicale Antonio Testa che vede la presenza di Riccardo Sinigaglia storico sperimentare elettronico, la voce “sciamanica” di Valentina Buroni e altro. Poi chissa…

Davide

Grazie e à suivre…

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