gioco per 2-6 persone
Autore: Gary Dworetsky
Editore: Contention Games (www.contentiongames.com)
In circolazione ci sono diversi esempi di giochi “4X” ad ambientazione spaziale (sia da tavolo, che digitali), ovvero dove si controlla un impero stellare e ci si confronta con gli altri giocatori attraverso l’esplorazione dello spazio (eXplore), la colonizzazione di nuovi pianeti (eXpand), il loro sfruttamento (eXploit), ed infine il combattimento (eXterminate). Elemento comune a quasi tutti è la complessità del gioco, e soprattutto la durata di una partita, che per svolgere in maniera soddisfacente tutti questi aspetti richiede come minimo un’ora per giocatore. Questo gioco parte dalle medesime premesse, con tanto di sei diverse fazioni che mirano al controllo della galassia, ma ha la particolarità che il tutto si svolge in un tempo decisamente più limitato (siamo più o meno sui venti minuti per giocatore).
Questo gioco è stato inizialmente pubblicato attraverso una campagna su Kickstarter, che ha raccolto la (modesta, in verità) cifra di 26.000$ su quasi 500 sostenitori, dopodiché è stato pubblicato anche attraverso i normali canali di vendita, ma in una edizione con tessere di cartoncino al posto delle miniature delle astronavi, e senza la possibilità di giocare in solitario (costituita dalla presenza un mazzo di carte per le azioni dell’avversario e una campagna di una ventina di scenari da giocare in successione). Ma vediamo nel dettaglio come è strutturato il gioco…
La scatola è di medie dimensioni (rettangolare) e contiene:
– vari mazzi di carte,
– un mazzo di carte di grandi dimensioni (per i pianeti),
– tessere di cartoncino,
– dischi di cartoncino (come segnapunti),
– una miniatura di plastica (lo Scettro),
– il regolamento (in inglese).
I materiali, ovvero le carte (che costituiscono gran parte del gioco) sono di buona qualità, robuste e molto ben illustrate (specialmente le carte dei pianeti), e notare che i mazzi già pronti per ogni fazione sono contenuti in apposite scatoline. Dato che verranno mischiate in continuazione conviene imbustarle (se non tutte, almeno le trenta che costituiscono il mazzo di un giocatore), ma notate che le carte sono ben 324 (più le carte dei pianeti), quindi difficilmente potrete far stare tutto nella scatola (a meno che non buttiate l’inserto di plastica) una volta imbustate. Dato che ci sono scritte in lingua conviene che i giocatori conoscano l’inglese (anche perché le scelte su quali giocare non possono essere condivise).
La preparazione è abbastanza rapida: ogni giocatore sceglie una fazione e riceve il suo mazzo di carte (per la prima partita conviene usare quelli già pronti), il disco segnapunti e sette tessere colonia. Si prepara la mappa disponendo i pianeti di partenza dei giocatori secondo una griglia differente a seconda del numero dei giocatori, e riempiendo il resto con carte pianeta coperte. Ogni giocatore pesca una mano di quattro carte, con l’opzione di poterne scartare per una volta un numero qualsiasi, e ripescandone fino ad ottenerne nuovamente quattro, poi aggiunge la carta Bluff alla mano (che andava tenuta separata). Si sceglie casualmente il primo giocatore (al quale va la miniatura dello Scettro e si può iniziare.
Una partita è organizzata su più turni, ognuno suddiviso in queste fasi:
– Produzione: ogni giocatore riceve tante risorse quanti sono i pianeti che controlla, più una (aggiungendo eventuali risorse dalle carte possedute). Dopodiché pescano una carta dal proprio mazzo e l’aggiungono alla mano.
– Comando: ogni giocatore (partendo da quello con lo Scettro e procedendo in senso orario) può muovere tutte le proprie astronavi (in base alla loro capacità di movimento) e giocare un’azione Sviluppo (oltre a quelle che possono avere in base alle carte giocate, quella standard è di colonizzare un pianeta adiacente ad uno già colonizzato, e quindi piazzarvi sopra uno dei propri segnalino Colonia, a patto però che non siano presenti astronavi o carte avversarie).
– Giocare le carte: tutti i giocatori scelgono segretamente una carta dalla propria mano, e la scoprono contemporaneamente, solitamente c’è un costo da pagare in risorse e questa azione permette di piazzare nuove basi, astronavi, o aggiungere strutture ausiliarie alle carte già giocate in precedenza. Se un giocatore non vuole giocare nuove carte o non può spendere risorse può giocare la carta Bluff per passare solo in una fase, oppure giocarla a faccia in su per indicare che per loro la fase è conclusa (si procede in questa fase con giocate successive fino a quando tutti i giocatori non hanno passato).
– Battaglia: ogni carta o astronave che abbia un valore di attacco può essere utilizzata per attaccare una carta o astronave nemica, e nell’ordine dello Scettro ogni giocatore dichiara attacchi e bersagli, che vengono risolti contemporaneamente, eliminando tutti i bersagli che ricevono tanti danni quant’è il loro valore difensivo.
– Fine turno: lo scettro viene passato al giocatore successivo in senso orario.
Se un giocatore alla fine del turno ha piazzato tutte le sue colonie, oppure ha un Favore (il punteggio registrato sul disco) di otto o più la partita termina (e viene dichiarato vincitore), in caso contrario si procede con un nuovo turno. Il Favore aumenta quando si conquistano pianeti avversari (o una delle loro capitali) e si perdono quando il nostro pianeta (o la nostra capitale) vengono conquistati dagli avversari (notare che anche un pianeta ha valori di attacco e difesa, e solitamente possono essere attaccati direttamente solo quando non ci sono altre astronavi a proteggerli).
In caso di parità di condizioni di vittoria si decide lo spareggio utilizzando in sequenza:
– Favore più alto,
– controllo del pianeta Capitale dell’Impero,
– controllo del maggior numero di pianeti,
– ordine dello Scettro.
Come potete vedere le regole sono tutto sommato semplici, la complessità viene determinata dalle varie particolarità che possiamo trovare sulle carte, e saranno queste (le quattro carte che formano la vostra mano) che detteranno le vostre opzioni ad ogni turno; opzioni che aumenteranno durante il corso della partita, potendo sfruttare i pianeti già colonizzati e le carte che avrete piazzato in precedenza. Le trenta carte che formano i mazzi precostituiti costituiscono un’ottima base di partenza, che vi permette di giocare fin da subito senza dover studiare tutte le carte, e allo stesso tempo la loro composizione stabile significa che vi potete divertire a studiarne le potenzialità partita dopo partita. E notate che l’aspetto del caso si applica solo alla pesca delle carte, dato che tutti gli scontri vengono determinati senza l’intervento della dea bendata (in altre parole, se perdete una battaglia non potrete incolpare altri che voi). In più avete altre 144 carte che potete utilizzare per variare i mazzi standard, esplorando diverse configurazioni, anche attraverso le diverse regole opzionali presenti nel regolamento, e quindi potrete gestire due fazioni, giocare a squadre, aumentare o diminuire la lunghezza di una partita (aumentando o diminuendo il Favore richiesto per la sua conclusione) e giocare una partita ad eliminazione (dove si aggiunge la condizione di vittoria di essere l’unico giocatore rimasto in gioco).
Difetti? Il gioco è fortemente competitivo, quindi tutto è basato sul confronto diretto con gli avversari, attraverso lo sviluppo di una flotta per difenderci dai loro attacchi e allo stesso tempo colonizzare il maggior numero di pianeti (cosa che ci porterà invariabilmente ad un contatto). Ma questa immediatezza fa parte della semplicità del gioco, che per avere una durata così contenuta deve necessariamente fare a meno di aspetti che portano lontano dallo scontro diretto.
L’aspetto del gioco in solitario è molto ben sviluppato, con una campagna ben narrata (e che si svolge su percorsi differenti in base alle decisioni prese dal giocatore), ma che non è disponibile in vendita ma solo attraverso la campagna originale su Kickstarter (ma su BGG sono disponibili i file, se uno si vuole autoprodurre le carte e stampare il regolamento).
In conclusione, con questo gioco abbiamo un’ottima alternativa a titoli dalla complessità, durata (e ingombro) a volte proibitivi (e dai costi non trascurabili), che purtroppo a livello di campagna Kickstarter non ha avuto un riscontro all’altezza dell’impegno e della cura proferite nella progettazione e nello sviluppo. Ma c’è sempre la possibilità di una nuova campagna per una espansione, con la quale recuperare il base e rendere giustizia a questo titolo.