KULT Underground

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Mini Rogue

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gioco per 1-2 persone
Autori: Paolo Di Stefano, Gabriel Gendron
Editore: Nuts! Publishing (www.nutspublishing.com)

Dal nome è facile intuire l’ispirazione di questo gioco: “Rogue” è stato uno dei primi videogiochi di avventura sull’esplorazione di un sotterraneo, con i classici mostri da combattere, posti a guardia degli altrettanto classici tesori; nato nel 1980 su mainframe Unix, è stato rapidamente convertito su molte altre piattaforme, conservando la sua natura di gioco dalla grafica essenziale (solo composta da caratteri ASCII) e dalle mappe generate in modo casuale (ogni volta che si gioca e ogni singolo livello è sempre differente).
La prima implementazione di questo gioco è stata assolutamente minimale: un “print and play”, (ovvero da scaricare gratuitamente, stampare e giocare) composto da sole nove carte (segnalini e dadi sono da recuperare da altri giochi), alla quale è seguita una versione più corposa (ma dalla stessa impostazione di base) pubblicata attraverso una campagna su Kickstarter, che ha raccolto più di 150.000$ su quasi 5.000 sostenitori; e successivamente la casa editrice Giochix ne ha pubblicato una edizione completamente in italiano.
Lo scopo del gioco (nato per una persona, ma la versione Kickstarter contiene tutto il necessario per giocare in due) è quello di recuperare un rubino dai misteriosi poteri, chiamato il Sangue di Og (“Og’s Blood”), così come nel Rogue originale lo scopo era trovare l’amuleto di Yendor (e fare tutta la strada a ritroso per uscire dal dungeon, cosa che qui ci viene risparmiata). Ma vediamo nel dettaglio come è strutturato questo gioco…
La scatola è abbastanza piccola (direi sicuramente “mini”) e contiene:
-tre plance in cartoncino,
-un mazzo di carte,
-pedine e cubetti di legno,
-dischetti di cartoncino,
-dadi a sei facce non standard,
-regolamento e due guide di riferimento (in inglese).
I materiali sono discreti, le plance e i dischetti sono belli spessi, cubetti e pedine nella norma, i dadi sono un po’ piccoli, ma hanno i simboli incavati (e quindi non rischiano di cancellarsi); le carte hanno una grafica stilizzata che ricorda le avventure per i primi home computer, e sono abbastanza robuste, ma conviene comunque imbustarle dato che verranno manipolate continuamente. Sulla maggior parte delle carte ci sono solo simboli, ma su alcune trovate delle scritte, per cui se non siete a vostro agio con l’inglese (e volete leggere il regolamento senza problemi) conviene acquistare l’edizione in italiano.
Notare che nella versione Kickstarter del gioco le plance hanno un doppio strato e sono incavate, in modo che i cubetti piazzati non si possano spostare accidentalmente.
Per la preparazione di una partita, si sceglie un personaggio, si imposta sulla plancia i suoi valori di partenza di punti vita, armatura, oro e cibo (si possono modificare in base a tre livelli di difficoltà addizionale). Si prende un dado dungeon e un dado personaggio (se ne aggiungeranno altri quando aumenterà il nostro livello o si riceveranno penalità come veleno o maledizione), si piazza il cubetto grigio sul primo spazio del primo livello del Dungeon, e si userà il cubetto rosso per tenere traccia dei punti vita dei mostri. Si mischiano le carte stanza e se ne mettono otto in un quadrato tre per tre, nell’ultimo spazio si piazzano tre carte Boss sopra alla carta “Og’s Remains” (ovvero il mostro che custodisce l’Og’s Blood). Si rivela la prima carta in alto a sinistra (la stanza iniziale), vi si piazza sopra il proprio segnalino e si può iniziare.
Nel proprio turno il giocatore dovrà seguire le indicazioni riportate sulla carta in cui si trova, e quindi si ritroverà ad affrontare un mostro in combattimento, superare una trappola, incontrare un mercante, esplorare una tomba o un altare, ottenere un oggetto speciale (se ne può portare solo uno) e altre situazioni. In molti casi dovrà fare un tiro abilità, lanciando i dadi personaggio e il dado dungeon, per conoscere l’esito e la ricompensa (o la penalità), mentre nel caso di un combattimento questo si risolve con diversi round all’inizio dei quali si tirano tutti i dadi, e alternando l’attacco del personaggio e l’attacco del mostro, fino a che il mostro non viene sconfitto (azzerando i suoi punti vita) o fino a quando il personaggio non perde l’ultimo punto vita (e quindi la partita termina con una sconfitta).
Quando è il turno in cui il giocatore attacca, si controllano i dadi personaggio sommando i valori ottenuti (notare che un risultato di 6 corrisponde ad un critico, e quindi si può aggiungere un altro dado, ma è opzionale, dato che con un successivo risultato di fallimento si rischia di annullare tutto il danno fatto con quel dado); si può decidere anche di spendere un punto esperienza o due punti vita per ritirare un dado, e il risultato finale consiste nelle ferite che si infliggono al mostro. Quando attacca il mostro si controlla il dado dungeon, con un risultato da due a cinque si subisce quel numero di ferite (riducendole del valore della propria armatura), mentre un risultato di sei fa subire il danno senza riduzione per l’armatura; inoltre, un attacco a segno fa subire tutti gli effetti particolari indicati sulla carta del mostro (come, ad esempio, il veleno o una maledizione, che possono causare ulteriori danni o penalità sui risultati fino a quando non vengono curate). Se si riesce a sconfiggere il mostro si riceve la ricompensa indicata, come punti esperienza o pozioni (che si possono usare solo una volta), e si può proseguire. Notare che c’è una regola opzionale per gli stili di combattimento: in sintesi ad ogni attacco si può scegliere fra tre approcci (Aggressivo, Bilanciato e Difensivo), ognuno con differenti vantaggi e penalità.
Una volta risolta la carta vengono scoperte le carte posizionate alla destra e in basso, il giocatore sceglierà su quale muoversi (se si è già nella colonna più a destra o nella riga più in basso la direzione è obbligata) e si procede affrontando la nuova carta (in pratica delle otto carte in ogni area se ne affrontano quattro). Quando arriva sull’ultima carta in fondo a destra, si passa all’area successiva, distribuendo altre otto carte in un nuovo schema; ma se l’area, sullo schema del dungeon, riporta un’icona con un teschio, allora alla fine dell’area c’è il Boss, sconfitto il quale si prosegue al livello sottostante. E questo è importante dato che i mostri diventano più forti man mano che si scende di livello, per cui prima di farlo bisogna accumulare punti esperienza (per poter usare più dadi), punti vita, armatura e cibo (ogni volta che si scende di livello bisogna consumare una razione, altrimenti si perdono tre punti vita). E si prosegue (sperabilmente) in questo modo fino al quarto livello, dove il Boss da sconfiggere è Og’s Remains, e se vi si riesce la ricompensa che attribuisce è l’Og’s Blood, che conferisce la vittoria al giocatore.
Le regole per due giocatori sono molto simili: ognuno sceglie e gestisce un personaggio (ci sono plance e dadi per tutti e due), se seguono vie differenti gli incontri sono identici al gioco in solitario, mentre se si ritrovano ad affrontare assieme un mostro, questo avrà caratteristiche maggiorate (come indicato sulla sua carta). In questa modalità il gioco è collaborativo: lo scopo rimane quello di arrivare a prendere il rubino, mentre se muore uno dei due personaggi la partita è persa per entrambi i giocatori.
Alla prova del tavolo questo gioco si rivela decisamente brutale, non tanto per i mostri, che fanno il loro sporco lavoro (riducendo abbastanza rapidamente i punti vita del personaggio), ma per la quantità di alea presente: dato che ogni situazione e ogni combattimento vengono risolti dal lancio dei dadi, è abbastanza facile passare da situazioni tranquille dove i mostri si gettano spontaneamente sulle vostre armi (tradotto: fate dei buoni tiri) ad altre decisamente più complesse dove finite con un punto vita, avvelenati e maledetti (tradotto: fate dei tiri bassi), ma data la natura del gioco (e le sue origini) tutto sommato è accettabile, e ci sono comunque delle decisioni da prendere: in ogni area ci sono tre bivi, ognuno con due carte (visibili), tra le quali scegliere; potete sempre decidere quando usare le abilità speciali dei personaggi, o sfruttare l’oggetto che avete trovato, oppure spendere punti esperienza o punti vita ritirando i dadi personaggio e se tentare o no la fortuna con i colpi critici. Ma per un giocatore che preferisce giochi più deterministici, questi elementi potrebbero risultare insufficienti ad attenuare la casualità presente.
Notare che gli autori hanno reso disponibile una web-app (all’indirizzo {www.mini-rogue-app.com), che tiene traccia di tutte le informazioni sulle plance e che può anche essere usata per lanciare i dadi, in pratica con essa si può giocare a Mini Rogue utilizzando le sole carte.
Per quanto riguarda la longevità, nella scatola base è presente una campagna, ovvero una sequenza di partite da giocare secondo determinate regole, collegate tra loro da una trama narrata in una serie di paragrafi. In più portando a termine con successo una partita si possono guadagnare abilità speciali di Esplorazione, Sopravvivenza e Combattimento (riportate sul retro della plancia giocatore).
Inoltre, di questo gioco sono state pubblicate anche tre piccole espansioni:
“Old Gods”: offerta assieme alla versione Kickstarter, consiste di cinque carte (tre stanze, un personaggio e un boss),
“Depths of Damnation”: consiste di 38 carte, ovvero sette stanze, tre personaggi, due boss e un mazzetto di carte “Lore” che, quando pescate, propongono una breve narrazione e una scelta da fare tra varie alternative,
“Glittering Treasure”: sono nove carte, uguali nella sostanza alla carta Tesoro e ai Boss presenti nel gioco base e nelle espansioni, ma realizzate con una tecnica olografica.
In conclusione, il genere dungeoncrawler nel corso degli anni è stato declinato in tantissime variazioni (e negli ultimi tempi, grazie a Kickstarter, c’è stato un deciso revival del genere), se state cercando una implementazione per una o due persone, dalle regole semplici, dal costo ridotto (quasi nullo nella versione print and play), con una durata contenuta (una partita ha una durata al massimo di mezzora) e dai componenti semplici che permettono una rapida preparazione (ancora maggiore se usate la web-app, ed in spazi ridottissimi), questo titolo è sicuramente consigliato. E poi, chi non ha mai ottenuto un uno di dado nel momento di dare il colpo di grazia al cattivo del dungeon?

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