Un romanzo autoprodotto, scritto da un musicista e cantante. La narrativa della giovinezza in terra tarantina, dei sogni in territorio pugliese. L’alter ego di Delacroix (pseudonimo), ovvero il personaggio centrale della sua breve opera prima è Palmiro Bellini; un alter ego a pieno titolo, un soggetto che ama scrivere e si definisce poeta e versi prova a mettere giù. La Memoria del mare è il frutto del vissuto nel classico stato d’insoddisfazione, e di ricerca costante del meglio dopo. Questa prima creatura di Stefano Delacroix propone anche caratteristiche significative, che mettono in condizione di seguire la narrazione. E si sente, inoltre, il rock uscire dalla pagine. Come in grandi amori, questo amore dell’autore è manifesto, anzi si manifesta in tutta la sua pienezza e nonostante sia (relativamente) messo in un angolo.
La trama è semplice da riportare. Palmiro Bellini è andato via di casa, in cerca di indipendenza, soprattutto economica. In una Taranto che sa molto di mare e di focacce, e di spiragli assolutamente fascinosi. “Una favola bella, – come scrive in prefazione il prof. Raffaele Pinto – in fondo, che si legge al ritmo di un convulso rock psichedelico ma si apprezza, alla fine, col sottofondo lento e cullante di una romantica canzone francese degli anni Sessanta”. Infatti, nella dinamica del testo è proprio un aspetto convivente, quella dose buona e giustissima di romanticismo, di quelle vergate di on the road, comunque. Quindi, Bellini è il perno, il poeta che non ama la disco ma preferisce bere, in discoteca. In maniera del tutto inaspettata, a un festino, incontra una bella ragazza polacca, una donna che tira fuori il suo cuoricino dall’alcol e lo fa saltellare bene bene. Meg, questo il nome della donna, fa ancora di più. Ma forse non è proprio lei la persona che condividerà fino al finale una parte del mondo di quest’illuso Bellini. Nell’ultima parte del romanzo si trova il colpo di scena, naturalmente. Ed è meglio non svelare niente.
La scrittura dell’autore tarantino ha bisogno, senza mezze misure, di crescere. E in quei giochi a più voci, nei dialoghi che si prende già la parte migliore d’essa. Dove Delacroix è più schietto, più minimalista anche, riesce a toccare bene l’attenzione.
Stefano Delacroix, in alcuni punti, riesce a fare atmosfera senza calcare troppo la mano. La Memoria del mare potrebbe essere la prima opera d’un percorso nel quale mettersi interamente.
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto Pomarico e vive in Lunigiana.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con Liguria Today, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali:
Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale.
Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
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