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Alberti Editore: una Chance per gli Autori Meritevoli

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Alberti Editore: una Chance per gli Autori Meritevoli

 

Una casa editrice seria che offre agli autori sconosciuti ma dotati di meriti stilistici e letterari la rara possibilità di farsi conoscere al grande pubblico, a distribuzione nazionale


Una breve storia della Vostra Casa Editrice e della sua collocazione sul mercato italiano.

La Casa Editrice è stata fondata nel 1986 ad Arezzo dal prof. Vasco Francesco Fonnesu, medico, specialista in cardiologia e semeiotica medica, professore universitario, con la passione e l’amore per la scrittura e la cultura in generale, che è stato direttore editoriale fino al 2003, anno della sua scomparsa. Fino dalla sua nascita la Casa Editrice si è dedicata prevalentemente alla pubblicazione di opere di Autori esordienti o con nomi non eclatanti nel panorama letterario nazionale. Questa scelta è stata fatta per dare la possibilità anche agli “sconosciuti” che però hanno meriti stilistici, letterari… di farsi conoscere.

Le nostre edizioni vengono distribuite in libreria a livello nazionale, anche se il mercato non lascia molto spazio ai piccoli e medi editori.

 

Quali sono al momento i Vostri punti di forza?

Attualmente stiamo continuando sulla strada intrapresa un anno fa circa, e cioè quella di rinnovo della grafica di copertina, personalizzando ogni copertina al volume: siamo un po’ come il sarto che realizza un abito su misura partendo dalla scelta del tipo di tessuto, modello… Inoltre stiamo ampliando i temi trattati dalle nostre collane, inserendo per esempio un filone giallo, uno di riflessioni sull’attualità in cui si parla di politica, di terrorismo, di culture diverse…

 

Parlateci di una iniziativa cui volete dare il massimo risalto, e alla quale tenete molto.

Siamo particolarmente affezionati al Concorso Letterario Nazionale di Letteratura per Ragazzi “C’era una volta…” giunto alla sua 15ma edizione, nato e gestito in collaborazione con il Comune di Monterchi (AR) e l’assessorato alla Cultura dello stesso comune Valtiberino.

Teniamo in modo particolare a questa iniziativa perché – a nostro avviso – è importante stimolare i giovani alla lettura proponendo cose nuove, racconti scritti con linguaggio e tematiche a loro vicine.Proprio per coinvolgere maggiormente i ragazzi, quest’anno il compito di giudicare gli elaborati pervenuti è stata affidata alle insegnanti e agli alunni delle scuole elementari e medie, e l’iniziativa ha trovato un’ottima accoglienza da parte di tutti.

Il concorso riservato a scrittori di qualsiasi età e nazionalità, purché gli elaborati siano in lingua italiana, è a tema libero. Gli elaborati, inediti devono rivestire le caratteristiche del racconto, della fiaba o della novella per ragazzi, essendo destinati a questi ultimi. Tra tutti gli elaborati giunti alla segreteria del Concorso ne verranno selezionati 10, i quali verranno pubblicati in un volume antologico edito dalla Casa Editrice e distribuito oltre che a tutti i partecipanti al concorso anche nelle librerie attraverso i normali canali distributivi. Il bando del concorso può essere richiesto direttamente alla Casa Editrice oppure al Comune di Monterchi (0575-70092).

 

I Vostri consigli a un autore esordiente?

Il consiglio che possiamo dare ad un esordiente è quello di non scoraggiarsi e di non arrendersi di fronte al primo “no”: spesso il cammino per arrivare ad una pubblicazione è lento e tortuoso, ma questo non deve scoraggiare, anzi ogni critica negativa, distruttiva che sia, deve rappresentare uno stimolo per migliorarsi, sempre che ci sia una base di partenza. Non ci si può improvvisare scrittori dall’oggi ad domani, importante oltre alla lettura è il saper trovare un proprio stile, che deve essere “personale” non l’imitazione buona o cattiva che sia di un altro.

 

Un esordiente come deve presentarVi un manoscritto?

La presentazione di un manoscritto è molto semplice: basta inviarlo per posta o per e-mail. Quello che raccomandiamo è che sia completo, poiché per poter esprimere un giudizio abbiamo la necessità di valutare l’insieme dell’opera. Ovviamente deve esserci allegato un recapito postale o un indirizzo di posta elettronica a cui inviare la risposta: se poi l’Autore vuole corredarlo con una breve lettera introduttiva e un sintetico curriculum la cosa è gradita ma non indispensabile.

 

Come può orientarsi un esordiente nella selezione delle case editrici a cui inviare il proprio lavoro?

Innanzitutto tutto deve cercare quelle che sono interessate a valutare opere di Autori esordienti, e in questo può trovare aiuto in alcuni siti tra cui “Il rifugio degli esordienti”, facendo così una prima cernita. Poi può andare a visitare i loro siti internet, vedere se il genere del suo manoscritto è presente nei cataloghi, e inviare una e-mail o lettera di presentazione del proprio lavoro ai prescelti.

Spesso comunque la scelta è quasi casuale.

 

Vi sentite di indicare qualcosa di particolare a un emergente circa la revisione dei suoi testi?

La nostra politica prevede un lavoro di editing, che però non è mai un’imposizione, ma un consiglio. A volte capita di dover suggerire dei tagli, o segnalare frasi poco chiare, discorsi troppo prolissi… ma solitamente ne parliamo insieme cercando la soluzione ottimale; in ogni caso la revisione non va ad influenzare lo stile dell’Autore, l’impostazione o il contenuto dell’opera. Chi scrive, non sempre riesce a vedere piccoli errori, ripetizioni… poiché il testo è “dentro” la sua mente e rileggendolo ci sono dettagli che sfuggono, per questo è importante il lavoro di editing, è una “toilette” indispensabile.

 

Quando è il momento per un autore esordiente di spedire la sua opera agli editori?

Per quanto ci riguarda non c’è un momento particolare, tutti i periodi dell’anno vanno bene: la cosa fondamentale è che l’Autore sia maturo per farlo, nel senso che deve essere preparato ad avere pazienza poiché i tempi di risposta non sono propriamente brevi, e soprattutto pronto per ricevere critiche costruttive o lapidari “non ci interessa!”

 

Ritenete che sia fondata l’utilità dei corsi di scrittura?

Un corso di scrittura può aiutare a migliorare le proprie capacità, a insegnare a dare un’impostazione corretta ad un lavoro, ma devono esserci delle basi, delle doti di fondo.

 

E il ruolo delle Agenzie Letterarie nel panorama editoriale italiano quale è? C’è da fidarsi?

A nostro giudizio le Agenzie letterarie – purché serie – assolvono un compito importante: fanno da filtro, da tramite tra Autore ed Editore, proponendo a questi ultimi testi già selezionati e che rientrano nelle loro linee editoriali. Inoltre per la nostra esperienza, abbiamo potuto accertare che seguono l’Autore anche successivamente alla pubblicazione, organizzando per esempio presentazioni all’interno di manifestazioni del settore.

C’è da fidarsi quando si tratta di Agenzie serie, che fanno il loro lavoro con passione e coscienza.

 

Cosa consigliereste di leggere a un autore esordiente per migliorare la sua formazione?

Importante è la lettura di per sé, poi si può spaziare secondo i gusti: autori classici, contemporanei, poesia, fantasy… semplicemente leggere e ancora leggere.

 

Domanda cruciale: Scrittori si nasce o si diventa? In breve quanto conta il talento di base rispetto a quanto si può eventualmente acquisire in seguito a livello di tecnica?

Scrittori si nasce nel senso che il talento di base ci vuole, così come spirito di osservazione, acume, fantasia… però non è tutto: ci vuole anche l’esperienza, la volontà continua, costante di apprendere, di migliorarsi. Le capacità che sono state donate vanno coltivate, stimolate, aiutate a crescere, con l’impegno si può migliorare stile, tecnica… diciamo che chi ha un talento di base ha percorso il 50% del proprio cammino.

 

Si dice che l’aver vinto dei concorsi letterari a volte sia un’arma a doppio taglio nei confronti delle case editrici. E’  vero? Insomma, giova o gioca a sfavore?

Per il nostro modo di vedere, la vincita o un buon piazzamento in Concorsi letterari, è un punto a favore. Noi stessi iscriviamo i volumi editati ai Concorsi letterari, perché indipendentemente dal risultato conseguito, si offre la possibilità all’Autore di farsi conoscere, apprezzare e criticare.

 

Tra centinaia di manoscritti che una casa editrice esamina, quali sono i particolari che possono significare la differenza?

Lo stile, la struttura, il modo di porre e sviluppare l’argomento hanno un ruolo importante, ma noi ci affidiamo maggiormente alle sensazioni che proviamo nel leggere un manoscritto. Un testo deve essere in grado di catturare l’attenzione fin dalle prime pagine, se non righe, e deve poi essere in grado di mantenerla, senza calare di tono, senza divenire prolisso, e scatenare quel qualcosa che ti costringe a leggere pagina dopo pagina fino alla fine.

 

Vi è mai capitato, come dire, di non dare considerazione a una giovane promessa, che poi magari è stata “scoperta” e lanciata da altre case editrici concorrenti?

Fino ad oggi no, ma non si può mai dire.

 

Si comincia a pensare che dopo il primo successo molti autori emergenti, dopo la prima pubblicazione, siano destinati a un flop quasi predestinato. Quanto influenza questo sulle Vostre scelte editoriali?

Poco, molto poco, forse perché fino ad oggi non si è ancora verificato nulla del genere, e ci sono Autori che sono giunti alla terza pubblicazione, mantenendo il riscontro di pubblico e critica della prima.

 

Siete dunque alla ricerca più di un valido professionista, altamente motivato, e capaci di vendersi bene, piuttosto che di un dilettante entusiasta. Me lo conferma?

No, poiché accogliamo entrambi nello stesso modo: in fondo l’entusiasmo è contagioso!

 

Autori continui, regolari, costanti, che scrivono con regolarità e che si suppone possano crescere fino a raggiungere un alto livello di professionalità e di bravura. Potrebbe essere questo l’identikit del Vostro autore ideale?

Non neghiamo che un Autore così sarebbe il sogno da raggiungere, però non dobbiamo dimenticare che è importante dare spazio anche a chi è alla prima esperienza: per una situazione ottimale ci vogliono entrambi.

 

E quando ne incontrate uno da cosa siete in grado di riconoscerlo? E soprattutto siete veramente certi di essere in grado di riconoscerlo?

La certezza completa non è possibile. Diciamo che solitamente ci fidiamo delle nostre sensazioni, e gli errori fanno parte dell’essere umano, perché un Editore è un essere umano, anche se alcuni Autori, forti di certe esperienze, pensano il contrario.

 

Una volta che avete individuato un autore promettente fino a quanto e come siete disposti ad investire su di lui?

La nostra politica è quella di dare a tutti i nostri Autori le stesse possibilità, quindi cerchiamo di suddividere le risorse in maniera equa, poiché quando si decide di pubblicare un’opera è perché crediamo che abbia delle chance.

 

Eppure nonostante tutto sugli scaffali delle librerie ancora si continuano a vendere solo e soltanto i bestsellers di autori affermati, questa tendenza non si prevede invertibile,  o forse qualcosa sta cambiando?

Per il momento no purtroppo. Quando noi lamentiamo questa situazione con gli addetti del settore, ci viene chiesto: “Quante volte lei è entrata in libreria e ha chiesto il volume di uno sconosciuto?” e ancora “Perché devono farlo gli altri?”

 

Ultimamente quali sono gli autori esordienti sui quali avete deciso di investire particolarmente?

Non ci sono Autori “privilegiati”, per ciascuno di loro viene fatto tutto quanto è nelle nostre risorse e capacità.

 

E il risultato che avete ottenuto in questi casi è stato rispondente alle Vostre aspettative?

Non sempre i risultati rispondono alle aspettative: ci sono casi in cui rimangono al di sotto, altri che le superano abbondantemente.

 

Quali sono le modalità per inviare un manoscritto alla Vostra casa editrice?

Basta inviarlo semplicemente per posta ordinaria o via e-mail.

 

Quante persone si occupano della lettura dei materiali pervenuti in redazione e che procedure seguono per l’esame, la valutazione e il responso finale?

Un primo esame viene fatto da un responsabile della Casa Editrice, se positivo viene passato ai collaboratori esterni.

Gli elaborati vengono esaminati in base all’ordine di arrivo. Quando riceviamo un manoscritto lo inseriamo in un apposito elenco, e in base a questo vengono valutati. I criteri seguiti sono l’esame dello stile, della struttura, del linguaggio, dell’argomento trattato, della capacità di catturare l’attenzione.

 

Spesso gli editori parlano degli autori esordienti come di un “male necessario”, possiamo capire che alcuni autori possano essere particolarmente invadenti, o permalosi in caso di un rifiuto, ma continuiamo a pensare che gli autori esordienti, bravi o meno bravi, siano fondamentali per lo sviluppo dell’editoria, e che le case editrici dovrebbero forse costruire una specie di ponte virtuale per aiutarli ad attraversare il vasto mare agitato della tentata pubblicazione. Voi a tale proposito come la pensate?

Non consideriamo gli esordienti un “male” altrimenti non ci concentreremo su di loro. È vero che alcuni sono permalosi, ma è altrettanto vero che per uno permaloso ce ne sono tanti altri pronti ad accettare le critiche in modo costruttivo, al fine di giungere al loro obiettivo: la pubblicazione. In quanto a invadenza, diciamo che è “lecita”, nel senso che dobbiamo anche scendere dalla cattedra e calarsi nei loro abiti; la voglia di pubblicare, la curiosità di sapere se il loro lavoro merita attenzione o meno, la delusione di precedenti rifiuti o addirittura risposte mai giunte o manoscritti respinti senza aprire il plico e altre disavventure li “giustificano”. Spesso a noi segnalano la figura dell’Editore come un qualcosa di irraggiungibile, con cui non si può dialogare per lettera o e-mail, figuriamoci poi colloquiare telefonicamente, e questo non fa altro che accrescere ansia, stress… e quando trovano qualcuno disposto ad ascoltarli, a dipanare la matassa dei tanti dubbi che li avvolgono, si sentono finalmente considerati, più che come scrittori, come persone.

Sono tantissime le persone che scrivono e indipendentemente dai motivi che li spingono a farlo, tra di loro ci sono Autori validi che meritano veramente che gli venga data la possibilità di veder realizzato il loro sogno, e in questo le Case Editrici dovrebbero dar loro una mano gettandogli un salvagente.

 

La Vostra posizione sul fenomeno oramai tanto diffuso della Pubblicazione con Contributo o a Pagamento?

Purtroppo oggi le condizioni del mercato editoriale parlano da sole. Recentemente abbiamo ricevuto una statistica in base alla quale (si parlava di piccola e media editoria) circa il 90% dei libri dati in deposito ai librari torna indietro invenduto. Con queste premesse, chi non ha molte risorse è stato costretto per sopravvivere a chiedere un contributo per la pubblicazione. Noi siamo tra questi, non lo abbiamo mai nascosto, anzi fa parte della premessa, quando un Autore ci contatta per chiederci se può inviarci il suo manoscritto in lettura.

 

Una volta deciso di investire su un particolare autore, quali sono i meccanismi di promozione che adottate per incentivare l’iniziativa?

Per la promozione ci affidiamo ad una società specializzata in questo, nonché ai nostri distributori. Come Casa Editrice, provvediamo all’invio di una copia omaggio del libro ad alcune Biblioteche Nazionali e locali, a quotidiani, emittenti televisive, settimanali e riviste di critica letteraria, nonché partecipiamo a svariati concorsi letterari. Inoltre, curando la pagina dedicata ai libri, di un quotidiano locale, pubblichiamo sulla stessa una recensione del volume.

 

Capita invece che qualche nuovo autore, dopo la prima opera, Vi proponga un nuovo lavoro per la pubblicazione, e che Voi vi troviate a rifiutarlo a causa dei risultati non soddisfacenti di vendita finora ottenuti? Vi trovate a volta a dover dire di no a un Vostro pupillo?

Fino ad oggi non è mai successo, poiché non è detto che se il lavoro è buono, la seconda pubblicazione non incontri maggior successo della prima. Tutto dipende dal giudizio sul testo propostoci.

 

E’ vero che molti autori esordienti calano di livello dopo il primo successo, o peggio ancora non sono in grado di mettere a punto la seconda opera e rinunciano del tutto? E in caso come Ve lo spiegate?

Noi abbiamo notato nei nostri Autori un netto miglioramento rispetto alla prima opera e questo poiché se uno ha veramente della stoffa, sa far tesoro della precedente pubblicazione, maturando e colmando quelle piccole lacune dovute all’inesperienza. Quello che possiamo dire è che spessissimo gli Autori sono particolarmente legati alla prima opera, a volte la giudicano la migliore, forse perché è quella che gli ha permesso di realizzare il loro sogno. Non mancano però i fuochi di paglia, coloro che dopo la prima opera, perdono l’ispirazione, poiché bene o male l’obiettivo è stato raggiunto, quindi vengono a mancare gli stimoli, soprattutto se il risultato di vendita non ha raggiunto le loro aspettative.

 

Nell’economia generale del Vostro catalogo quanto puntate sulle opere degli autori esordienti?

Il 90% del nostro catalogo è composto da opere di Autori esordienti, poiché fino dalla sua fondazione la Casa Editrice si è rivolta a loro.

 

Quale può essere una buona tiratura per un romanzo di esordio di un autore italiano?

Per la nostra esperienza si può partire con le 500/1000 copie. Cifra che fa sorridere a un Autore, ma con la moderna tecnologia è inutile occupare i magazzini degli Editori e dei distributori con un numero esorbitante di copie che rischiano di arrivare sul mercato rovinate. Nei casi in cui ci sia richiesta si procede con una ristampa che parte da una base di ulteriori 500 copie per salire in base alle esigenze.

 

E dopo che cosa succede?

Solitamente, una volta definite le caratteristiche tecniche, la veste editoriale, viene elaborata una scheda contenente i dati salienti del volume e dell’Autore che viene inviata alla distribuzione affinché possa inserire il volume tra le novità presentate nel giro di promozione. Terminato il giro, il distributore raccoglie le prenotazioni e provvede ad effettuare l’ordine all’Editore che invierà i volume in contro deposito.

 

Rimane ancora vero che il sogno di ogni editore è quello di creare un autore, e dunque un nuovo fenomeno editoriale?

Sicuramente è la speranza di ogni editore: più che di creazione, parleremo di  “scoperta” di un nuovo Autore di Best seller, poiché a nostro giudizio, lo Scrittore deve rimanere se stesso in ogni circostanza.

 

Parliamo di percentuali, su centinaia di manoscitti inviati a una casa editrice quanti sono ragionevolmente proponibili e quanti di quelli accettabili giungono poi alla pubblicazione? Insomma su che numeri viaggia la selezione di un nuovo autore? I nostri lettori sospettano che la probabilità di riuscire sia paragonabile alla vincita dell’Enalotto, è davvero così?

Diciamo che i manoscritti che arrivano sono veramente centinaia, e tra questi ce ne sono alcuni che meritano veramente di arrivare alla pubblicazione. Per la nostra esperienza, giungono alla pubblicazione il 10-15% dei manoscritti che ci vengono proposti.

 

Non dovreste essere Voi a cercare gli autori, e non essere viceversa sottoposti da questi ultimi a un costante ed asfissiante corteggiamento?

In un certo senso è così, però chi fa questo mestiere con passione non giudica i contatti con gli Autori un corteggiamento asfissiante, tutt’altro. Il rapporto tra Autore ed Editore deve essere uno scambio reciproco, e spesso quando un Editore trova un Autore che giudica valido, è lui per primo a iniziare uno snervante corteggiamento, quindi perché condannare l’opposto?

 

Quali sono le opere che prediligete? E in base a quali criteri progettate le collane editoriali? Successo di pubblico, o passione per il genere letterario prescelto?

La nostra mentalità è molto aperta: si spazia dalla narrativa alla poesia, dalla manualistica ai libri per ragazzi, dalla saggistica ai volumi sullo sport. Le nostre collane si dividono per settore, in modo da lasciare un ampio margine di spazio di argomenti Solitamente quello che ci anima è la passione, se poi viene il successo non lo disdegnamo di certo.

 

Come fa un autore a sapere che sorte ha avuto il suo manoscritto inviato in lettura presso di Voi?

Una delle nostre prerogative è quella di rispondere a tutti indistintamente entro 4-6 settimane dal ricevimento del manoscritto, inoltre gli Autori possono contattarci telefonicamente o via e-mail in qualunque momento per avere informazioni.

 

La politica editoriale non è mai incentrata su un solo libro, ma è rivolta generalmente alle potenzialità dello scrittore, ma come si può con un esame frettoloso di poche pagine di ogni manoscritto individuare non solo il valore letterario di un’opera ma anche le capacità di sviluppo di chi scrive e che potrebbe diventare un buon autore?

Infatti secondo noi non è possibile decidere solo da poche pagine. Noi siamo abituati a leggere il manoscritto integralmente, perché l’esperienza ci insegna che spesso le prime pagine hanno una buona base e costituiscono un’ottima premessa, poi andando avanti nella lettura non è più così, ma capita anche viceversa: l’inizio è blando, poco interessante e poi… c’è un’evoluzione, una trasformazione e l’opera si anima pagina dopo pagina.

 

Avete una vera e propria politica editoriale per gli esordienti?

La nostra politica editoriale è uguale per tutti i nostri Autori, poiché tutti devono avere le stesse possibilità.

 

Investimento sul libro ma soprattutto sull’autore, quale sono le modalità che applicate e le forze che mettete in campo per motivare un buon autore a rimanere nella Vostra scuderia? In poche parole i Vostri meccanismi di fidelizzazione.

Non abbiamo mai motivato gli Autori a rimanere con noi. I nostri contratti non prevedono opzioni per il futuro, ma vincolano l’Autore solo per l’opera oggetto del contratto. Solitamente è lo scrittore, che se è rimasto soddisfatto dei risultati della precedente pubblicazione, ci ricontatta… e ciò avviene abbastanza spesso.

 

Sabina Marchesi

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