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La Nuova Collana Giallo di Alberti Editore

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La Nuova Collana Giallo di Alberti Editore

Anche Alberti Editore apre le porte al Giallo. Non perdete questa occasione e correte in libreria per godervi i nuovi capolavori Giallo, Mistery e Noir.

Ultimamente molte collane dedicate al Giallo e Noir tendono a sconfinare nel Pulp o nello Splatter. Qual’è la Vostra posizione in proposito?
La giallistica, per quanto ci riguarda, è all’inizio: fino ad oggi abbiamo editato solo alcuni volumi gialli, ma stiamo notando un crescendo di manoscritti. Comunque a nostro giudizio, il giallo o il Noir devono rimanere tali, non devono esserci sconfinamenti in altri generi, altrimenti si rischia di deludere le aspettative del lettore.

Le vecchie e nuove collane editoriali dedicate al genere Giallo, Thriller e Noir, con qualche coraggiosa puntata verso il genere Horror, si stanno rivelando una scelta vincente.
In effetti sembra che questo sia il genere più apprezzato attualmente.

Quali sono i motivi di questo fenomeno di pubblico?
È difficile a dirsi, nella lettura come nella moda spesso si seguono le tendenze, e oggi questo è il genere in voga più di altri. Il “passa parola” è importante per la riuscita di un filone, e attualmente il Giallo, il Noir e il Thriller sembrano aver imboccato la strada giusta.

Forse si tende ancora considerare questo tipo di letteratura un intrattenimento di serie B, o le cose stanno diversamente?
Secondo noi non ci sono intrattenimenti di serie A o B, ci sono letture più o meno impegnative, e soprattutto quando si vuole avvicinare i giovani alla lettura bisogna proporre testi accattivanti, intriganti che però non richiedano una certa preparazione di base per poter essere compresi, inoltre la scelta di un libro è una cosa molto personale: c’è chi legge per accrescere la propria cultura interessandosi ad argomenti importanti e chi lo fa per “passatempo” scegliendo testi meno impegnativi.

O questo sta solo a testimoniare ancora una volta che il lettore medio ha una paura quasi atavica nei confronti delle cosiddette letture “impegnate” o “impegnative”?
Non è questione di paura, ma di scelte. C’è chi parte da letture “semplici” per arrivare gradualmente a quelle più impegnative, chi predilige le une o le altre a seconda delle circostanze.

Anche nella letteratura come in ogni altro genere di cose si assiste spesso a fenomeni di corsi e ricorsi storici in cui i riflussi di tendenze precedenti continuano a influenzare fortemente il mercato, è questo il motivo del prolificare di tutti i generi Mistery, Detection, Procedural, Techno e Legal Thriller?
Sì, la letteratura in fondo non è poi molto diversa da altri settori, risente delle influenze del momento: è una corsa, una staffetta in cui spesso si riprendono “testimoni” degli anni passati.

Si dice che anche al Cinema il crescente favore che il pubblico riserva a pellicole inquietanti e terrorifiche sia dovuto al bisogno che la gente ha di provare comunque emozioni forti, per scuotersi dalla noia e dalla ripetitività ciclica del nostro attuale stile di vita. Siete d’accordo? E’ allora questa la molla che attira i lettori verso gli scaffali Horror e Noir delle librerie?
Per scuotersi non c’è bisogno di guardare pellicole terrorifiche, spesso basta aprire un quotidiano, seguire un telegiornale… L’horror, il noir sono generi che trovano sempre più consensi anche in libreria come al cinema, forse perché si influenzano a vicenda, nel senso che se certe pellicole hanno successo si tende a seguire questa tendenza anche in editoria e viceversa, se un libro diviene un best seller, poco dopo c’è l’adattamento cinematografico… una sorta di gatto che si morde la coda.

E’ vero che gli appassionati del genere Giallo e Noir costituiscono una sorta di mondo parallelo? Una specie di mercato di nicchia dalle insospettabili proporzioni?
Gli appassionati del genere giallo non sono pochi, però non parlerei di mercato di nicchia, perché ultimamente si stanno avvicinando a questo genere letterario anche i lettori non proprio appassionati, un po’ per curiosità, un po’ per uscire dalla solita routine. Del resto ci sono gialli ben strutturati che sono in grado di attirare se non appassionare, e a volte sono come le caramelle… una tira l’altra.

Non conosco nessun altro genere letterario capace di una così intensa e duratura fidelizzazione. Come Ve lo spiegate?
I non appassionati del genere dicono che questi volumi sono tutti uguali: letto uno li hai letti tutti. Secondo noi, il loro successo è dovuto al linguaggio, alle capacità descrittive degli Autori, e anche al successo di alcune fiction televisive che trasportano un po’ verso questo genere, che rispecchia la realtà dei tempi in cui viviamo..

Dicono che il Giallo, con la sua logica rassicurante e matematica, e il Noir, con la sua fredda e impietosa introspezione psicologica, siano in realtà due facce della stessa medaglia che rappresenta efficacemente in fondo la nostra vita reale di tutti i giorni. Allora è questa la vera spiegazione della vitalità tutto sommato insospettata di questo intramontabile genere?
Sì, questo influenza molto le scelte dei lettori.

I migliori fenomeni letterari del momento in questo particolare genere letterario?
Joseph Finder, P.D. James, Patricia Cornwell, Carlo Lucarelli.

E i mostri sacri che non cesseranno mai di rappresentare un costante punto di riferimento e di comparazione?
Agatha Christie, Jessica Fletcher, Alfred Hitchcok, Stephen King.

E infine Voi in persona, cosa preferite leggere?
Di tutto, non c’è un genere preferito.

Il fondatore della Alberti Editori era un vero amante della cultura in tutta le sue forme, un grande amatore della letteratura, questa sua passione è rimasta a permeare le caratteristiche di base di questa interessante realtà editoriale.

Perchè una casa editrice come la Vostra? Qual’è la sua collocazione attuale?
Questa casa Editrice è nata per passione, per interesse verso tutto ciò che è cultura. Il suo fondatore era un vero amante della cultura in tutte le sue forme, ma soprattutto appassionato di letteratura: leggeva di tutto e aveva una biblioteca con centinaia e centinaia di volumi di ogni genere. La stessa passione ci spinge oggi a continuare.
Diciamo che ci collochiamo tra la piccola editoria, cercando di conquistarci un piccolo spazio nel mercato.

Le collane editoriali in genere sono qualcosa di misteriosissimo, difficile da comprendere per i non addetti ai lavori. A volte non è facile differenziare le case editrici in base alla tipologia di pubblicazione da loro trattata. Qual’è il modo migliore per farsi un’idea rapida e chiara in proposito?
La cosa più semplice è guardare il catalogo di un editore: se questo dispone di un sito internet, consultarlo è semplice e veloce, e già da lì ci si può fare un’idea del genere di pubblicazioni.

Una nota dolente, quanti autori ai quali avete concesso la Vostra fiducia, hanno poi pubblicato la loro seconda opera con altre case editrici?
Quelli di cui siamo a conoscenza sono quattro.

Il sodalizio tra autore ed editore quanto è importante nei rapporti futuri lavorativi e professionali? Insomma credete che sentirsi coperto alle spalle da una casa editrice che lo sostiene o lo incoraggia possa aiutare un autore nella sua attività di scrittore, lasciandolo libero da pressioni e da incertezze?
Indubbiamente avere una Casa Editrice alle spalle aiuta, se non altro è un riferimento sicuro a cui poter far leggere una nuova opera o chiedere consiglio, ma tuttavia non è indispensabile.

Si assiste costantemente a un continuo prolificare di case editrici altamente specializzate su una tematicità specifica, giova differenziarsi o è solo fonte di una sterile settorizzazione in un campo dove francamente l’informazione stenta a volte a farsi strada?
Secondo l’opinione di alcuni addetti ai lavori, il crearsi un proprio settore aiuta a crearsi una propria rete di vendita e a farsi apprezzare e riconoscere immediatamente. A noi è stato suggerito più volte di intraprendere questa strada, magari standardizzando le copertine in modo da poterci identificare a colpo d’occhio, però abbiamo sempre rifiutato, convinti che un editore deve essere aperto a più generi letterari e non focalizzarsi su uno in particolare solo in funzione delle vendite.

Quanto pesa il Marketing nell’andamento economico di una Casa Editrice, quanto investite nelle campagne promozionali per il lancio di un prodotto o di un autore, e quali sono i risultati che di solito si conseguono con questi investimenti?
Essendo una piccola Casa Editrice le potenzialità di investimento sono limitate, anche perché non puntiamo su un singolo prodotto o Autore, ma cerchiamo di distribuire le nostre forze in egual misura su tutti i nostri Autori. Spesso i risultati sono inferiori alle aspettative, ma non ci arrendiamo.

E’ veramente possibile “influenzare” il mercato con una vigorosa campagna mediatica di promozione e marketing?
Forse sì, è possibile, ma occorrono forti investimenti che solo i grandi Editori possono permettersi.

Come mai le presentazioni degli autori in libreria vanno spesso pressappoco quasi deserte? La gente ha paura di aggregarsi, di farsi coinvolgere, di rapportarsi personalmente con un autore, famoso o meno che sia?
Spesso si tende a mettere gli Autori sopra un piedistallo, dimenticandosi che prima di tutto sono esseri umani con i quali si può parlare, discutere tranquillamente come con il vicino di casa, e si guardano con soggezione, forse provando un senso di inferiorità, si ha paura di venir messi in imbarazzo e allora si preferisce evitare le presentazioni, tornando magari in libreria successivamente. Non si considera che invece, a volte, è l’Autore ad essere a disagio, soprattutto se è la sua prima esperienza.

Nell’attuale panorama editoriale cosa contraddistingue la Vostra casa editrice dalle altre? In cosa vi distinguete, su quali settori siete specializzati?
Non ci contraddistingue nulla al momento, siamo una delle tante piccole Case Editrici che svolge questa attività con passione. La nostra attività spazia su vari settori: narrativa, poesia, saggistica, manualistica, libri per ragazzi…

Avete in mente progetti particolarmente interessanti, nuove collane, qualcosa di aggressivo da proporre al mercato editoriale?
Attualmente non sono previste nuove collane, e i progetti sono ancora in fase embrionale per cui è prematuro parlarne.

Che metodi usate, oltre ai parametri delle vendite, per capire cosa si aspetta e cosa cerca il lettore comune quando girovaga per gli scaffali delle librerie?
Cerchiamo di immedesimarci nel lettore, e soprattutto osserviamo il suo comportamento durante alcune fiere e manifestazioni del settore alle quali partecipiamo, e consideriamo le richieste che ci pervengono direttamente chiedendo se abbiamo un determinato genere di testo.

Come spiegate il grande successo editoriale delle opere allegate in vendita in edicola con quotidiani e periodici settimanali? Forse la gente ha paura di entrare in una libreria?
Non si può dire “paura” di entrare in libreria, ma soggezione. Noi abbiamo notato il crescente successo che riscontrano i libri all’interno della grande distribuzione: oggi per questioni di tempo, di parcheggio, per il ritmo frenetico di vita che la nostra società ci impone sia ha poca disponibilità a recarsi in libreria e si preferisce fare acquisti al supermercato o all’edicola sotto casa che spesso offrono prodotti allettanti.

Si dice che uno scrittore non deve essere uno che pensa, ma uno che ha già pensato. E’ importante il distacco dagli accadimenti narrati, nella modalità espressiva di un autore?
È importante fino ad un certo punto, dipende da ciò che si scrive e che si vuole trasmettere. Se si vuole puntare su un coinvolgimento emozionale del lettore, l’Autore non deve distaccarsi dagli avvenimenti, deve prima di tutto “sentirli” personalmente per essere in grado di trasmetterli a chi legge. Il distacco è necessario quando si vuole dare un’impressione “fredda”, asettica e concentrarsi più sulla forma che sui sentimenti.

Parlando delle basse medie di lettura del nostro paese, si assiste invece a un forte incremento degli aspiranti scrittori, forse perché è più facile essere un abile scrittore che un buon lettore?
È difficile essere un abile scrittore senza essere prima un buon lettore. Sono poche le persone in grado di scrivere senza aver letto poco o niente: in questo caso si tratta di veri talenti naturali, ma si contano sulla punta delle dita.

Diceva Oscar Wilde che non esistono libri “buoni” e libri “cattivi” ma molto più semplicemente libri scritti “male” o scritti “bene”. Fondamentalmente è una grande verità, ma ancora assistiamo al fenomeno, francamente preoccupante per il nostro panorama letterario, di assoluti sconosciuti scrittori “famosi” in qualche altro campo che si cimentano con la scrittura. Al di là degli indiscussi ritorni economici dovuti a una sensazionale campagna promozionale, come si può ragionevolmente ritenere che comici, attori, calciatori, cantanti e uomini politici si possano cimentare validamente con la scrittura? E’ come se un meccanico decidesse di emulare Rembrandt, tanto per fare un esempio, senza mai essersi cimentato prima con un’analoga esperienza artistica.
In effetti spesso gli Editori decidono di pubblicare un’opera non per il suo valore intrinseco, ma per il personaggio che l’ha scritta, poiché rappresenta un buon investimento. Ciò non vuol dire che nomi noti in altri settori non siano in grado di scrivere delle opere valide, possono avere un talento naturale che fino a quel momento non sapevano di avere, ma è altresì vero che possono anche sfruttare la loro notorietà per entrare in un settore dove altrimenti avrebbero scarse o nulle possibilità di affermarsi.Sta all’intelligenza del lettore e alla professionalità e serietà del libraio far sì che questo tipo di esperienza letteraria finisca in una bolla di sapone, in nome dei tanti Scrittori che si dedicano solo ed esclusivamente a quello.

L’ultimo rapporto italiano sulla lettura dipinge il nostro paese come un grosso animale indolente e pigro, da che cosa deriva secondo Voi questo fenomeno? Colpa delle scuole, della cultura, dell’educazione, della mancanza delle istituzioni o delle strutture che non riescono a sostenere come dovrebbero e a incrementare la lettura nell’età scolare?
Incrementare la lettura nell’età scolare non è solo compito delle istituzioni e delle scuole, ma fondamentalmente delle famiglie e del tipo di cultura ed educazione che vige all’interno di questo nucleo. In più di un’occasione ho sentito genitori rispondere al figlio che guardava un libro “Mettilo a posto, che te ne fai!” Spesso i libri vengono visti come un qualcosa di inutile, perché leggere un romanzo quando di può vedere il film che ne è stato tratto comodamente seduti sul divano, davanti a un televisore di ultima generazione?

Un cenno sugli autori che stanno pubblicando con Voi in questo periodo, sulle Vostre “scoperte” editoriali, sulle scommesse “vincenti” che avete intrapreso nei confronti del mercato editoriale italiano.
Gli Autori di questo periodo sono quasi tutti esordienti, alla loro prima esperienza letteraria.Si spazia dallo studente, al professionista, dall’impiegato all’insegnante… I testi pubblicati ultimamente sono interessanti o per argomentazioni o per la ricerca di uno stile proprio, fuori dai soliti schemi: si spazia dal volume su “da chi e come difendersi tra integralismo occidentale e imperialismo islamico nell’era della globalizzazione”, al saggio frutto di ricerche minuziose sulle “genti semitiche di Mesopotamia lungo le valli del Tigri nel periodo di Ur III”, dal trattato sulla “Anoressia Bulimia: una strategia per esistere – Storia, cultura e cura di una patologia del nostro tempo nella visione psicoanalitica” alla piccola commedia teatrale per bambini…

Il lettore italiano è un animale evoluto, o una fragile creatura inerme in balia delle manovre politiche ed economiche del Merchandasing?
È un po’ tutte e due le cose. A volte è spinto ad acquistare un libro per la pressante campagna promozionale che viene fatta su vasta scala, e incuriosito cede alla tentazione di annoverare nella propria biblioteca l’ennesimo best seller, ma da “animale evoluto” sa poi distinguere il bluff dall’opera di valore.

E infine in breve di cosa ha bisogno oggi il mondo editoriale per rinnovarsi e incontrare i favori del pubblico? Cosa si aspetta infine oggi il lettore da una casa editrice?
È difficile dare un risposta. Il panorama letterario italiano e straniero è vasto e nonostante tutto i lettori non sembrano soddisfatti, si legge poco perché si da scarso valore alla lettura celandosi dietro la scusa che manca il tempo per farlo. Non è facile dare suggerimenti, ma più che il rinnovo del mondo editoriale, necessita una rieducazione alla lettura, facendo capire soprattutto ai giovani l’importanza che può avere una buona lettura sulla formazione di una persona, il confronto con altre idee e opinioni è formativo, aiuta ad appropriarsi di una certa capacità di linguaggio, ad esprimere i propri pensieri in modo che l’interlocutore capisca ciò che si sta dicendo: leggere è nutrimento per il cervello e per l’animo.Il lettore si aspetta probabilmente un prodotto che si avvicini alle proprie esigenze, al proprio linguaggio, che rispecchi in un certo senso i tempi in cui viviamo: una letteratura “istruttiva” e “costruttiva” che possa sopperire in qualche modo alle lacune che si creano nella vita quotidiana.

Sabina Marchesi

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