«La promozione dei diritti degli animali, attraverso la trasmissione di conoscenze giuridiche,
è una questione cruciale in una società moderna»
è una questione cruciale in una società moderna»
(Reha Hutin, presidente della Fondazione 30 Millions d’Amis)
1.058 pagine rilegate in una elegante copertina blu: il Codice dell’animale (Code de l’animal)[1], questo è il risultato di un lungo e accurato lavoro condotto da esperti francesi di diritto “animale” guidati da Jean-Pierre Marguénaud, professore all’università di Limoges, e Jacques Leroy, dell’università di Orleans, promosso dalla Fondazione 30 Millions d’Amis[2].
Codice privato, unicum al mondo
Il nome Codice non deve trarre in inganno, perché con il Codice dell’animale, pubblicato in Francia lo scorso 23 marzo, non ci troviamo davanti a un atto normativo frutto dell’attività legislativa del Parlamento, bensì a un’opera di riordino di natura privata.
Un importante lavoro di raccolta e collezione di quanto finora disseminato in sette differenti Codici[3] (questi sì, testi di legge), nonché delle numerose ulteriori fonti francesi, europee e internazionali concernenti gli animali da compagnia, gli animali da allevamento e gli animali selvatici e le loro relazioni con gli esseri umani, nonché una nutrita selezione di significativi pronunciamenti giurisprudenziali in merito.
Destinata principalmente a magistrati, avvocati, veterinari, studenti e insegnanti, questa opera vuole facilitare il lavoro di tutti coloro che in Francia sono coinvolti nella tutela del benessere degli animali e offrire loro una visione generale e completa del diritto pertinente.
Ma la reale portata della raccolta va ben al di là del semplice strumento per l’attività dei professionisti del diritto in particolare o degli amanti degli animali in generale: ci troviamo nella terra in cui nel XVIII sec. nacquero il pensiero illuminista e la moderna dottrina dei diritti umani che da Parigi si diffusero in tutto il mondo, come dunque non pensare alla plausibile possibilità di una ulteriore evoluzione della filosofia del diritto verso un vero e proprio, seppur controverso, “Diritto Animale”[4].
Esseri viventi dotati di sensibilità
Tra le principali disposizioni di legge che si trovano nel Codice, meritano una menzione speciale il primo comma dell’art. 515-14 del Codice Civile francese secondo il quale «Gli animali sono esseri viventi dotati di sensibilità»[5] e l’art. L214-1 del Codice Rurale che ribadisce che «Ogni animale essendo un essere sensibile deve essere posto dal suo proprietario in condizioni compatibili con gli imperativi biologici della sua specie».
A completamento di quanto sopra, il Codice Penale all’art. 521-1 dispone in maniera categorica che «Il fatto, pubblico o no, di commettere sevizie gravi, o di natura sessuale, o atti di crudeltà verso un animale domestico, o d’allevamento, o tenuto in cattività, è punibile con due anni di reclusione e 30.000 euro di multa».
Sino al 2015, il Codice Civile francese definiva gli animali come “beni mobili” mentre nei Codici Penale e Rurale già si utilizzava la categoria di “esseri sensibili”; con la riforma e l’armonizzazione della legislazione, si sono potute declinare tutele crescenti e si è offerto un significativo contributo alla consapevolezza dell’opinione pubblica e alla redazione di questo Codice.
È del settembre 2017 la condanna a sei mesi di carcere emessa nei confronti di un uomo di Draguignan, in Provenza, per l’uccisione violenta di un gatto di nome Chevelu[6] e il professor Marguénaud, direttore del primo diploma universitario in Diritto Animale, ha felicemente affermato che queste norme del codice civile sono sempre più invocate dalle giurisdizioni di merito ed è sole questione di tempo per vederle richiamate anche dinanzi alla Corte di Cassazione.
Personalità giuridica degli animali
Secondo molti sostenitori dei diritti degli animali, la riforma introdotta nell’ordinamento francese nel 2015 e la successiva applicazione giurisprudenziale hanno spianato la strada a quello che ci si auspica a breve: il riconoscimento della personalità giuridica degli animali.
Un passo non agevole che necessita dell’elaborazione di uno specifico pensiero dottrinale ma che, fatta salva la necessaria formulazione delle relative norma civilistiche, potrebbe prendere a modello lo statuto delle persone giuridiche o morali, con il conseguente riconoscimento di diritti, doveri e capacità proprie in capo al loro rappresentante legale.
Nel mondo, d’altra parte, già si possono enumerare esempi che vanno in questa direzione.
La pronuncia di una corte di Mendoza, in Argentina, che ha dichiarato “persona giuridica non umana” una scimmia e di conseguenza titolare di una serie di diritti propri, tra cui quello a vivere in un ambiente consono[7] e quindi di essere trasferita in un’oasi protetta durante la stagione invernale, o la Convenzione europea per la protezione degli animali nelle fattorie[8] che riconosce determinati diritti agli animali d’allevamento e un dovere di fare in capo al loro proprietario che deve evitare loro inutili sofferenze.
Ma qui si evidenzia il reale paradosso: la nostra società elabora strumenti di tutela dei diritti di alcune categorie di animali e al contempo norme per regolarne lo sfruttamento economico per macellazione, uso delle pelli, caccia, sperimentazione scientifica.
Una stessa volpe potrebbe essere tutelata in un parco nazionale o passibile di scuoiamento per ricavarne una preziosa pelliccia in un allevamento; uccidere un cane comporterebbe una condanna penale, macellare un maiale invece produrrebbe qualche chilo di salumi e insaccati.
Il cambio di mentalità necessario non è facile: smettere di vedere gli animali da un punto di vista funzionale alle nostre necessità e considerarli “esseri sensibili” (come afferma l’ordinamento francese), compagni di strada e di vita su questa Terra.
La pubblicazione del Codice dell’Animale è un importante contributo in questa direzione e mi auguro che altri Paesi seguano l’esempio della Francia per avviare un confronto civile su questo tema.
[1] Éditions LexisNexis, 2018, http://boutique.lexisnexis.fr/6676-code-de-l-animal .
[2] Si veda il sito web della Fondazione, http://www.30millionsdamis.fr.
[3] Civile, Penale, di Procedura Penale, Rurale e della Pesca Marittima, dell’Ambiente, delle Collettività Territoriali, della Salute Pubblica.
[4] Per tutti, cfr. Peter Singer, Liberazione animale, il Saggiatore, 2010, e Tom Regan, I diritti animali, Garzanti, 1990.
[5] Norma introdotta dalla Loi n. 2015-177 del 16 febbraio 2015 relativa alla modernizzazione e alla semplificazione del diritto e delle procedure nei settori della giustizia e degli affari interni, cfr. https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000030248562&categorieLien=id .
[8] Cfr. https://rm.coe.int/1680076dad.