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La casa sul canale – Georges Simenon

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Traduzione di Laura Frausin Guarino
Edizioni Adelphi
Narrativa romanzo
Collana gli Adelphi
Pagg. 161
ISBN 9788845920219
Prezzo € 10,00
 
 
L’elemento destabilizzante
 
 
Edmée, già orfana della madre, alla morte del padre si trasferisce nella regione del Limburgo, ospite della zia in una grande tenuta agricola, una terra bassa, coltivata a pioppeti e a erba da fieno. Vi giunge che è appena deceduto, all’improvviso, lo zio e quindi rivive il lutto, qui più marcato e stretto, proprio di una società rurale, immobile nel tempo, ligia a rituali monotoni e ossessivi, cupa e patriarcale. Sembra che lì la gioia e la vita siano bandite, in un grigiore quotidiano a cui non poco contribuisce il tempo atmosferico, dai rari cieli azzurri e dagli infiniti giorni di pioggia e di umidità, di neve e di gelo.  Per Edmée è una sistemazione scioccante, lei che è un tipo esile e abituata alla vita della città, lei che è poco più di una ragazzina che è solo da poco che comincia a scoprire la sua femminilità. Nella nuova famiglia, oltre ad alcune cuginette, ci sono anche due maschi, il bel tenebroso Fred e lo zotico Jeff; Edmée, che ha una personalità contorta e sovente contrapposta, sperimenterà su di loro le sue sottili doti ammaliatrici ed è inutile che dica che l’effetto sarà devastante. Non voglio aggiungere altro, ma mi preme evidenziare come ancora una volta l’abilità di Simenon di sondare l’animo sia del tutto inarrivabile; scava, scava dentro con poche precise parole, mette a nudo i più reconditi recessi e i personaggi finiscono con il mostrarsi come in effetti sono, cioè diversi da quello che le consuetudini del vivere civile hanno omologato. Le personalità si presentano così contorte, viene in superficie quella bestialità che è in tutti noi ed Edméè sa bene come irretire i due fratelli, dando l’impressione di concedersi, per poi subito ritrarsi.  Tuttavia, in quell’atmosfera quasi gotica in cui il grigio scuro sembra il colore predominante e dove il tempo scorre sempre uguale, lei è un elemento nuovo, quello destabilizzante, che il sistema non riesce a respingere perché in fondo lei ha saputo cogliere la debolezza dello stesso. E più i giorni passano, più appare probabile che possa esserci un’implosione, che quella giovane ragazza, il cui destino peraltro è segnato dalla tubercolosi da cui è affetta, è un veleno che lento corrode, che quello che sembra un gioco d’amore è in effetti un torbido tentativo di distruzione.
Tutti i colori sono smorti in questo romanzo, come smorti sono i protagonisti che si lasciano condurre docilmente lungo la parabola segnata dal destino; non c’è mai un tentativo di ribellione e su tutto predomina la piena sottomissione alle leggi di natura.
La casa sul canale è uno dei tanti capolavori di Georges Simenon.
 
Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».

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