Non è facile descrivere Paola Pellegrini, personaggio complesso dalle mille sfaccettature. Il termine che meglio può esprimere la sua variegata natura è “poliedrica”: Avvocato Penalista del Foro di Firenze come professione, nonché chitarrista e cantante, oltre che scrittrice.
La passione per la musica hard rock / punk / metal nasce presto e fin da quando era una ragazzina suona la chitarra e scrive canzoni. Dopo aver fatto parte di varie band, ha dato vita al suo progetto solista PAOLA PELLEGRINI LEXROCK, coniando la parola LEXROCK per descrivere l’unione dei suoi due mondi: da un lato la legge, con il costante impegno di tutelare i diritti costituzionalmente garantiti di ogni persona; dall’altro il rock, inteso nel suo senso più ampio di forza dirompente e amore per l’autenticità.
Dopo la registrazione del primo demo “Agape” (2013), il percorso di maturazione artistica e musicale intrapreso ha portato Paola all’etichetta discografica Qua’ rock Records con cui ha appena realizzato il primo vero disco “Dreams come true”. Il tema trattato nel disco è l’amore: non in maniera sdolcinata o banale, ma amore tradotto in musica a volte con rabbia, a volte con poesia, a volte con divertimento, ma sempre con grande passione ed emozione. Pur negli episodi più cupi o aggressivi (es. la canzone “Amore abissale”), il messaggio di fondo dell’album è la speranza: i sogni si possono realizzare, compreso il sogno di amore vero, andando sempre avanti e continuando a crederci, pur nelle avversità che sono disseminate in ogni percorso di ricerca di autenticità e felicità duratura.
Paola Pellegrini ha da poco pubblicato il suo primo romanzo “Ingollare senza affogare” (Del Bucchia Editore 2014): una storia d’amore a tempo di rock, ancora una volta incentrata sul difficile percorso per arrivare a trovare le risposte alle proprie profonde aspirazioni, il tutto narrato con il linguaggio caratteristico e personalissimo dell’Autrice dal ritmo rapido, incalzante e musicale. Ha inoltre pubblicato la raccolta di racconti “Rime vaganti – in un cielo spezzato, bruciato, smarrito” (La Riflessione Editore 2010) con cui ha vinto vari premi letterari e la monografia giuridica “La repressione degli abusi edilizi nella giurisprudenza amministrativa, penale e della Corte Europea dei diritti dell’uomo” (Giappichelli Editore 2012).
Paola Pellegrini ha da poco pubblicato il suo primo romanzo “Ingollare senza affogare” (Del Bucchia Editore 2014): una storia d’amore a tempo di rock, ancora una volta incentrata sul difficile percorso per arrivare a trovare le risposte alle proprie profonde aspirazioni, il tutto narrato con il linguaggio caratteristico e personalissimo dell’Autrice dal ritmo rapido, incalzante e musicale. Ha inoltre pubblicato la raccolta di racconti “Rime vaganti – in un cielo spezzato, bruciato, smarrito” (La Riflessione Editore 2010) con cui ha vinto vari premi letterari e la monografia giuridica “La repressione degli abusi edilizi nella giurisprudenza amministrativa, penale e della Corte Europea dei diritti dell’uomo” (Giappichelli Editore 2012).
Sito di Paola Pellegrini: www.lexrock.it
Intervista
Love my game / Amore abissale / Hello man / Dreams come true / You will not wait for me / Senza difesa / Take me / Enough / Until you drop / All right / Love is near.
Davide
Ciao Paola. Il tuo disco mi è piaciuto molto. Quando hai iniziato a fare musica e come sei approdata alla Qua’ rock records?
Paola
Grazie! Mi fa molto piacere che apprezzi il mio album! Ho cominciato a suonare da ragazzina e fin da subito ho iniziato a scrivere musica e testi miei, poi la mia carriera di avvocato penalista mi ha tenuto lontana dalla chitarra per un po’, finchè il mai sopito amore per la musica mi ha lanciato il suo irresistibile richiamo ed ho fondato il mio progetto solista PAOLA PELLEGRINI LEXROCK. Dopo il primo demo album “Agape”, molto spontaneo e diretto in quanto frutto del ritrovato approdo alla mia amata Les Paul, il mio percorso di maturazione mi ha portato alla Qua’rock Records. Conosco da tempo il suo fondatore, il grande chitarrista Gabriele Bellini, che ha apprezzato fin da subito la mia musica e mi ha proposto di entrare nella scuderia dell’etichetta. Ho accettato con gioia, e anche con un po’ di emozione, in quanto per me questo è il primo disco professionale che ho realizzato. E devo dire che tutto è andato alla grande! Gabriele, produttore artistico, è riuscito a tirar fuori il meglio dalla mia musica, che è rimasta fedele al mio progetto originale ma valorizzata e potenziata, mentre il lavoro di recording, mix e mastering ad opera di Giacomo Jac Salani presso La Fucina Studio ha dato al disco un ottimo sound, indispensabile per la riuscita di un album.
Davide
Cosa sono per te l’energia dei suoni e della voce?
Paola
Come dicevo prima, il suono in un disco è fondamentale: puoi aver scritto anche bellissime canzoni, ma la mancanza di un adeguato e professionale supporto sonoro rischia di compromettere irrimediabilmente anche le migliori composizioni.
Davide
“Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore”, scrisse Emily Dickinson. Nel corso della storia, l’amore è sempre stata una delle tematiche più trattate nelle canzoni. In che modo ne parli tu nelle tue e perché l’amore è al centro dei tuoi testi?
Paola
Il nostro Dante affermava: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Le mie canzoni parlano di amore perché credo che l’amore sia la cosa più importante della vita: una vita senza amore è una vita di morte. Di amore se ne parla tanto, spesso in maniera sdolcinata o banale, ed è un tema ricorrente soprattutto nella musica pop. Io parlo di amore in maniera rock: a volte con rabbia, altre volte con passione oppure con spensieratezza, a seconda delle canzoni, ma sempre cercando di esprimere autenticità e non superficialità.
Davide
Undici canzoni di cui nove cantate in inglese. Perché hai allora scelto l’italiano per “Amore abissale” e “Senza difesa”?
Paola
Queste due canzoni sono nate così, in italiano. Credo che il testo di entrambe sia assai intenso e si lega molto bene alla musica, quindi sono rimaste come le ho create. Ultimamente ho privilegiato l’inglese, ma la scelta della lingua dipende dall’ispirazione e dalla canzone, quindi non escludo a priori di scrivere testi in italiano, anche se l’inglese ha una grande musicalità rock.
Davide
Il giurista Giorgio Resta ha scritto un saggio sulla comparazione tra scienza giuridica e musica. Esordiva scrivendo che possiamo affermare che la musica costituisce, al pari del diritto, una disciplina performativa’ e l’interpretazione è la chiave che lega le due discipline. L’umanità ha un bisogno assoluto e irrinunciabile del diritto, così come della musica. Il primo, per armonizzare reciprocamente le volontà degli uomini; la seconda, per conciliarli con se stessi.
In che modo si incontrano invece il diritto e la musica rock dal tuo punto di vista?
Paola
Ti ringrazio per questa domanda, non conoscevo questo saggio e lo andrò sicuramente a cercare! Per me il diritto e la musica rock si incontrano nella ricerca di autenticità cui entrambi mirano, in particolare il diritto penale che pone al centro non interessi ma la persona, in tutta la sua complessità, cui viene contestata una certa condotta riconducibile in una fattispecie penale. Inoltre, quando indosso la mia toga e vado in udienza è un po’ come quando indosso la mia chitarra e vado sul palco: sono pienamente concentrata in quello che faccio e ci metto tutta la passione e la grinta per arrivare a conquistare chi mi sta davanti.
Davide
Quali sono i tuoi dischi più importanti e gli artisti o gruppi che ti hanno maggiormente avvicinata alla musica fino a desiderare di essere tu stessa una musicista e un’autrice?
Paola
Sono rimasta folgorata dai Guns’n’Roses di “Appetite for Destruction” e da allora non ho più smesso di amare l’hard rock, il punk e il metal. Ho amato molto i grandi classici e continuo ad amarli vedi Led Zeppelin, Doors, Black Sabbath, Judas Priest, AC/DC, Motorhead, Ramones, Elvis. Tutto quello che è venuto dopo trova lì le proprie origini.
Davide
Parlaci di chi ha suonato con te in questo disco.
Paola
Sono entusiasta della batteria di Simone Morettin, potente ma mai eccessiva: quando ho sentito le tracce di sola batteria, su cui poi ho registrato le chitarre e la voce, non riuscivo a smettere di ascoltarle! Il basso è di Giacomo Jac Salani, che è riuscito a trovare le giuste coordinate per valorizzare ogni singola canzone.
Davide
“Io suono la chitarra perché mi lascia sognare ad alta voce”, diceva il chitarrista Micheal Hedges. Che rapporto hai con il tuo strumento, che significato ha per te?
Paola
La chitarra fa parte di me: con la mia Les Paul riesco a esprimere le mie emozioni più profonde in assoluta libertà e serenità
Davide
Un sogno che vorresti diventasse realtà?
Paola
Che la mia musica possa portare speranza e voglia di lottare per realizzare i propri sogni al maggior numero di persone possibile
Davide
Cosa seguirà?
Paola
Spero delle belle soddisfazioni!
Davide
Grazie e à suivre…