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Intervista a Alessandro Casoli

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Intervista a Alessandro Casoli
(terzo classificato al concorso In Xanadu con "30 Aprile 1945")

Ciao Alessandro e complimenti per la tua vittoria in questa PRIMA edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Alessandro Casoli e cosa fa nella vita?
Innanzitutto grazie per i complimenti e per il terzo posto assegnatomi. Per quanto riguarda me, sono uno studente di 20 anni con molte idee in testa nessuna delle quali sufficientemente definita. Credo che la cosa si rifletta sia nel modo in cui scrivo (non ho un genere preferito), sia nella facoltà che faccio (Scienze Politiche). Vivo a Milano e scrivo da quando avevo 13 anni, come conseguenza del fatto che amo moltissimo leggere.
Come e quando sei venuto a conoscenza del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?
Sia per l’apprezzamento di amici e parenti nei confronti dei miei racconti, sia per un desiderio di mettermi alla prova, ho deciso verso Settembre di quest’anno di partecipare ad alcuni concorsi letterari, per avere un giudizio da parte di persone meno parziali nei miei confronti. "In Xanadu" è stato uno dei primi a comparire dopo una ricerca su google, ed uno di quelli che mi hanno affascinato di più.
Cosa hai pensato del nuovo tema proposto? Il bando era volutamente vago – nel senso che si poteva spaziare in molti modi partendo dalle indicazioni descritte… ma non in tantissimi hanno scelto di utilizzare l’idea di "tempo" come tempo "storico" anziché come tempo (potenzialmente) autobiografico o universale
Personalmente adoro la storia, quindi nella mia testa il tema proposto si è immediatamente proiettato in quella direzione. Inizialmente avevo pensato di riadattare "Natale 1914", un racconto di due pagine che ho scritto in seguito ad un interessantissimo documentario visto in TV, ma ridurre tutti quei caratteri a soli 1800 si è rivelata un’impresa impossibile.
Come è nato 30 Aprile 1945? Quanto tempo ti ha portato via la stesura?
Come dicevo prima, un racconto di guerra è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, dato che ne avevo già scritto un altro. 30 Aprile 1945 è nato in un lampo, si può dire. Ideazione e stesura non mi hanno portato via più di un’ora. Poi c’è stato un delicato lavoro di rifinitura, ovviamente, ma il cuore del racconto è stato scritto come una blitzkrieg.
Come avrai facilmente notato il titolo del secondo classificato assomiglia parecchio al tuo – e non è l’unico testo che tra gli episodi storici possibili ne ha estratto qualcuno dalla seconda guerra mondiale. Secondo te come mai?
Penso che l’impronta lasciata dal secondo conflitto mondiale nelle menti e nell’inconscio collettivo degli Europei sia troppo grande per non venire a galla ogni qual volta si accenna alla storia, anche solo indirettamente. Per letture personali, e racconti di parenti, trovo che il tempo in guerra si espanda, trasformando ogni momento in un’eternità e cancellando futuro e passato per assorbire il tutto in un unico continuo presente. Ogni singolo istante di guerra si presta ad essere descritto in un racconto-lampo.
Se hai letto l’altro testo – cosa ne pensi?
Un applauso. Per me letteratura significa soprattutto saper dipingere immagini mentali, e quelle che 7 Gennaio 1945 disegna sono perfettamente definite nella loro tragicità. In 1800 caratteri si può tracciare un’immagine che vale 1000 parole, e penso che questo racconto ci riesca.
Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro?
No.
Hai dato una scorsa alle altre opere (oltre a quella già citata) e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo?
Beh, sicuramente i primi classificati, e poi anche "la Notte per 40 anni" e "Purtroppo o per fortuna". Sempre questione di immagini.
Per questa prima edizione abbiamo avuto molti più partecipanti di quelli che avevamo immaginato. Nonostante questo hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione della prossima edizione del nostro concorso? O su un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 1800 battute? Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?
Sinceramente non saprei, mi sembra sia andato tutto abbastanza liscio. Riguardo ai temi, penso che parteciperò ancora volentieri allo stesso concorso. Ci sono ancora un’infinità di istanti da descrivere.
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?
Con 27 milioni di Italiani in internet, la totale libertà di lettura, la facilità con cui si può partecipare a concorsi, scoprire opere di scrittori altrimenti sconosciuti… la mia opinione è assolutamente positiva.
Hai un sito web (culturale, di intrattenimento) o collabori a siti web che si occupano di arte, letteratura o cultura?
No.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno

Marco Giorgini

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