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Le formiche e le loro… vacche

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LE FORMICHE E LE LORO… VACCHE

E’ noto che le sostanze zuccherine sono uno degli alimenti preferiti dalle formiche di molte specie. A tal scopo, esse entrano in simbiosi con gli Afidi o Gorgoglioni (pidocchi delle Rose), di cui sfruttano l’abbondante proprietè mellifica. Questi modesti e molesti afidi dei nostri roseti, odiati in maniera smisurata dai vivaisti e dai floricultori in genere, sono invece tenuti dalle formiche con una cura meticolosa, amati ed allevati come la loro vera prole a mo’ di
“Vacche”. Le femmine dei Gorgoglioni hanno sulla parte posteriore dell’addome due protuberanze tubolari dalle quali emettono, sotto l’azione disturbatrici delle antenne delle formiche, un liquido zuccherino del quale esse sono ghiottissime. Non solo le formiche catturano gli afidi e li tengono nei loro formicai in apposite
“stalle”, ma ne conoscono le uova, che raccolgono e trasportano nei formicai, le curano come le loro e allevano i piccolo Gorgoglioni che nasceranno da esse. Costruiscono gallerie che dai formicai vanno direttamente agli alberi od alle Rose sui quali condurranno tutti i giorni a pascolare questi loro armenti. Quanto alle stalle hanno porte per le quali passano facilmente le formiche ma non gli afidi, sicchè essi sono prigionieri. Questo imprigionamento viene fatto in modo particolare nella stagione invernale per non perdere o disperdere i greggi. Durante tutto l’inverno li nutrono con le loro stesse provviste e in cambio ne mungono questa specie di latte mellifico.
Nella buona stagione le formiche li ridividono in piccoli greggi e li riportano nuovamente a pascolare sulle loro piante, compresi i piccoli nati dalle uova durante l’inverno, ora che la stagione lo permette li mungono direttamente sulle piante. E se per qualche motivo i loro armenti venissero distrutti (tipo veleno dato alle rose), vanno a razziarne altri, coi quali ripopolano nuovamente le piante di prima alla faccia dei solerti floricultori causa di questi eccidi in massa, molto facile è vedere le formiche lasciare i Gorgoglioni sulle piante che prediligono e, con della terra ridotta in poltiglia costruire per essi , sulle piante stesse, dei veri e propri recinti, delle specie di piccoli nidi come quelli delle Rondini, nei quali li imprigionano per mungerli poi a loro agio. Molte di queste formiche sfruttano pure dei bruchi di farfalla che forniscono al pari dei Gorgoglioni un liquido zuccherino analogo. Poichè tali formiche non hanno alcun recipiente di cui servirsi, per conservare il miele una volta raccolto, usano destinare un certo numero delle loro compagne, alla funzione di otri viventi, esse riempiono il loro ventre di succhi mellifici, fino a trasformarlo in una piccola palla rigonfia. Restano poi appese in apposite cavità dei nidi per non intralciare il traffico e a richiesta, rigurgitano il liquido per nutrire tutti gli altri componenti della società.

Giorgio Malferrari

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