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I fondamenti della Pancasila nella costituzione indonesiana

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«Non voglio essere un dittatore, perché è contrario alla mia coscienza. Sono un democratico, ma non desidero il liberalismo democratico. Al contrario, voglio una democrazia guidata»

(Sukarno, primo Presidente dell’Indonesia)

Sono grato a Papa Francesco che, con il suo viaggio apostolico[1] in Asia e Oceania, ha toccato l’Indonesia, il paese con il maggior numero di musulmani al mondo, accendendo l’interesse per la sua cultura (anche giuridica) incentrata sulla Pancasila.

Questa si compone di cinque principi[2] che informano l’intero ordinamento indonesiano e che sono incentrati sul rispetto, la saggezza, l’umanità, la giustizia, l’unità, tanto a livello individuale quanto nelle formazioni sociali: un modello di democrazia molto ricco, diverso da quello liberale tipico del mondo occidentale, poco conosciuto ma dal quale possiamo trarre utili insegnamenti[3].

I. Origine della Pancasila

La Pancasila rappresenta la base ideologica della Repubblica di Indonesia e costituisce il pilastro fondamentale dell’identità nazionale, della governance e dell’ordinamento costituzionale del Paese. Il termine Pancasila deriva dal sanscrito, dove “panca” significa “cinque” e “sila” “principi” o “valori morali”. Questi cinque principi fondamentali non solo guidano la vita politica e giuridica dell’Indonesia, ma incarnano anche l’aspirazione alla coesione sociale, all’equità economica e alla giustizia.

L’Indonesia, colonizzata dai Paesi Bassi per oltre tre secoli, lottava per liberarsi dal giogo coloniale e affermare la propria sovranità. Questo processo culminò alla fine della II Guerra Mondiale, quando l’occupazione giapponese (1942-1945) favorì lo sviluppo di sentimenti nazionalisti.

Nel marzo 1945, con la guerra che volgeva al termine, il Giappone permise la formazione del Badan Penyelidik Usaha-usaha Persiapan Kemerdekaan Indonesia (BPUPKI), ovvero il Comitato di indagine per i preparativi dell’indipendenza dell’Indonesia.

La questione centrale era come creare una base ideologica capace di unificare una società etnicamente, culturalmente e religiosamente eterogenea: l’Indonesia si trovava davanti alla sfida di costruire uno Stato unitario che rispettasse le diversità interne, evitando tensioni settarie. In particolare, vi era un dibattito tra chi auspicava una costituzione basata sui principi dell’islam (dato che la parte maggioritaria della popolazione era musulmana) e chi, invece, voleva uno stato laico.

L’intervento risolutivo arrivò il 1º giugno 1945, quando Soekarno[4], uno dei leader più carismatici del movimento per l’indipendenza, tenne un discorso storico, proponendo una serie di principi destinati a diventare il fondamento ideologico della nazione: la Pancasila, i cinque valori che rappresentavano la sintesi tra le varie esigenze e aspirazioni degli indonesiani.

Questi erano:

1. Ketuhanan yang Maha Esa (Credere in un unico Dio);

2. Kemanusiaan yang Adil dan Beradab (Umanità giusta e civilizzata);

3. Persatuan Indonesia (Unità dell’Indonesia);

4. Kerakyatan yang Dipimpin oleh Hikmat Kebijaksanaan dalam Permusyawaratan Perwakilan (Democrazia guidata dalla saggezza nelle deliberazioni rappresentative);

5. Keadilan Sosial bagi Seluruh Rakyat Indonesia (Giustizia sociale per tutti gli indonesiani).

La proposta di Soekarno divenne il fondamento della Costituzione, approvata il 18 agosto 1945, un giorno dopo la proclamazione dell’indipendenza, e fu ufficialmente incorporata nel suo Preambolo.

II. Contenuti della Pancasila

Vediamo nel dettaglio i contenuti della Pancasila.

Il primo principio recita Ketuhanan yang Maha Esa, che si traduce in “Credere in un unico Dio”. Questo principio riflette la centralità della religione nella vita del popolo indonesiano, riconoscendo la pluralità di fedi esistenti nel Paese. Sebbene l’Indonesia sia una nazione multireligiosa[5], questo principio garantisce che lo Stato rispetti e protegga tutte le confessioni, senza favorirne nessuna.

Non implica una religione di Stato, ma sottolinea che lo Stato indonesiano è fondato sulla fede in un’entità suprema, riconoscendo al contempo il diritto di ogni cittadino di praticare la propria in piena libertà, realizzando un invidiabile modello di convivenza pacifica e di tolleranza religiosa.

Il secondo principio, Kemanusiaan yang Adil dan Beradab, significa “Umanità giusta e civilizzata”. Questo richiama valori universali come i diritti umani, l’uguaglianza e la giustizia sociale e sottolinea l’importanza di trattare ogni individuo con dignità e rispetto, non solo come cittadino, ma come persona dotata di diritti inalienabili.

L’umanità giusta e civilizzata si riflette anche nelle politiche di welfare e nei programmi governativi volti a ridurre la povertà e a promuovere il benessere collettivo, contribuendo a realizzare l’ideale di una società basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà, in cui il livello di civiltà si misura dalla capacità di prendersi cura dei più vulnerabili.

Il terzo principio, Persatuan Indonesia, rappresenta il concetto di unità nazionale. In un Paese caratterizzato da un’estrema diversità, ciò sottolinea che tutti i cittadini sono parte integrante della Repubblica, e che l’integrità territoriale e politica della nazione deve essere preservata.

L’importanza dell’integrità è particolarmente rilevante in Indonesia, un arcipelago con oltre 17.000 isole e una popolazione oggi di 280 milioni di abitanti che parla più di 700 lingue: il valore dell’unità mira a superare le divisioni geografiche ed etniche per creare un senso di appartenenza collettiva alla nazione indonesiana, senza limitarsi all’integrità fisica del Paese, ma anche all’idea di unità morale e spirituale.

Il quarto principio, Kerakyatan yang Dipimpin oleh Hikmat Kebijaksanaan dalam Permusyawaratan Perwakilan, fa riferimento al concetto di democrazia deliberativa basata sul consenso. Il modello di governo democratico che si propone non si fonda esclusivamente sulla competizione elettorale, ma mette l’accento sul processo di deliberazione e consultazione tra i rappresentanti del popolo.

Nella democrazia pancasiliana, la sovranità risiede nel popolo, ma viene esercitata attraverso un processo di discussione collettiva e ricerca del consenso che riflette la tradizione indonesiana del gotong royong, ovvero la cooperazione comunitaria, e incoraggia la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio nelle decisioni.

Il principio rappresenta una critica al sistema della democrazia liberale di stampo occidentale, che si basa sulla contrapposizione tra partiti e sull’imposizione della maggioranza. In Indonesia, la democrazia deliberativa cerca di evitare divisioni sociali e politiche, promuovendo un approccio basato sulla saggezza collettiva e sulla cooperazione.

Il quinto e ultimo principio, Keadilan Sosial bagi Seluruh Rakyat Indonesia, si concentra sulla giustizia sociale e sull’equità economica per cui lo Stato deve garantire che tutti i cittadini abbiano accesso alle stesse opportunità e risorse, indipendentemente dalla loro condizione.

La giustizia sociale implica una distribuzione equa della ricchezza e delle risorse del Paese, in modo che nessun gruppo o individuo venga escluso dal progresso economico. Il governo ha l’obbligo di promuovere politiche che favoriscano la ridistribuzione delle risorse, migliorino l’accesso all’istruzione e alla sanità, e garantiscano un benessere inclusivo.

È strettamente collegato al concetto di giustizia sociale universale, in cui il progresso economico del Paese deve essere bilanciato dalla creazione di un sistema più equo e giusto per tutti.

III. Applicazione della Pancasila nell’ordinamento indonesiano

Nel sistema giuridico indonesiano, la Pancasila occupa il ruolo di norma fondamentale da cui tutte le altre norme derivano la loro validità.

La Legge n. 12 del 2011 sul processo legislativo, ad esempio, stabilisce chiaramente che tutte le normative indonesiane devono essere basate sulla Pancasila, confermandola come “fonte di tutte le fonti di legge”.

La Pancasila si colloca quindi al vertice della gerarchia delle fonti del diritto: al di sotto, troviamo la Costituzione del 1945, che rappresenta la legge fondamentale dello Stato, e successivamente le leggi ordinarie e i regolamenti amministrativi, che devono essere conformi ai principi stabiliti dalla Pancasila e dalla Costituzione.

La Pancasila non è presente solo nel Preambolo della Costituzione, ma ne permea tutti gli articoli.

Uno degli aspetti più significativi è il suo collegamento con i diritti umani, specialmente dopo le riforme post-1998. Ad esempio, il diritto alla libertà di associazione e riunione, sancito dall’articolo 28 della Costituzione, è in linea con il principio che promuove una democrazia partecipativa e la libertà di espressione.

Allo stesso modo, il principio della giustizia sociale e dell’umanità giusta e civilizzata è strettamente collegato al «diritto di svilupparsi attraverso il soddisfacimento dei propri bisogni fondamentali, di ricevere un’istruzione e di beneficiare della scienza e della tecnologia, delle arti e della cultura, allo scopo di migliorare la qualità della propria vita e per il benessere della razza umana» (art. 28 C).

Il ruolo della Pancasila non si limita alla legislazione, ma si estende pure alla giurisprudenza. La Corte Costituzionale indonesiana ha spesso fatto riferimento ai cinque principi nelle sue decisioni, utilizzandoli come criterio per valutare la legittimità delle leggi.

IV. Sfide e critiche all’applicazione della Pancasila

Una delle principali critiche mosse alla Pancasila fu all’uso politico strumentale fatto durante il regime autoritario del Nuovo Ordine di Suharto[6] (1967-1998), per legittimare il controllo e limitare le libertà democratiche.

Il regime di Suharto impose la Pancasila come unica base (Asas Tunggal) per tutte le organizzazioni politiche e sociali, inclusi i partiti e le associazioni civiche. Questo obbligo, apparentemente volto a preservare l’unità nazionale, era in realtà una strategia per eliminare il dissenso e consolidare il potere.

Altra critica significativa riguarda la difficoltà nell’applicazione concreta alle politiche sociali ed economiche. La Pancasila, in questo senso, viene talvolta vista come un obiettivo aspirazionale difficile da raggiungere nella pratica.

Ulteriore aspetto critico è il suo ruolo nel garantire il pluralismo religioso e culturale. Il principio di “credere in un unico Dio” sancisce la libertà di religione, riconoscendo il pluralismo religioso come un valore fondamentale. Tuttavia, negli ultimi decenni, gruppi islamici conservatori e radicali hanno rivendicato una maggiore applicazione della sharia (legge islamica), mettendo a rischio l’equilibrio religioso e politico del Paese. Ciò ha portato a un dibattito su come la Pancasila possa continuare a essere una base per la convivenza pacifica, senza che l’unità nazionale venga minacciata dagli estremismi.

L’evoluzione della democrazia pancasiliana rappresenta una sfida importante per l’Indonesia contemporanea, poiché il Paese cerca di integrare i valori della democrazia liberale con quelli tradizionali. Il modello originario non prevedeva il confronto elettorale competitivo, ma solo deliberazione e consenso, modalità che può talvolta entrare in conflitto con la dinamica della dialettica democratica, in cui le differenze tra i partiti politici sono enfatizzate. Inoltre, alcuni sostengono che la continua ricerca del consenso rischia di rallentare il processo decisionale e di rendere meno efficiente la governance.

La tensione tra consenso e competizione rimane una questione aperta, che riflette le difficoltà di adattare i valori della Pancasila a un contesto democratico moderno.

V. Conclusioni

Guardando al futuro, la Pancasila rimane uno strumento essenziale di coesione nazionale per l’Indonesia. In un Paese vasto e diversificato, dove convivono centinaia di gruppi etnici e religiosi, i principi pancasiliani offrono un punto di riferimento comune che unisce il popolo indonesiano al di là delle differenze.

Dal punto di vista del governo del Paese, la Pancasila può fungere da guida etica per promuovere politiche più inclusive e orientate alla giustizia sociale. Il principio della giustizia sociale per tutti gli indonesiani è particolarmente rilevante in un’epoca in cui l’Indonesia si confronta con sfide economiche, disuguaglianze regionali e la necessità di garantire uno sviluppo sostenibile.

Un’altra sfida futura riguarda l’integrazione dei valori della democrazia liberale con quelli della democrazia deliberativa. Mentre il sistema politico evolve verso un modello più aperto e competitivo, il principio della democrazia basata sul consenso e sulla deliberazione condivisa rimane un aspetto essenziale della governance locale e nazionale. La Pancasila può servire come strumento per garantire che la politica indonesiana mantenga un carattere inclusivo, in cui il dialogo tra le diverse parti sociali e politiche venga preservato anche in un sistema multipartitico.

In un contesto sempre più globalizzato, poi, la Pancasila può offrire all’Indonesia una posizione distintiva sulla scena mondiale. Il suo modello di pluralismo e unità, radicato in una visione di giustizia sociale e democrazia consensuale, è da esempio di come una società possa affrontare le sfide del multiculturalismo e della diversità senza rinunciare alla stabilità e alla coesione sociale.

  1. Viaggio apostolico di Sua Santità Francesco in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore (2-13 settembre 2024), cfr. https://www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2024/outside/documents/indonesia-papuanuovaguinea-timorest-singapore-2024.html.
  2. Nell’immagine, lo stemma della Repubblica di Indonesia che riporta, nello scudo al centro, i simboli dei 5 principi della Pancasila: la stella dorata corrisponde al primo, “Credere in un unico Dio”; la catena al secondo, “Umanità giusta e civilizzata”; l’albero al terzo, “Unità dell’Indonesia”; il toro rappresenta il quarto, “Democrazia guidata dalla saggezza nelle deliberazioni rappresentative”; il riso e il cotone, da ultimi, il quinto principio “Giustizia sociale per tutti gli indonesiani”.
  3. Per elaborare questo articolo ho consultato numerose fonti sul tema, in particolare: Ayu Puspita Adi E., Ayu Ketut Rachmi Handayani I G., Supanto, The 1945 Constitution of the Republic of Indonesia: the basis of the highest normative arrangement of mass organizations in Indonesia, in https://jurnal.unissula.ac.id; Firman Nurwahyu F., Pancasila and the Constitution of the Republic of Indonesia 1945, in Proceeding International Conference on Law, Economy, Social and Sharia, 2022 Vol. 1, in https://icless.net; Suganda A., Labibanuha Suganda G., Principles of Indonesian Constitutional Law in Pancasila Democracy, in International Journal of Religion, 2024, Volume 5, Number 11, in https://ijor.co.uk/ijor; The 1945 Constitution of the Republic of Indonesia, in https://en.mkri.id.
  4. Sukarno, pseudonimo di Kusno Sosrodihardjo (Surabaya, 6 giugno 1901 – Giacarta, 21 giugno 1970), è stato un politico indonesiano, primo Presidente dell’Indonesia (da Wikipedia, l’enciclopedia libera).
  5. In Indonesia, le principali religioni praticate includono l’Islam (87% della popolazione), il Cristianesimo (poco più del 10%), l’Induismo (meno del 2%), il Buddhismo e il Confucianesimo (insieme meno dell’1%) (da Wikipedia, l’enciclopedia libera).
  6. Suharto, nome con cui è conosciuto in occidente Haji Mohammad Suharto (Kemusuk, 8 giugno 1921 – Giacarta, 27 gennaio 2008), è stato un politico, generale e dittatore indonesiano. Secondo presidente dell’Indonesia, prese il potere nel 1965 attraverso un colpo di Stato ai danni del presidente Sukarno, e fu costretto a ritirarsi nel 1998 (da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

 

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