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Voci che sussurrano (II)

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Voci che sussurrano (II)

E’ piuttosto ricco anche questo mese il sommario di SUSSURRI nonostante l’estate… e tra una vacanza e l’altra sarà piacevole
“sfogliare” la rubrica letteraria di KULT.

Il primo racconto che vi presento è “Lo sfogo” di Luca Lanzoni, scrittore versatile (come avranno già notato i lettori assidui di
KULT) che propone in questo numero un dialogo-monologo tra due amiche, analizzando in modo ironico e sottile i rapporti d’amore e d’amicizia e dimostrando di conoscere a fondo la psicologia femminile…(?)
Testo lungo, ma ben scritto, curato ed essenziale nei particolari che ritraggono l’ambiente e l’atmosfera in cui si svolge il colloquio.

Più cupo il racconto di Alberto Bonazzi “003NO” che ha partecipato al concorso di HOLDEN.
La difficoltà di trovare una propria dimensione, un modello da seguire
è il tema di questo testo. La vita è vista come viaggio, un viaggio iniziato con un entusiastico “bello viaggiare” che appare subito paradossale. Ogni slancio è frenato da delusioni passate che esprimono, sullo sfondo di stazioni e di incontri simbolici e al tempo stesso reali, la difficoltà di essere giovani e forse la difficoltà di crescere…
Riferimenti troppo espliciti a Orwell.

E ancora, due testi di Marco Giorgini: “L’ultimo suono del tutto” breve racconto, che si avvale di tecniche letterarie moderne non solo a livello contenutistico ma anche a livello grafico, è un’originale descrizione della follia di un uomo in un’atmosfera grigia e scura… omicidio o suicidio?

Ne “Le ombre della sera” ritroviamo il tema del “viaggio”: vagare per la città è anche un vagare dell’anima nei ricordi e nei sentimenti.
La città con le sue vie, piazze, chiese viene rivisitata interiormente e gli edifici soliti, le strade percorse tante volte assumono, alla luce degli stati d’animo di un diciassettenne insoddisfatto, un aspetto tutto diverso e particolare. Sono bellissime le descrizioni della città letta nella malinconia dell’esperienza adolescenziale, della difficoltà di comunicare con gli altri, del dolore per un amore non corrisposto, della ricerca, ancora una volta, della strada per diventare adulti.

Infine un testo di Massimo Borri intitolato “Futuro” sul tema della lotta uomo-macchina.
Il racconto delinea un mondo futuro dominato dal computer, alienante e disumano, e la ribellione di un uomo, ultranovantenne, che ancora ricorda com’era il mondo “prima del progresso”. Belle immagini anche se il tema non è certo nuovo.

Per gli amanti della poesia Mia Preti presenta questo mese tre testi
(bellissimo il primo) sul tema, caro a questa scrittrice, dell’Amore, amore come fonte di vita e di gioia ma sempre aperto all’incertezza,
“amore” come forza per superare le imposizioni esterne, per saltare dall’altra parte oltre le convenzioni e le ipocrisie.
E ancora l’amore come nostalgia e rimpianto in “Se tu fossi qui” meno incisiva e più scontata delle altre due.

“Cieli blu cobalto” di Daniela Malagoli è una poesia semplice in tre strofe. L’immagine del titolo ricorre nelle prime due strofe per esprimere la violenza e la negatività che vengono superate nella strofa finale dove alla rassegnazione e all’impotenza di un urlo silenzioso contro il male, si contrappone la speranza della religione, ma non solo.

Infine due poesie in inglese, una di Cesare Mortera “Your present absence”, testo molto curato a livello stilistico costruito con parole brevi e isolate nel verso che conferiscono un andamento spezzato e intenso, e “May (farewell)” di Untold evening tales che ancora una volta propone il tema del tempo che passa e che cambia ogni cosa e dell’uomo che oppone ad esso il ricordo luminoso di giorni trascorsi insieme alla persona amata, il fuoco di un sentimento nell’autunno della vita… molto bella.

Stefania G.

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