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Conspirata – Robert Harris

3 min read

Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

Narrativa

Pagg. 322

ISBN 9788804670452

Prezzo Euro 12,50

Il caso Catilina

Imperium era terminato con la vittoria di Cicerone alle elezioni del consolato, una rara, per non dire unica, vittoria con consenso unanime, ed è con la sua figura, trascorsi appena due giorni dalla sua investitura che inizia il secondo libro, Conspirata. E’ un avvio tragico, con il rinvenimento del corpo di un ragazzino trucidato a seguito di un sacrificio umano, un segno del destino avverso al nuovo console, che non riuscirà ad avere, nel proprio incarico, il benché minimo periodo di quiete, dovendo anche e soprattutto affrontare il tentativo di colpo di stato di Lucio Sergio Catilina. E’ forse questo il periodo migliore della vita di Cicerone e anche la parte migliore di questo libro, se non addirittura dell’intera trilogia. Catilina è l’arma con cui si vuole esautorare la repubblica, ma l’arma che tiene la spada va cercata altrove; potrebbe trattarsi di Crasso, oppure di Pompeo, ma entrambi sono alleati e manovrati da un individuo la cui perfidia ha dell’incredibile e che concepisce il potere come totale asservimento degli altri alla sua volontà. Il suo nome è Gaio Giulio Cesare, un astro nascente che oltre a splendere sempre di più in cielo tesse continue trame per abbattere chiunque lo ostacoli nei suoi disegni e Cicerone è senz’altro il suo avversario più agguerrito e in breve diventerà il suo nemico. In questo libro la politica diventa il mezzo per raggiungere gli obiettivi di potere e per accrescerli, una serie di sotterfugi, di tradimenti, di alleanze, di violenze, tendenti dapprima a isolare l’avversario, poi a renderlo inviso al popolo e infine a emarginarlo, dandogli dapprima la morte civile, poi anche quella fisica. Devo ammettere che l’abilità di Robert Harris è sconcertante, capace come è di descrivere trame sottili, giravolte imperiose, riuscendo a rendere partecipe il lettore all’angoscia di certi personaggi, fra i quali un Marco Tullio Cicerone che in breve diventa l’ombra di se stesso e che non riesce più a subodorare i tranelli e a scegliere le azioni più mirate per difendersi. L’uomo è stanco e con lui il politico, stanco di combattere un nemico dietro l’altro di quel concetto di Repubblica che ha sempre difeso strenuamente e quando si è in queste condizioni l’unica tattica, estrema, è la fuga; ed è così che si chiude Conspirata, con Marco Tullio Cicerone che a piedi, con un paio di schiavi che portano un po’ di bagaglio e con il fido Tirone, che lui ha da poco liberato, ha preso di notte, di nascosto, la strada per il sud, verso il porto di Brindisi.

Il libro è decisamente bello, con l’azione che non manca, ma con in risalto il grande acume di Cicerone, che solo verso la fine sembra spegnersi di fronte a un destino che lo vede soccombente. Ma non è finita, c’è ancora un terzo libro, Dictator, che sarà oggetto di un altro esame.

Da leggere, mi sembra ovvio.

Robert Harris (Nottingham, 7 marzo 1957), laureato alla Cambridge University, è stato giornalista alla BBC, e uno dei più noti commentatori dell'”Observer” e del “Sunday Times”.

È diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con Fatherland, il cui successo lo ha inserito a pieno titolo nel ristretto gruppo di autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller. Successo confermato da Enigma (1996), Archangel (1998), Pompei (2003), Imperium (2006), Il ghostwriter (2007), da cui è stato tratto un film diretto da Roman Polanski, Conspirata (2010), L’indice della paura (2011), L’ufficiale e la spia (2014), Conclave (2016), Monaco (2018), Il sonno del mattino (2019). Prima di dedicarsi interamente alla narrativa ha scritto numerosi saggi, fra cui una celebre inchiesta sui falsi diari del Führer, I diari di Hitler (2002). Tutte le sue opere sono edite in Italia da Mondadori.

 

 

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