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Pudore – Maddalena Fingerle

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Mondadori (Milano, 2024)

pag. 153

euro 18,00

L’autrice è nata a Bolzano, nel 1993, ma risiede a Monaco di Baviera, dove ha studiato germanistica ed italianistica prima di diventare ricercatrice universitaria. Con “Lingua madre”, pubblicato presso Italo Svevo, ha già vinto il Premio Calvino, il Premio Comisso Under 35, il Premio Flaiano under 35, il Premio Città di Grifalco, il Premio Fondazione Megamark ed il Premio POP; nel 2022 ha pubblicato poi la monografia “Lascivia mascherata. Allegoria e travestimento in Torquato Tasso e Giovan Battista Marino” (De Gruyter).

Dopo aver letto una prima recensione al testo, mi sono immediatamente interessato a questo romanzo, “Pudore”, libro decisamente gentile e puro, che Maddalena Fingerle ha pubblicato adesso proprio. E che s’apre con un uomo, Joe, atto a smontare il letto di Gaia, la protagonista della vicenda, arrivato in punta di piedi a casa di quest’ultima, con rispetto insomma, e magari è perfino uno bravo a rispettare donne e bambini, per dire, nella vita privata ancora sconosciuta a questa nostra Gaia. Dalla quale, per 50 euro non richiesti, non voluti nemmeno dalla ragazza, ha ritirato le sue cose, portate via dalla casa nella quale era entrato togliendosi le scarpe.

Il titolo del romanzo è, giustamente in questo caso, l’esatto e preciso contrario dello stesso. Che presenta questa “spudorata”, direbbe l’attrice Antonella Questa. Una Gaia che si presenta con una ‘specie’ di confessione, parlando lei in prima persona, consequenza decisa dopo e da un abbandono. Insomma la protagonista arriva a trasformarsi fisicamente, ché si fa taglio di capelli e si trucca e si veste alla maniera della sua ex, salentina di comportamento, e lingua insomma, completamente differente dalla sua.

Il monologo è la risposta ad una richiesta di resistenza della giovane. Un gioco sull’identità, anche. Ma che dovrebbe portare alla ricercata rinascita, quella che conduce al conoscersi – si potrebbe dire con una banalità invece dalla quale questo libro è immune. Dove si porta verso l’estremo un’ossessione.

Le due figure femminili protagoniste della storia, Gaia ed il ‘fantasma’ di Veronica, sono molto diverse. La seconda è l’idea di perfezione che la prima vorrebbe raggiungere: donna libera e priva di condizionamenti e facilitazioni: che di contro la famiglia borghese, italiana ma che vive a Monaco, di Gaia le ha regalato.

Arrivare alla libertà è difficile. Così è. Se ci pare.

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