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Qualcuno uccida mio padre – Domenico Petrolino

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Chi si aspetta del pietismo, una vicenda strappalacrime, non potrà che restare deluso, perché “Qualcuno uccida mio padre” è un veemente e lucido atto di accusa contro le illogicità umane.

La vicenda, autobiografica e veritiera, tranne la soluzione finale, è di per sé scarna: un padre che si ammala, che è colpito da uno di quei mali che non perdonano e per cui non vi è nessuna speranza di guarigione, l’accanimento terapeutico che prolunga le sue sofferenze oltre ogni ragionevole limite, la morte liberatoria procurata dal figlio.

Nonostante sia una storia che non pochi di noi conoscono, per avere avuto un familiare o un amico nella stessa situazione, proprio per questo motivo è invece tutta da leggere, perché Petrolino osserva, scruta oltre il velo di apparente verità, ci mette a confronto con noi stessi, con le nostre indifferenze, con l’accettazione supina di dogmi veri e propri, e non solo religiosi, ma anche laici.

Che senso ha soffrire tanto per dover morire, che logica c’è nell’accanimento terapeutico, se non la fredda sperimentazione di uomini di scienza, ma senza coscienza?

E anche la religione ha le sue incongruenze, quella religione che esiste solo in funzione della morte, perché se l’uomo non avesse una fine non dovrebbe ricercare il senso di una vita nel dopo.

Ma c’è illogicità anche in noi stessi, in quella paura della morte, del salto nel buio, indipendentemente che siamo religiosi o meno, e finiamo con l’accettare così qualsiasi cosa, anche una vita non vita, pur di restare.

In questo libro si affronta il problema dell’eutanasia sotto molteplici aspetti: quello etico, quello religioso e anche quello legislativo (non è un caso il richiamo alla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”).

Le domande sono tante, ma Petrolino giustamente non fornisce risposte definitive, limitandosi a evidenziare le contraddizioni delle teorie garantiste. Il suo è un modus operandi lucido, razionale, al di fuori di tanti paradigmi che sembrano scritti apposta per confondere l’evidenza dei fatti: chi può decidere della propria vita è solo il diretto interessato.

E allora, se in piena coscienza questi, nell’impossibilità di guarire, in preda ai dolori più atroci, chiede la morte, perché non accontentarlo?

Di fronte a una vita ormai senza dignità gli si può concedere almeno una morte con dignità.

E questa è logica, ferrea, stringente, contro la quale non c’è principio religioso o anche laico che possa opporsi, se non con la negazione dell’uomo come essere vivente e pensante.

E’ un libro da leggere e da meditare, perché un giorno potrebbe capitare anche a noi.

 

Domenico Petrolino è nato a Rivoli (TO) l’8 ottobre 1972. Laureato in Economia, svolge un’attività imprenditoriale.
Qualcuno uccida mio padre è la sua prima opera.

Edizioni Il Foglio
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