KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Mariano Bellopede

10 min read

Le città incantate sono tutti quei piccoli borghi e paesi di cui l’italia è piena.

Piccole perle di storia, natura e architettura, sparse qua e là in tutte le regioni della penisola. Nascosti tra colline, arroccati su montagne, tra fiumi, laghi e talvolta affacciati sul mare.

Esposti a tramonti mozzafiato, svegliati da silenziose albe.

Immutati da secoli, emblemi fedeli del Medioevo o del Rinascimento.

Molto spesso questi luoghi sono lontano dai riflettori, fuori dai radar dei media principali.

Alcuni sono addirittura disabitati o abbandonati. Ma sono lì che aspettano, e continuano a raccontare fedelmente la loro (nostra) sconfinata storia.

Negli ultimi anni ne ho visitati tanti, a volte per caso, talvolta perché spinto dalla ricerca di luoghi silenziosi e di riflessione.

E sono stati quei silenzi, quei colori, quelle vedute che mi hanno portato a scrivere: ho immaginato delle storie, di ciò che poteva succedere in quei luoghi in un passato non troppo lontano, di ciò che poteva animare le giornate primaverili, i tramonti estivi, le mattinate autunnali, gli inverni solitari.

Per ognuna di queste storie ho scritto un brano.

È nata così una concept-suite molto evocativa, dai mille colori e spunti emotivi.

Una sorta di onirica – soundtrack: lo spettatore si sentirà immerso tra i vicoli di questi borghi. Affacciato ad un “Belvedere” potrà vedere il mare lontano o le montagne che lo circondano, sentirà i profumi del giardino e della campagna, si fermerà ad ammirare la processione nella piccola piazza o i giochi medioevali degli artisti di strada.

E ogni tanto, perché no, si chiederà anche come mai oggi molti di questi borghi sono abbandonati a loro stessi, paesi fantasma lontani dai riflettori e dagli obiettivi.

Mariano Bellopede

(dal booklet del cd “Le città incantate”)

Ouverture e promenade

memorie (il museo dei ricordi)

La festa (tra sacro e profano)

Teresa (la giovane ragazza del paese)

Ricordo del vecchio circo

Blues promenade

Il treno non passa più di qua (la vecchia stazione)

Epilogo al tramonto

www.facebook.com/bellopedemariano

Intervista

Davide

Buongiorno Mariano. “Le città incantate” segue l’EP “Essential” del 2021, “Viaggio in duo” del 2017 e “Di altri sguardi (Racconti del Mediterraneo)” del 2015, Cosa continua e cosa introduce di nuovo il tuo ultimo lavoro rispetto ai precedenti?

Mariano

È il mio 5° album. VIAGGIO IN DUO 2008, SECONDO NOI 2012, DI ALTRI SGUARDI 2015, l’ EP ESSENTIAl 2021. e ora LE CITTÀ INCANTATE. Di nuovo c’è stata la possibilità di lavorare su un ensamble largo e di sperimentare dunque una scrittura più fitta ed elaborata. C’è un quartetto d’archi, dai 5 ai 7 fiati… Le soluzioni timbriche aumentano a dismisura rispetto ai miei precedenti lavori. Ma attenzione, ho continuato comunque a dare rilevanza all’aspetto melodico. Quindi la scrittura più elaborata non è sinonimo di scrittura più complessa all’ascolto.
Per questa possiblità di utilizzare cosi tanti strumenti devo ringraziare Bruno Savino della NOWORDS/SOUNDFLY che ha prodotto il disco e Fabrizio Piccolo che lo ha sapientemente missato e masterizzato.

Davide

Ci presenti i musicisti che hanno suonato in questo tuo ultimo lavoro?

Mariano

Parto da quelli con cui lo porto anche in giro live: Carmine Marigliano al flauto (col quale condivido live e dischi da decenni, per me è un fratello: quando suoniamo ci capiamo al volo, non c’è bisogno di dirsi nulla… ); Marco Fazzari (batterista di straordinaria eleganza, suono raffinato abinato a groove e virtuosismo); Roberto De Rosa e Davide Costagliola (che si alternano al basso elettrico e al contrabbasso… entrambi hanno la capacità tacita di infondere sicurezza ad ogni nota…mentre si suona insieme puoi viaggiare e farti portare altrove, tanto ci pensano loro a riportarti a terra quando serve); Arcangelo Michele Caso (violoncellista eclettico e musicista raffinatissimo: utilizza il suo strumento in maniera unica e ciò ha impreziosito il disco oltre chei nostri live).
Poi una menzione a tre grandi jazzisti: Marco Sannini alla tromba, Giulio Martino sax tenore e Nicola Rando sax baritono (sono profondamente onorato della loro partecipazione, il disco è impreziosito dai loro soli e dal loro suono). Alex Cerdà basso tuba (uno dei migliori in Italia); Giuseppe di Maio (clarinetto e clarinetto basso, giovane talento non soltanto sul suo strumento… scrive , dirige … fa musica ad altissimo livello); Alessio Castaldi sassofonista eccellente , di una musicalità fuori dal comune ; Vincenzo Vuolo al trombone, musicista di esperienza e sensibilità; infine Anna Rita di Pace , violinista raffinatissima , virtuosa, precisa e capace di destreggiarsi attraversi vari generi musicali (Anna Rita è anche una cantante eccezionale ).

Davide

A cosa si ispirano gli otto brani de “Le città incantate” lo hai già spiegato in una nota scritta nel booklet. Ma come o da cosa è nata l’idea? Nelle tue note, tra l’altro, accenni anche a un libro, “Le Belle Addormentate” di Antonio Mocciola. Quale interesse si è risvegliato in te dal punto di vista musicale, che ti ha portato cioè a questa precisa funzione descrittiva, preferendola a una musica invece assoluta o astratta?

Mariano

Si, tutto è nata dalla lettura (8 anni fa) de LE BELLE ADDORMENTATE. Il libro racconta di paesi totalmente abbandonati della nostra penisola. È nata dentro di me la curiosità di visitarli. E, viaggiando, ho scoperto tanti piccoli luoghi, non solo quelli descritti nel libro, ma tanti altri, non per forza abbandonati che mi hanno lasciato emozioni bellissime. Ho sentito la necessità di tramutare queste emozioni, queste immagini che avevo ormai impresse nella mente, in note. Ho tenuto nel cassetto idee e bozze di brani per anni, fino a quando non mi si è presentata l’occasione : la mia tesi di Laurea in Composizione Jazz presso il conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.

Ma le cose sono andate ancora meglio quando la Soundfly/Nowords si è proposta di produrlo.
Non è cosa da poco per un disco strumentale…

Davide

Questo tuo disco mi ha fatto tornare alla mente un cortometraggio dal titolo “Concerto in onde corte” di Gian Paolo Vallati, storia di un violinista che ha lasciato il suo piccolo borgo nativo tra le colline di Roma e che, diventato celebre in tutto il mondo, vi ritorna per un concerto che richiamerà l’attenzione, oltre che di un numeroso pubblico accorso per l’occasione, anche dei media nazionali e internazionali. E per qualche giorno, insomma, il borgo ormai abbandonato e spopolato torna a vivere sotto i riflettori e non più dimenticato. Hai pensato di portare questo disco in una tournée tra i borghi italiani, non solo quelli più noti e belli, ma anche tra quelli più dimenticati, poco noti o frequentati o addirittura abbandonati ma di rara suggestività?

Mariano

È assolutamente ciò che facciamo e che vorremmo continuare a fare: portarlo in giro nei luoghi che ne hanno ispirato la composizione. La suite nasce proprio dentro di me come “omaggio” alle bellezze dimenticate del nostro bel paese. Ciò che vorrei fare è esattamente quello che tu dicevi parlando del cortometraggio (che non conoscevo). Abbiamo già suonato in alcuni piccoli borghi. Sono stati concerti bellissimi. Continueremo a farlo. Siamo alla ricerca di sinergie e forze organizzative che credano in questo progetto per poterne fare proprio un grande tour dei borghi.

Davide

Quali città, paesi o borghi visitati in questi anni ti hanno più emozionato e, quindi, ispirato per questo lavoro?

Mariano

Ne sono tanti, per cui farò una piccola “selezione: Castello di Postignano in Umbria ricostruito due volte dagli architetti Matteo Scaramella e Gennaro Matacena; Borgo Foresta di Tora e Piccilli (Campania) dove si sono trasferiti due miei amici, Antonio e Massimo e hanno iniziato a rianimare artisticamente la zona con tante iniziative coinvolgenti; Ascoli Satriano e Accadia in Puglia; Verbicaro in Calabria, il cui centro storico, quasi totalmente disabitato ha un fascino pazzesco e conserva un museo contadino al quale ho dedicato il secondo brano della suite; poi la vecchia stazione di Pisciotta ha ispirato il 7° brano… i ruderi di Cirella sempre in Calabria. Alcuni borghi dell’Abruzzo, tra cui Santo Stefano di Sessania… , Greci , dove conobbi e incontrai Teresa, a cui ho dedicato l’omonimo pezzo.

Davide

Il booklet è anche corredato di fotografie in bianco e nero davvero evocative che illustrano in modo sensibile e reale (o realistico, figurativo) gli otto titoli del disco. Chi è l’autore? In copertina, invece del bianco e nero che di norma si associa a una memoria lontana, hai preferito le tinte pastello del particolare di una vecchia casa e gli scuri chiusi di una finestra, il tutto quasi sembrando ora un quadro astratto geometrico, come nel neoplasticismo, nella cui poetica è estetico il puro atto costruttivo (forse proprio come nella musica)…

Mariano

La foto di copertina è di mio fratello Alessandro, un viaggiatore nato. Repertor di passione e professione.
Mentre le foto del booklet sono una vera e propria opera d’arte di Maurizio Inda. Fanno parte del suo progetto Viandolfo Magic, che altro non è che la ricerca di un borgo ideale… la sintesi delle bellezze nascoste che provo a raccontare con la musica.

Davide

C’è tra le tue note anche un primo ringraziamento al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e al Maestro Marco Sannini…

Mariano

Si, l’ho già citato prima ma sono contento di ribadirlo ora perché con Marco ho preparato la mia tesi di Laurea in Composizione Jazz ed è grazie a lui e al suo stimolo, alla sua continua stima, che sono riuscito a concretizzare il sogno di mettere finalmente nero su bianco queste CITTÀ INCANTATE.

Davide

Quali sono i tuoi riferimenti musicali di sempre, gli autori o gli interpreti che sono stati più significativi per te nel tuo percorso di musicista e compositore?

Mariano

Anche qui, è tanta la musica che mi piace. Dimenticherò di sicuro qualcuno. Ci provo: inizio col dirti che amo la musica antichissima, quella medioevale e rinascimentale (Gesualdo, Palestrina, Orlando Di Lasso) ma andando più vicino a noi amo: Egberto Gismonti, Maria Schneider, Chick Corea, Bruno Tommaso, Roberto De Simone… ma anche Pino Daniele, Lucio Dalla, Theloniuos Monk, Beethoven, la canzone classica napoletana. Amo molto la sfera di musicisti orientali che negli ultimi anni sta producendo cose meravigliose: Tigran Hamasian, Dhafer Youssef…

Poi di sicuro appena avremo finito l’intervista mi verrà in mente di aver dimenticato due o tre nomi fondamentali stanne certo ;).

Davide

Il monaco benedettino, compositore e teorico della musica Adamo di Fulda scrisse che “la musica è anche filosofia, ma vera filosofia, una meditazione continua sulla morte”. Il che, girandola un po’ più in positivo, potrebbe anche significare una meditazione continua sulla vita. Cosa è invece per te?

Mariano

Di tutte le considerazioni e le definizioni sulla musica io continuo sempre a preferire quelle più “banali” più retoriche e più scontate. 🙂 Quelle del tipo : “come farei a vivere senza musica !” oppure “la musica è vita” o ancora “La musica è emozioni” ; “La musica è tutto per me”.. “la musica è magia”. La verità è che dietro a quest’arte magica c’è ancora qualcosa di inspiegabile… Come riesca la musica a toccare le più profonde corde dell’animo ancora non me lo spiego.

Davide

C’è per te una buona musica e c’è una cattiva musica? Cosa le distingue? Inoltre, cosa pensi della musica in Italia oggi?

Mariano

La buona musica continua ad esserci ed è trasversale. Io, checchè se ne dica, continuo a trovare ottime proposte in tutti i generi. Anche in quella Italiana. Si, per carità, c’è una prevalenza nel mainstream di cose che non vorrei mai ascoltare e di musica evidentemente dimenticabile. Ma non è solo cosi. Ho diversi amici che, con proposte bellissime, stanno girando il mondo, i loro dischi vanno benissimo sulle piattaforme e i loro live sono richiestissimi. Io direi che, più che la cattiva musica, esiste un cattivo modo di fare musica . E non è una questione di studio o formazione. Ma un approccio talvolta culturale. Spesso, quando mi capita di ascoltare cose “poco gradevoli” o “meno interessanti” di altre, ne riconosco addirittura del talento e penso: cavoli questo/questa potrebbe fare, con la voce che ha, o con il groove che ha, cose molto ma molto più fighe. Il discorso su questo aspetto è ampio e lungo. Io comunque resto in qualche modo fiducioso: vedo che la gente continua ad emozionarsi di fronte alle cose belle e noi proveremo a continua a dargliele.

Davide

Cosa seguirà?

Mariano

Seguiranno concerti ma ciò che principalmente spero di poter realizzare è la realizzazione di un documentario su questa suite. Le città incantate vorrei che non restasse solo musica. Vorrei andare in giro per l’Italia a riprendere i posti che mi hanno ispirato e dare immagine alle mie note.

Vorrei un legame tra questo disco e altre forme d’arte, magari il cinema… ci stiamo lavorando.

Davide

Grazie e à suivre…

 

Commenta