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Intervista con Luke Fortini

7 min read

Luke Fortini, disponibile il nuovo album in studio

È finalmente disponibile il nuovo album in studio di Luke Fortini, chitarrista di spessore e già membro di Hyperion e Imago Imperii, uscito ufficialmente lo scorso 29 di Aprile.

Thecnical Supremacy, questo il titolo del disco, è edito per la Lion Music ed è disponibile sia in versione fisica con distribuzione Audioglobe, che su tutti gli store digitali specializzati. L’album è interamente strumentale tra neoclassical e progressive metal.

Qui tutti i dettagli dell’album:

http://www.lionmusic.com/cd/Luke2.html

Tracklist:

01 Prelude

02 Technical Supremacy

03 Revenge

04 Megalodon

05 Opus Omnia

06 Il Diavolo

07 A Different Way

08 Mysterious Life Forms

09 Serial Killer

10 Walking On The Bridge

Intervista

Davide

Ciao Luke. Quali sono state le tue esperienze musicali più importanti del passato e come sei giunto a questo tuo lavoro? Come ti sei quindi riassunto oggi in “Technical Supremacy” sia come autore, sia come chitarrista?

Luke

Ciao, grazie per questa intervista. Dunque,per quanto riguarda la mia esperienza musicale più rilevante, bisogna andare indietro di 20 anni fa. Dal 2002 al 2005 ho collaborato con Paul Di Anno (ex cantante degli Iron Maiden), facendo più di 100 concerti in giro per l’Europa. Ho suonato in Italia (dal nord al sud), Inghilterra, Svizzera, Slovenia, Grecia,Turchia, Francia, Germania, Portogallo, Svezia e Finlandia.

Si è trattato di un vero tour europeo, all’epoca ero molto più giovane ed inesperto, ma ero pieno di entusiasmo e determinazione.

Ho ricordi molto belli di quella esperienza e di alcune cose che mi disse Paul allora.

Successivamente sono passato a vari progetti musicali, alcuni validi e altri non proprio il massimo, però ogni esperienza mi ha formato e fatto crescere in qualche modo.

Oggi dopo vari dischi e demo incisi sia con gruppi, sia come solista, sono arrivato al mio nuovo lavoro Technical Supremacy, di cui sono molto soddisfatto.

Direi che questo mio nuovo disco strumentale rappresenta quello che sono adesso, in maniera coerente.

Davide

Quando e come ti sei avvicinato alla chitarra e qual è oggi in sintesi una tua “filosofia” della chitarra?

Luke

Io mi sono invaghito della chitarra all’età di 12 anni, Ricordo che stavo in un centro commerciale con i miei genitori, ad un certo punto passammo davanti ad un negozio di dischi e in vetrina c’era in esposizione Live After Death degli Iron Maiden.

Quella copertina mi attirava, non riuscivo a smettere di guardarla, così i miei genitori decisero di comprarmi quel disco.

La sera arrivati a casa, andai nella mia stanza e lo misi sul mio stereo, ricordo che rimasi stregato e da allora il rock metal ha sempre fatto parte di me.

Dopo qualche mese, decisi di costruire con le mie mani una sorta di chitarra elettrica, utilizzando un pezzo di legno e dei fili di ferro, una cosa molto rudimentale.

Poi non contento presi una vecchia radio che avevamo e la trasformai in un piccolo amplificatore, per collegarci la mia creazione.

I miei pensarono che fossi impazzito, stavo lì ad emulare i chitarristi dei Maiden,s uonando sopra al loro disco, ma in realtà facevo solo un fracasso infernale.

Dopo qualche mese ancora arrivò il Natale e per farmi contento, mi regalarono una chitarra elettrica economica vera, con un piccolo amplificatore della Roland (che tutt’ora ho) e da quel giorno ho iniziato veramente a suonare, non ho mai smesso fino ad ora.

La chitarra è per me un viaggio che dura tutta una vita.

Davide

Dall’ascolto di questo disco presumo che tu abbia raccolto e rielaborate diverse influenze, non solo rock (progressive e metal soprattutto) e chitarristiche, ma anche classiche, jazz, blues…

Luke
Certamente, il rock metal è la mia fonte, ma nel corso del tempo mi sono appassionato anche ad altre cose, come ad esempio Paganini, Liszt, Grieg, Stravinskj, Varese, musica dal periodo romantico, fino al tardo Novecento; mi intrigano parecchio.

Sul Jazz mi piace molto Tal Farlow e Billy Rogers; per quanto riguarda il Blues, sono un fan di Stevie Ray Vaughan.

Davide

Perché “Technical Supremacy”? Cosa intendi per “supremazia tecnica”?

Luke

La supremazia tecnica è un’obiettivo da raggiungere, credo con questo disco di esserci andato molto vicino.

Si tratta di un pensiero piuttosto ambizioso, ma coerente con me stesso e sincero.

Davide

Come sono nati questi dieci brani, intorno a quali tue idee sulla musica e sulla tecnica chitarristica?

Luke

I brani del disco sono nati durante l’ultima fase della pandemia covid 19, quando ancora c’erano alcune restrizioni. Durante quel periodo mi sono messo a comporre e registrare i pezzi.

Davide

Quali chitarre hai usato? Qual è la tua chitarra preferita e perché?

Luke

Ho usato principalmente le mie due Fender Stratocaster custom, alternandole di brano in brano. Cosa particolare è l’accordatura, una è accordata 2 toni sotto (in Do), mentre l’altra mezzo tono sotto (in Mi bemolle).

Ho anche altrte chitarre, ma la Fender per me rimane la migliore, ci puoi suonare di tutto e secondo me è la chitarra più versatile che ci sia.

Davide

Hai suonato tuttavia anche tutti gli altri strumenti, come basso e tastiera oltre al programming di una batteria elettronica. Insomma, si tratta di un disco interamente realizzato da solo?

Luke

Esatto, si tratta di un’opera strumentale interamente realizzata da me, senza nessun tipo di interferenza a livello compositivo ed esecutivo.

Devi sapere che se avessi voluto, avrei potuto ingaggiare un vero batterista, famoso a livello mondiale e suggeritomi da un mio caro amico.

Non posso fare il nome, ma sarebbe stata anche una mossa strategica furba, come del resto fanno in molti. Ebbene ho optato per non fare questa manovra.

Tuttavia non è escluso che in futuro possa fare una cosa del genere, per ora sono soddisfatto così.

Davide

“Opus Omnia”, dal titolo, è il brano che in qualche modo ti raccoglie e più ti rappresenta in questo momento del tuo percorso? Vi citi Paganini?

Luke

Opus Omnia, ovvero opera totale è un vero tour de force di riffs, melodie e assoli.

Sì, direi che è il brano che mi rappresenta in pieno, all’inizio vi è una citazione di Paganini, ovvero un frammento del moto perpetuo.

L’ho studiato per 7 o 8 mesi ed è veramente una sfida; io ho estrapolato una sezione e l’ho integrata nella mia canzone, mescolando poi riffs metal, armonie e ovviamente guitar solos.

Davide

Ne “Il Diavolo” mi pare di aver colto il cosiddetto tritono o diabolus in musica. Cos’è per te il “diavolo in musica”?

Luke

Quel brano è una specie di scherzo, in effetti si basa tutto su un riff diminuito, appunto diabolus in musica.

Nei tempi antichi era considerato dissacrante e proibito, oggi invece nel metal è usatissimo.

Oltre a quello, io in questo pezzo uso dello shred furioso su scale diminuite ed esatonali.

Davide

Tra i titoli spiccano anche i serial killer, lo squalo preistorico Megalodon, le misteriose forme di vita – magari aliene – e, insomma, la fascinazione dell’oscuro. La musica è un antidoto? Cos’è capace in particolare di neutralizzare di negativo e di risvegliare di positivo per te?

Luke

La musica è una forma di espressione per quanto mi riguarda.

Io non ho il desiderio di piacere a tutti, anzi direi proprio che vado nella direzione opposta. Titoli come Serial Killer, Megalodon e Life Forms sono esattamente temi che mi interessano, dossier su serial killers, documentari su mostri marini preistorici e film di fantascienza, li trovo intriganti e mi appassionano, quindi ho cercato di fare dei brani che descrivessero questi temi.

Davide
Nei tuoi brani c’è anche spazio per l’improvisazione? Fulvio Binetti ha definito l’improvvisazione un mix di studio e istinto, creatività e slancio verso l’ignoto, una forma di esplorazione dell’io che diventa esaltazione individuale e negazione dei propri limiti. Cos’è per te?

Luke

L’improvvisazione per me è una delle cose più importanti, ecco perchè in me forse ci sono piccole venature di Jazz.

Diciamo che se non sai improvvisare, difficilmente puoi essere un musicista veramente efficace. L’improvvisazione poi vuol anche dire verità, quel che succede non lo puoi nascondere.

Personalmente mi piace improvvisare e vorrei sempre migliorare in questo.

Davide

Cosa seguirà?

Luke

Sto pensando ad un concept album strumentale, ma sarà un lavoro monumentale, mi ci vorranno forse 3 anni per realizzarlo,vedremo.

Intanto spero che qualcuno ascolti questo disco, potrebbe anche trovare qualche spunto interessante dentro.

Un saluto a te Davide e a tutti i lettori!

Rock on!!!

Davide

Grazie e à suivre…

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