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Intervista con Giuseppe Calini

6 min read

Rocker di lunga data, giunto al 18° album. Giuseppe è sempre stato coerente con la sua musica, con le sue idee, con sé stesso. Suona da una vita e non si è mai piegato alle major e alle mode del momento.
Per lui la musica deve essere sincera, senza effetti particolari e con ritocchi di post produzione. La sua Telecaster, so che ne possiede una quindicina, l’immancabile Vox AC30 e la sua voce sono l’inconfondibile biglietto da visita. Rock puro, senza fronzoli.
Come scrive Priulla nell’enciclopedia hard e heavy italiana… “gli anni passano, le generazioni si scontrano ma c’è un cuore in cui il rock delle origini non smette mai di battere”. Mi sembra dica tutto. 
Legato alla sua città nell’ultimo video recitano anche i legnanesi. L’ultimo singolo racconta una storia vera che come sempre Giuseppe propone con ottimismo. Guai se non fosse così per chi suona rock, figuriamoci per lui. Per lui il rock non è solo musica ma uno stile di vita.

Track-list

Old style rock’n’roll
Take me home, casa mia
Biglietto per la vita
Ritorno in Alabama
Good bye Route 66
Guardo, sorrido e dico “io non ho”
Viaggio nel mondo
Sono come un blues che non ascolterai mai
Quello che ci metti dentro
Spara, spara ancora

http://giuseppecalini.it/main/

Intervista

Davide

Ciao Giuseppe. Un tempo la santa trinità della controcultura, come nell’espressione coniata dal magazine LIFE nell’ormai lontano 1969, decollata poi con Ian Dury e non solo, era “sesso, droga e rock’n’roll”. Perché dunque “Polvere, strada e rock’n’roll”?

Giuseppe

Ah, ah… che domandona. Per fortuna ho cambiato la Santa Trinità. Molto meglio una strada polverosa che una vita di droga. 

Davide

Come sono nate queste tue nuove canzoni, in quale particolare momento della tua vita e del tuo percorso musicale?

Giuseppe

Sono nate come risposta a un’ingiustizia subita da un ragazzo. Per averlo difeso mi ha regalato una bellissima Telecaster USA e con quella ho scritto queste canzoni in pochi giorni. Ho raccontato questa storia in musica. 10 canzoni, 10 viaggi, un augurio. Una strada polverosa, un po’ come la vita, non c’è niente di facile ma è anche bello combattere per raggiungere l’obiettivo. Se poi c’è di mezzo un’ingiustizia, ancora di più. Non si molla!

Davide

Chi ha suonato con te?

Giuseppe

I musicisti che da anni mi accompagnano in questo bellissimo viaggio musicale. Simone Sello, Johnny Tad e in questo disco ha suonato un assolo anche mio figlio piccolo, Marco 13 anni, un fenomeno con la chitarra elettrica. Il mix l’ha fatto come sempre Mike Tacci, mi conosce bene e ormai non devo nemmeno più dirgli come vorrei i suoni, i volumi…

Davide

Torniamo indietro alla prima volta che ti sei appassionato alla musica rock e hai cominciato a suonare la chitarra. Come è nata dunque questa passione, attraverso quali primi dischi?

Giuseppe

Frequentavo le scuole medie, ero in gita su un pullman. La radio passò un pezzo “Whatever you want” degli Status Quo. Rimasi fulminato. Erano anni in cui in Italia si sentivano solo i cantautori, ascoltare quel pezzo rock così fuori dagli schemi fu fantastico. Pensa, erano ospiti a SanRemo, e mi furono subito simpatici perché davanti a tutta quella gente in smoking vedere la più classica delle rock band, con capelli lunghi, basettoni, gilet….era davvero fuori dal normale. Da allora sono cresciuto con la loro musica.

Davide

La versatile Telecaster è la tua chitarra preferita?

Giuseppe

Si, ne ho un po’, dalla Standar alla Deluxe, la Thinline, HMT (rarissima) e anche una Elite e le varie Custom. Tutte riverniciate per un tocco più personale. Mi piacciono le Telecaster, Sono chitarre spartane, senza fronzoli. Hanno un suono inconfondibile e poi la forma è da “duro”. La Strato ha troppe curve…ah,ah. 

Davide

Canti in italiano ma spesso usi anche parole inglesi e fai riferimento a un immaginario culturale americano (sicuramente “on the road”), come già si arguisce da titoli come “Ritorno in Alabama” o “Good bye Route 66”. Perché?  

Giuseppe

Si canto italiano perché sono italiano. È una mia scelta,. Poi ci aggiungo sempre qualche parola in inglese, parole che ormai fanno parte della nostra quotidianità, facili  e capibili da tutti. Certo hanno un suono più adatto alla musica ma se si riesce a trovare il giusto compromesso anche l’italiano è adatto al rock più puro. Per l’immaginario on the road … cosa c’è di più immaginario di una strada americana percorsa da un’auto americana con giù il finestrino e con a tutto volume “Polvere strada e rock’n’roll”? Magari con la figura del sole che sta tramontando e con un cartello che indichi la via “Biglietto per la vita” Keep on rockin, buon viaggio!

Davide

“Old style rock’n’roll”… Perché hai scelto di affidare il mixaggio al veterano  losangelino Mike Tacci (Van Halen, Metallica, Cheap Trick, Michael Schenker Group ecc.)?

Giuseppe

Ci conosciamo da tanto. Mike ha mixato molti dei miei dischi, Pensa che mentre sto scrivendo è qui con me (ti saluta) e sta sorridendo. Ogni tanto viene a trovarmi in Italia, è un amico semplice e sincero. I suoi mix mi piacciono perché danno profondità ai suoni. I bassi e le casse sono “tridimensionali”. Difficile da trovare in Italia un mix così.  Qui da noi preferiscono tutti stare sulle frequenze medie. 

Davide

Born to lose… Live to win… Dividere il mondo tra perdenti e vincenti è da sempre un’abitudine tipicamente americana. Ma, a parte questo, nel rock non erano i vincenti ad avere le storie più avvincenti, come disse Dave Marsh (Creem, Rolling Stone). Com’è la questione dal tuo punto di vista? Il rock è voce e portavoce ideale dei “winners” o dei “losers”?

Giuseppe

Il rock è e deve essere portavoce del non arrendersi mai. Sia che si vinca o che si perda. C’è tanta, troppa confusione. Il vero rock non ha niente a che fare con la mano con le corna (simbolo classico dei primi metallari) né tantomeno con i tatuaggi o i pearsing. I rocker (e basta vedere i gruppi inglesi dgli anni 70) avevano jeans, e camicia. Il resto fa parte di altri generi che tanti confondono con il rock. Il rock è semplice, è figlio del blues, non ha bisogno di troppe smorfie…. Poi ci sono le varie forme, per esempio il Glam rock. Adesso vanno di moda i Maneskin. che molti spacciano per Glam rock.  Mi chiedo se chi dice così abbia abbia mai visto gli Sweet. Il Glam, quello vero è quello, suonato con timpano  e rullante….

Davide

Cosa seguirà?

Giuseppe

Non so, non mi piace stabilire tutto a priori. So che il mio prossimo disco sarà sempre il più bello ( Ah,ah …)
Nel frattempo seguitemi sul sito di Music Force http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/2550-giuseppe-calini-polvere,-strada-e-rock-n-roll
in cui trovate tutte le notizie che mi riguardano, la bio, il videoclip e i link per l’acquisto del disco che è uscito solo fisicamente.
Sul mio Fb  Giuseppe Calini – Rocker

Davide

Grazie e à suivre…

Giuseppe

Grazie a te Davide, mi sono piaciute molto le tue domande, davvero originali. Spero di averti dato buone risposte. A presto e se avrai tempo, ascolta il mio album, alza il volume e fai buon viaggio, qualunque destinazione tu scelga ti farà compagnia.

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