KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Patria – Fernando Aramburu

3 min read

Guanda Editore
Narrativa
Pagg. 632
ISBN 9788823525085 
Prezzo Euro 16,00

Le tragedie della guerra civile

In Spagna, nei Paesi Baschi, vivono, fra l’altro, due famiglie, nelle quali il capofamiglia dell’una muore assassinato in un attentato dell’ETA, nelle cui file milita un membro dell’altra. Peraltro, i due nuclei erano molto amici, circostanza che rende ancora più stridente l’evento delittuoso, una tragedia nella tragedia, perché nulla sarà più come prima. Aramburu, nel parlarci dei membri di queste famiglie, riesce a ricreare l’atmosfera di un paese in cui i “nemici” possono risiedere nella stessa casa, magari avere addirittura il pianerottolo in comune, e questo è il dramma di ogni guerra civile, forse la più “incivile” fra tutte le guerre. Inoltre l’autore ci riporta le sensazioni, le opinioni di ognuno di questi familiari, quasi un’inchiesta, che però è un romanzo e del romanzo ha le caratteristiche di opera che scorre veloce, ma che permette anche al lettore di riflettere. Così facciamo conoscenza con Txato, la vittima, con la moglie Bittori, con i figli Xavier e Nerea; per l’altra famiglia ci sono le storie vissute da Joxian con la moglie Miren, con il primogenito, membro dell’ETA, Joxe Mari, e gli altri due figli Arantxa e Gorka. Di ognuno prendiamo così una conoscenza diretta, riusciamo a comprendere torti e ragioni, poco a poco si ritrae l’impressione di averli sempre conosciuti, si arriva a illudersi che potrebbero essere nostri vicini di casa. Ma su tutto domina la sofferenza, la sofferenza dei familiari per la perdita del padre, il dolore dell’altra famiglia per la perdita di un amico e per un’amicizia che non sarà più tale. Aggiungo che questa sensazione di entrare a far parte della storia porta dapprima a una nostra attrazione, poi all’immaginazione di vivere anche a noi nel paesino della vicenda, Euskadi. Sono d’accordo che è un’illusione, ma la capacità di attrarre il lettore è proprio quella di coinvolgerlo, di essere almeno un testimone inerte, se non addirittura partecipe della storia. Aramburu raggiunge questo raro pregio mescolando abilmente i periodi temporali, come se anche noi, nel corso della narrazione, avessimo memoria degli eventi passati, come se le radici degli altri fossero anche le nostre. 

Patria è questo e proprio per questo è un capolavoro.

Fernando Aramburu, nato a San Sebastián nel 1959, ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza e negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal 2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi alla scrittura e alle collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti, che sono stati tradotti in diverse lingue e hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Patria (Guanda, 2017), uscito in Spagna nel settembre 2016, ha avuto un successo eccezionale e un vastissimo consenso, conquistando – fra gli altri – il Premio de la Crítica 2017. In Italia ha pubblicato Vita di un pidocchio chiamato Mattia (Salani, 2008), I pesci dell’amarezza (La Nuova Frontiera, 2007), Il trombettista dell’utopia (La Nuova Frontiera, 2005), Anni lenti (Guanda, 2018) e Mariluz e le sue strane avventure (Guanda, 2019).

Commenta