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Intervista con Joe Debono Quintet

9 min read

Disponibile su tutte le piattaforme digitali e in copia fisica da venerdì 28 maggio 2021, Acquapazza è il nuovo disco firmato Joe Debono Quintet, poliedrica e interessante formazione costituita da cinque musicisti di notevole caratura come Dino Rubino alla tromba e al flicorno, Rino Cirinnà al sax tenore, Joe Debono al pianoforte, Nello Toscano al contrabbasso e Paolo Vicari alla batteria.

Prodotto dall’etichetta discografica Anaglyphos Records e supportato da Malta Arts Fund – Arts Council Malta, la tracklist del CD è formata da nove composizioni originali figlie della magmatica materia grigia del pianista, eccezion fatta per Innu Lil San Guzepp, brano autografato da Carlo Diacono. Acquapazza è un album improntato su una fascinosa commistione di generi musicali comprendente jazz, blues, gospel e rock, ma senza mai legarsi strettamente e indissolubilmente a nessuno di essi. Questo intrigante mélange stilistico è ulteriormente impreziosito da un’accentuata componente mediterranea, volta a donare una maggiore autenticità e integrità a tutte le composizioni e all’interpretazione dei cinque musicisti, reale punto nodale e stella polare del progetto.

Una mediterraneità che testimonia la forte e vicendevole influenza sul jazz del passato e del presente. Il pianista e compositore maltese Joe Debono si esprime così sulla sua nuova realizzazione discografica: «Questo progetto nasce con l’intento di documentare una collaborazione che dura da cinque anni. Grazie al Malta Jazz Festival, che mi ha permesso di suonare con diversi musicisti affermati, fra cui Rino Cirinnà, Stjepko Gut, Roberto Occhipinti e Marcello Pellitteri, nell’edizione del 2016, si è creata una bella e solida amicizia con Rino, che è sfociata nella formazione di questo quintetto. Nel 2018 sono stato invitato al Ragusa Ibla Jazz Festival, e quando nel 2019 mi è stato chiesto di fare un tour a Palermo, Siracusa e Catania, ho discusso con Rino sulla possibilità di formare un quintetto con musicisti siciliani con cui avremmo suonato le mie composizioni, e lui ha subito detto di sì. In una settimana i membri della band sono diventati stabili.

Rino ha subito pensato di coinvolgere Dino Rubino, che non ha bisogno di presentazioni, perché è uno dei più grandi musicisti italiani ed europei, Nello Toscano, memoria storica del jazz siciliano con un background immenso e conoscenza di questa disciplina musicale, e Paolo Vicari, un giovanissimo talento, ma già con molta esperienza alle spalle e collaborazioni di alto livello maturate nel corso della sua carriera. Le intense esperienze che ho vissuto con questi ragazzi hanno consolidato la mia identità di musicista e compositore jazz. Ci si potrebbe chiedere, come mai la Sicilia? Nei miei anni formativi mettevo in discussione la validità della presenza del jazz a Malta. Pensavo che vivere così lontano geograficamente e culturalmente dalle rinomate capitali jazzistiche mi negasse il diritto di continuare a praticare questo linguaggio, tanto da farlo diventare mio.

Indipendentemente da questo, il fatto che dubbi del genere non sono rari nel mondo dell’arte, e forte del pensiero secondo cui il jazz, sebbene sia musica americana, sia diventato legittimamente appannaggio del mondo intero, mi ha spinto ad andare avanti. Ma c’è di più: lunghe conversazioni con Rino Cirinnà su questo genere musicale hanno dato luce sul segno ineffabile che, i musicisti di discendenza italiana, hanno lasciato nella storia del Jazz».

Biografia

Pianista di estrazione classica, dal tocco raffinato, melodicamente e armonicamente assai sensibile, Joe Debono ha scoperto il jazz grazie a suo zio: Charles Sciberras. Fondamentale la figura di questo batterista nel percorso artistico del pianista maltese, poiché gli ha permesso di entrare in svariati e importanti circuiti jazzistici. Dopo una serie di prestigiosi studi accademici, che hanno alzato in modo esponenziale il suo livello di preparazione musicale, Debono ha avviato numerose e significative collaborazioni con uno stuolo di jazzisti parecchio affermati nel panorama internazionale, fra i quali: Charles Gatt, Laurie Simson, Walter Vella, Andrew Micallef, Gianluca Renzi, Fabrizio Bosso, Aldo Bassi, Carlo Muscat, Alex Bezzina, Joe Camilleri, Stjepko Gut, Rino Cirinnà, Roberto Occhipinti, Marcello Pellitteri, Yoni Zelnik, Fred Pasqua, Bertil Strandberg, Hetty Kate, Olivier Zanot, Olivier Degabriele, Paolo Vicari, Nadine Axisa, Sandro Zerafa, Mark Kelso, Jim Doxas, Remi-Jean LeBlanc, Carmelo Venuto, Alessandro Presti, Dino Rubino, Nello Toscano.

Le sue specchiate qualità artistiche sono state particolarmente apprezzate in giro per il mondo, come, ad esempio: Grecia, Tunisia, Turchia, Gibilterra, Germania, Italia, Svizzera, Canada. Attualmente tiene lezioni di improvvisazione jazz presso la Malta School of Music. Joe Debono è anche il direttore artistico di Offbeat Music Bar, che ha la missione di coltivare un hub per gli amanti della musica attraverso esibizioni dei migliori talenti locali e stranieri.

Facebook: https://www.facebook.com/joe.debono.790

Instagram: https://www.instagram.com/debono.joe/
Bandcamp: https://joedebono.bandcamp.com/

Comunicato Stampa Red & Blue – Stefano Dentice

Little things / Gigi / Comedy Biography / Innu Lil San Guzepp / The City / Overcome / One waved a goodbye tear / Granelli / Acquapazza.

Intervista

Davide

Ciao Joe. Come si è incontrato e costituito q uesto notevole quintetto?

Joe

Dopo aver incontrato Rino Cirinnà a Malta Jazz Festival , mi è stato chiesto di fare un tour a Ragusa, Palermo, Siracusa e Catania. Ho discusso con Rino sulla possibilità di formare un quintetto con musicisti siciliani con cui avremmo suonato le mie composizioni, e lui ha subito detto di sì. Grazie anche al supporto di Arts Council Malta, che ha finanziato gran parte di questo progetto, in una settimana i membri della band sono stati definiti. Rino ha subito pensato di coinvolgere Dino Rubino, uno dei più grandi musicisti italiani ed europei, Nello Toscano, con un background immenso e con una grande conoscenza di questa disciplina musicale e Paolo Vicari, un giovanissimo batterista con tanta esperienza e tante collaborazioni importanti.

Davide

Con quali obiettivi più peculiari sono nate questa collaborazione e queste composizioni?

Joe 

Ho sempre amato la Sicilia. E ora, che ho incontrato degli amici meravigliosi, più che mai. Io che vengo da una isola piccolissima trovo conforto nell’avere l’isola più grande nel Mediterraneo come vicina di casa. Trovo che tante cose come l’ architettura, le feste e le tradizioni, così come il modo di vivere, siano molto simili a Malta. Allora per me è un po’ come Malta, ma con più risorse, particolarmente più musicisti. E la qualità c’è. È stato sempre un mio sogno suonare con dei musicisti siciliani. Il calore mediterraneo, la felicità di stare insieme, la relazione con la natura. I membri del gruppo provengono tutti dalla Sicilia e io da Malta, due isole con un particolare ritmo esistenziale e modo di vivere. L’album cerca di riflettere su quel concetto.

Davide

L’acqua pazza è una tecnica di preparazione del pesce che affonda le sue radici nella tradizione delle regioni di mare del sud Italia. C’entra qualcosa con il titolo di questo lavoro?

Joe

Il titolo è un applauso a istituzioni e individui che lavorano contro il riscaldamento globale. Come hai detto tu, acqua pazza è una ricetta italiana dove si cuoce il pesce usando dell’acqua del mare o salata. Se non stiamo attenti finiremo come il pesce, cucinati nello stesso ambiente dove viviamo. Dobbiamo trovare l’equilibrio, perché ci stiamo facendo del male.

Davide

Scrisse D.H. Lawrence a proposito di Malta: “Persa tra Europa e Africa, appartiene a nessun luogo. Appartiene a nessun luogo, non essendo mai appartenuta a nessun luogo. Alla Spagna e agli Arabi e ai Fenici, più di tutto. Ma come se non avesse mai veramente avuto un destino. Nessun fato. Lasciata fuori dal tempo e dalla storia”… Qual è invece la tua Malta e come la si può leggere in filigrana nella tua musica?

Joe

La mia Malta guarda sempre oltre le sue sponde, sempre curiosa e assetata di nuovi incontri. È anche polverosa, arida e ha l’odore di qualcosa che brucia sempre in sottofondo. E poi c’è il mare, che soffia sale. La musica rispecchia gli intensi e bellissimi rapporti con gli amici, melodie che ti ricordano quelle lunghe storie che ti sembra di aver sentito prima. Una esistenza sempre tradizionale, ma che si avvicina alla modernità, con un ritmo moderato, ma in un microcosmo denso.

Davide

Quali sono stati, diretti o indiretti, gli autori e musicisti che ti hanno avvicinato e appassionato alla musica e com’è nato il tuo desiderio di creare e scrivere la tua musica?

Joe

Ci sono molti musicisti che mi hanno influenzato e che hanno reso la mia vita in generale più bella e più eccitante. Come giovane pianista di formazione classica, ricordo di aver ascoltato Shostakovich suonare i suoi preludi e fughe, e il livello di interpretazione e il modo fluido e preciso della sua esibizione mi ha davvero colpito. Immagino sia stata quella freschezza nell’esecuzione che mi ha incuriosito di nuovo quando ascoltavo con mio zio l’album “LA is my Lady” di Frank Sinatra, con la big band di Quincy Jones, un disco che abbiamo ascoltato insieme centinaia di volte, come anche l’album di Miles Davis: ‘Birth of the Cool’. Successivamente ho ascoltato Herbie Hancock, Paul Bley o Keith Jarrett e attraverso di loro ho scoperto Barry Harris, Bud Powell, Monk ecc. La prima edizione del Malta Jazz Festival ha avuto un grande impatto su di me. Suonavano Elvin Jones Group, Chick Corea trio e Michel Petrucciani. Ricordo ancora quell’energia particolarmente speciale. Scrivere le mie composizioni è stato un passaggio naturale. Normalmente quando facciamo concerti con il trio suoniamo degli standard, ma poiché questa formazione offriva nuove possibilità, ho sentito il bisogno di proporre alcune delle mie composizioni. 

Davide

La copia del vostro cd di cui sono in possesso ha una particolarità magari significativa, come una anomalia, una controtendenza: se voglio estrarre il cd guardando il fronte della copertina, devo farlo dal taglio che è a sinistra invece che a destra…

Joe

Alcuni dicono che è bene usare la mano non dominante. Ma no, non è questo il motivo. Per farla breve, doveva essere così, perché l’artwork si vede meglio. 

Davide

Sei tra l’altro il Direttore Artistico di Offbeat Music Bar. Immagino che durante la pandemia la sua attività sia stata assai ridotta. Cosa siete riusciti a fare e a proporre  nonostante tutta la disastrosa situazione? Come sta ripartendo?

Joe

Abbiamo chiuso la prima settimana di marzo prima che venisse dato l’ordine di chiudere i bar. Il locale è piccolo e non abbiamo voluto rischiare nulla. Ci manca. Non potevamo fare nessun concerto dal vivo. Come sai, noi musicisti siamo stati tra i più colpiti. Sarebbe interessante vedere la reazione del pubblico. Specialmente dopo questo anno difficile. Un concerto dal vivo sarà qualcosa di ancora più speciale di prima, sia per noi che per il pubblico. Il bar aprirà alla fine di settembre, speriamo con meno restrizioni. Non vedo l’ora.

Davide

Tieni da tempo lezioni di improvvisazione jazz presso la Malta School of Music. Qual è la prima cosa che ti preme insegnare nell’approccio all’improvvisazione nella musica jazz?

Joe

L’importanza di cantare e ballare attraverso il tuo strumento, come sono riusciti a fare i grandi del Jazz.

Davide

Qual è il passato a cui vi siete appoggiati e qual è il futuro a cui vi siete protesi con questo lavoro?

Joe

Questo lavoro cerca di trasmettere delle emozioni che nascono da esperienze personali. Vedere per la prima volta la bellissima spiaggia di Granelli, alle prime luci del sole, la nascita di mio figlio Gigi, di sentirsi ‘a casa’ , il calore mediterraneo, la felicità’ di stare insieme etc. Spero che il futuro porti sempre più queste belle cose, di suonare di più con questo gruppo, altri musicisti e in situazioni diverse. Adesso che mi sono tuffato, vedo che l’acqua è profonda, quindi bisogna continuare a nuotare.

Davide

Bix Beiderbecke disse che una delle cose che più gli piaceva del jazz era che non sapeva cosa stava per succedere dopo. Cosa più ti piace del jazz, cos’è per te il jazz?

Joe

La sua freschezza, la sua spregiudicatezza, ed è anche ballabile.

Davide

Cosa seguirà?

Joe

Un duo con Rino Cirinnà e poi vediamo.

Davide

Grazie e à suivre…

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