KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Pietro Sabatini

6 min read
PIETRO SABATINI & CO.
Past & Present / Passato e Presente
U.d.U. records 2019
 
 
 
2 CD edizione limitata e digitale – Udu Records / New Model Label
Il cantautore fiorentino ritorna con un nuovo doppio lavoro, un’occasione per riprercorrere la sua carriera con l’aggiunta di brani inediti. Molti lo ricorderanno come membro dei Whisky Trail, probabilmente la prima formazione in Italia a dedicarsi al folk irlandese fin dagli anni ’70. I dischi ebbero una certa diffusione, pubblicati da un’etichetta storica come Dischi Dello Zodiaco, diretta da Virgilio Savona. Dopo 34 anni passati con i Whisky Trail (con ben 11 cd e concerti in tutta
Europa) ed essersi cimentato con altre band (come i Peter Cam e i Meeting), Pietro Sabatini aveva voglia di canzoni pensanti e di impegno, eseguite con brillantezza e leggerezza.
Il suo attuale folk rock strizza l’occhio al blues, lasciando da parte le atmosfere irlandesi: già con i precedenti cd solisti come Dark & White ed Aurelia Allargata, l’attualità italiana ha fatto capolino e non poteva essere altrimenti per questo maremmano/livornese, divenuto fiorentino per esigenze lavorative e orgogliosamente con in tasca la tessera dell’ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
 
Tracklist
CD1 (Past): 1 . Gliding / The Given Note 2. Waiting 3. Hold on 4. A little dream 5. Buy & sell 6. Le colline del Cornia 7. Dopo tantnto tempo 8. Bella ciao 9. My lonesome heart
 
CD2 (Present): 1. Verità 2. Bellezza 3. Lino & Linda 4. Sleeping beauty 5. Diversity 6. Il tempo non si ferma mai 7. Dignità 8. Le belle partigiane 9. Cavalieri (passato e presente)
 
Registrato a Firenze, Venturina e Piombino.
Musica e testi sono di Pietro Sabatini eccetto Bella Ciao (trad.), Dopo tanto
tempo (Bellucci, Sabatini, Bellucci), mentre Gliding / The Given Note vedono
testi adattati da liriche di Seamus Heaney.
Missaggio e mastering: Nicola Cavina c/o Eipe Records, Firenze 2019
Foto di copertina: Linda Sabatini e Fred Betteridge
 
Video “le belle partigiane”
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Pietro. Come sono nate queste tue ultime nuove canzoni, da quale punto attuale della tua vita e della tua storia di musicista e autore?
 
Pietro
Sono nate da sensazioni interne, riflessioni, stati d’animo, dalla vita esterna che ci circonda e che volenti e nolenti ci coinvolge.
 
Davide
Ci presenti  gli altri musicisti presenti nel tuo lavoro?
 
Pietro
Alla batteria c’è Francesco Giomi che suona con me ormai da 4 anni e che è del mio paese originario: Venturina Terme (Li). In “Cavalieri” al basso c’è Lorenzo Frangini anche  lui della mia zona. In “Waiting” e “Dopo Tanto Tempo” sono presenti due vecchi amici che suonavano con me quando eravamo ragazzini: Nevio Bellucci all’Hammond e Eliusco Minelli alle tastiere. In “Dignità” e “Bellezza” alla batteria c’è il fiorentino Paolo Carniani mentre in “Bellezza” e “Le Colline del Cornia” il senese Maurizio Costantini al contrabbasso.
 
Davide
Una parte di canzoni sono nuove versioni di altre registrazioni del tuo passato musicale recente e meno recente. Come le hai rivisitate e per quale motivo?
 
Pietro
C’erano canzoni a cui ero affezionato ed erano entrate a far parte del repertorio dei concerti. Erano state registrate acusticamente e ora avevano preso un’altra decisa fisionomia, più energica, più elettrica e anche se venivano dal mio passato recente e meno recente facevano ormai parte del presente.
 
Davide
Ci sono canzoni in lingua inglese e altre in lingua italiana. Cosa determina la scelta di una lingua o l’altra e come cambia il tuo approccio alla scrittura, come condizionano l’inglese oppure l’italiano la composizione stessa e la tua stessa interpretazione?
 
Pietro
Questa è una bella domanda! Da giovanissimo e nei 34 anni con i Whisky Trail ho sempre praticamente cantato in inglese (sono anche laureato in inglese ed ho insegnato inglese), però sono italiano e all’inizio di questo nuovo secolo ho sentito l’esigenza  di esprimermi anche nella mia lingua natale. Oggi è la canzone stessa che mi suggerisce quale lingua usare, lo capisco quasi subito cosa lei preferisce ed io capisco qual’è quella più adatta.
 
Davide
La tua esperienza solistica di cantautore non più dedito al mondo strettamente celtico ha inizio con “In the light” nel 2011. Cosa ti ha legato alle tradizioni musicali delle regioni celtiche anglosassone e irlandese, cosa di meno o cosa ancora ti collega ad esse?
 
Pietro
Ho ancora molti parenti negli Stati Uniti e nel ’64 da bambino ho vissuto un’estate intera a San Francisco. E poi viaggi in Irlanda, Inghilterra, Scozia, incontri, amicizie e la cultura anglosassone e irlandese sono entrate nella mia vita e tuttora qua e là tornano fuori.
 
Davide
Di cosa parlano le tue liriche? C’è un filo conduttore, un legame tra le canzoni e una loro  consequenzialità narrativa o esplorativa che da “Gliding/The Given Note” portano all’ultima canzone “Cavalieri (Passato e presente)”?
 
Pietro
Come dicevo all’inizio nelle mie liriche c’è un po’ di tutto, come anche il mio pensiero politico-sociale e devo dire che, sì, fin da “Gliding/Waiting” a “Cavalieri” mi sono reso conto che c’era un filo conduttore, a volte più chiaro a volte meno, ed ecco perchè anche la scelta del titolo “Passato & Presente/Past & Present”!
 
Davide
Quali sono stati i tuoi artisti del passato più amati e seguiti, quali quelli del presente? Ce n’è stato uno in particolare che ti ha deciso a suonare e cantare?
 
Pietro
Beatles, Traffic, Cream, CSN&Y, Pink Floyd, Hendrix, Dylan, Woody Guthrie, Led Zeppelin, Jethro Tull, musica irlandese, il blues, De Andrè, tutti questi artisti sono stati la mia influenza musicale. Oggigiorno non saprei dire, qua e là c’è qualcosa che mi piace. I Beatles penso mi abbiano spinto, aiutato, a iniziare a suonare e cantare.
 
Davide
Passato e presente… Siamo dunque pervenuti alla cosiddetta era dello streaming, dei talent show, del DIY casalingo al computer ecc. Come hai visto cambiare la musica da quando hai cominciato ad oggi, come in meglio, come in peggio dal tuo punto di vista? Come ne immagini il futuro?
 
Pietro
Penso che la tecnologia sia una buona cosa per gli esseri umani quando è usata per aiutare veramente l’umanità, non per schiavizzarla e renderla dipendente (parlo di queste cose in “Buy & Sell”).
 
Davide
Il poeta Louis Aragon scrisse di aver reinventato il passato per vedere la bellezze del futuro. In che modo il tuo “Past & Present” intreccia passato e presente e verso quale futuro ideale?
 
Pietro
Io credo nei valori come giustizia, armonia, libertà, creatività, amore, solidarietà, rispetto reciproco, e quindi nel mio piccolo cerco di ricucire il Passato con il Presente per costruire un futuro migliore, di bellezza. È dura ma ci provo!
 
Davide
Perché riproporre “Bella ciao”? Qual è il suo lascito da ricordare? Cos’è per te oggi la Resistenza?
 
Pietro
“Bella Ciao” è stata presente nella mia vita sin da quando avevo 16/17 anni e volevo confrontarmici a modo mio. Rappresenta la memoria di un periodo in cui il popolo italiano, o una grossa parte di esso, ha espresso uno dei momenti più alti di auto-elevazione, auto-proclamazione di se stesso, cioè quella “Sleeping Beauty” (Bellezza Dormiente) di cui parlo nella canzone omonima e che dovrebbe essere l’esempio alto per raggiungere quegli ideali rimasti purtroppo incompiuti!
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Pietro
Mah che seguirà?! Per quanto mi riguarda io so che continuerò a fare musica fino a che avrò la possibilità di farlo.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Pietro
Grazie a te e “à suivre”…

1 thought on “Intervista con Pietro Sabatini

  1. Pietro
    “Bella Ciao” è stata presente nella mia vita sin da quando avevo 16/17 anni e volevo confrontarmici a modo mio. Rappresenta la memoria di un periodo in cui il popolo italiano, o una grossa parte di esso, ha espresso uno dei momenti più alti di auto-elevazione, auto-proclamazione di se stesso, cioè quella “Sleeping Beauty” (Bellezza Dormiente) di cui parlo nella canzone omonima e che dovrebbe essere l’esempio alto per raggiungere quegli ideali rimasti purtroppo incompiuti!
    Ah, si ? Ora te la racconto io Bella ciao

    BELLA CIAO di Ernesto Scura

    Dice Cesare Bermani, scrittore di sinistra particolarmente attento agli eventi collegati alla guerra di Resistenza: “Fischia il vento, sull’aria di un canto d’amore russo, “Katjuša”, è stata la canzone partigiana più cantata dai partigiani comunisti.

    A metà anni sessanta il centrosinistra, al governo, diede forza alla sinistra che ha puntato su “Bella ciao” come simbolo per dare una unità posteriore al movimento partigiano“ con connotazioni più propriamente nazionali, onde fugare quell’ombra di servile sudditanza derivante dall’aver adottato come inno ideologico un inno sovietico. E quì occorre precisare che “Bella Ciao”, non solo non venne mai cantata dai partigiani ma, addirittura, l’odierno testo che noi conosciamo, fu adattato sulle note di una vecchia canzone che descriveva il duro lavoro delle mondine curve nelle risaie del vercellese. E non solo le note, ma anche l’iterativo ritornello “o bella ciao” fu adottato pari pari, tanto per completare il plagio, dando così, almeno, un tocco di orecchiabilità, alla porzione innovativa di quel testo colmo di strafalcioni e sgrammaticature. Dunque, il “Bella Ciao” partigiano fu un maldestro arrangiamento di un canto di sofferenza per farne un inno di “Guerra”, anche se quelli che oggi l’intonano, vogliono spacciarlo per un inno …”pacifista”. Cioè, per conquistare la “libertà, che si fa ? si combatte e, forse, persino, si muore. Ecco, “Bella Ciao” è l’inno postumo all’eroismo e alla lotta non combattuta per la libertà ma per il trionfo del comunismo. E, a ben vedere, tutt’oggi noi non godremmo di quella libertà, senza il sacrificio di morti e di sangue pagato da quei soldati Yankees. Non vi basta ? E allora sentiamo la dichiarazione di un campione della sinistra, il comunista Giorgio Bocca, di cui nessuno può negare la correttezza morale e la sua partecipazione attiva alle fasi più pericolose di quella guerra partigiana: “L’unica cosa certa, é che in venti mesi della guerra partigiana non l’ho «mai sentita cantare» (e pure gliela suonarono al suo funerale). Della prima volta che fu cantata abbiamo un dato certo : fu ad un congresso della Gioventù Comunista Mondiale, tenutosi a Praga, nel 1947, quindi a guerra ormai finita da due anni, intonata, a squarciagola, dalla delegazione italiana, con l’attuale testo banale e sgrammaticato di cui vi offriamo in’impietosa dissezione ”anatomica”. “Una mattina mi son svegliato, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, una mattina mi son svegliato, ed ho trovato l’invasor.” E CHI PARLA SEMBREREBBE UN UOMO. “O partigiano portami via, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, o partigiano portami via che mi sento di morir. PORTAMI VIA. ALLORA È UNA DONNA? MAH ! “MI SENTO DI MORIRE”. NELLA CORRETTA LINGUA ITALIANA, “SENTIRSI DI…” STA A SIGNIFICARE LA VOLONTA DI FARE QUALCOSA, QUINDI, NEL CASO IN ESAME “VOGLIO MORIRE” (ma si può essere più fessi di così ?) SAREBBE CORRETTO DIRE “MI SENTO MORIRE”. “E se io muoio da partigiano o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e se io muoio da partigiano tu mi devi seppellir”. È UN UOMO CHE DÁ DISPOSIZIONI DI SEPOLTURA. “E seppellire, lassù in montagna, o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao e seppellire lassù in montagna,sotto l’ombra di un bel fior”. MA CHE OMBRA PUÒ FARE UN FIORE ? “Tutte le genti che passeranno o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, tutte le genti che passeranno diranno che bel fior”. DOPO UNA RICERCA IN INTERNET EMERGE: ‘Le “genti” è una parola che non si trova più nei testi moderni. “forse si trova in qualche poesia un po’ antiquata, ad esempio ” le straniere genti” (foreigner populations)”. “E questo è il fiore del partigiano, oh bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao, e questo è il fiore del partigiano morto per la libertà”. PAPARAZUMPA, PAPARAZUMPA,PARAPAZUMPAPAPÀ. PROVATE A CANTARLA CON QUESTA FILASTROCCA ACCOMMPAGNATA DAL RITMO DEI BATTIMANI, È GARANTITO L’EFFETTO DA CONGRESSO DEL PRESIDIUM DEL SOVIET SUPREMO DELL’UNIONE SOVIETICA.

    Ernesto Scura

    DA INTERNET :
    GRAMMATICA
    
    sentirsi
    regge l’infinito senza preposizione; quindi, è un errore dire: mi sento di morire; più correttamente si deve dire mi sento morire.

    Italiano
    @QueenOfFabulous le “genti” è una parola che non si trova più nei testi moderni. “forse si trova in qualche poesia un po’ articolata, as esempio ” le straniere genti” (foreigner populations).
    la gente e le persone sono la stessa cosa.
    a quel concerto c era molta gente.
    a quel concerto c erano molte persone.
    significano la stessa cosa.

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