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Mai-Star

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gioco per 3-6 persone
Autore: Seiji Kanai
Editore: Alderac Entertainment Group (www.alderac.com)
 
Seiji Kanai è noto dalle nostre parti più che altro per “Love Letter”, ma in realtà ha realizzato molti altri giochi, per la maggior parte composti da carte, dalla durata ridotta e dalla bassa complessità (dei tipici filler); fino a  qualche anno fa erano rimasti tutti confinati alla terra del Sol Levante (e infatti erano prodotti da lui in persona, ad opera della Kanai Factory), fino a quando la AEG non li ha pubblicati sul mercato internazionale, naturalmente dopo averli tradotti in inglese (nonostante il giapponese sulle carte le renda molto esotiche, bisogna capire cosa c’è scritto sopra per poterci giocare).
L’ambientazione di Mai-Star è tipicamente giapponese, ovvero siamo nel mondo delle geishe, curiosamente il titolo è metà giapponese e metà inglese, Mai significa danzante, mentre la parola Star non esiste in giapponese e lo si capisce dal fatto che nel titolo della versione originale la seconda parola è Hoshi, ovvero “stella”; invece le meccaniche sono, a detta dell’autore, ispirate ai giochi della serie Uno, dove il fine ultimo è quello di rimanere senza carte in mano, ma con l’aggiunta di svariati effetti speciali che si attivano giocando le carte in un certo modo.
La scatola è di dimensioni abbastanza compatte (più o meno come due mazzi di carte) e contiene:
– un mazzo di carte,
– sei carte per le geishe,
– un blocchetto segnapunti,
– il regolamento (in inglese).
Le carte sono illustrate molto bene, con colori vivaci e personaggi caratteristici, conviene però imbustarle perché non sono molto robuste; ci sono scritte che descrivono l’effetto, per cui conviene che i giocatori conoscano per lo meno le basi dell’inglese per poter giocare (oltre alle scritte ci sono anche dei simboli, ma non sono chiari, e non vengono spiegati nel regolamento).
La preparazione è estremamente rapida, ogni giocatore sceglie una delle carte geisha (il primo giocatore va determinato casualmente) e riceve una mano di cinque carte, poi si può iniziare. Ogni carta geisha riporta un potere speciale e tre valori numerici (da uno a cinque), che rappresentano la loro abilità nelle esibizioni, nel servire e nell’intelligenza.
Nel proprio turno ogni giocatore deve eseguire una delle seguenti azioni:
– giocare una carta dalla propria mano come ospite, posizionandolo sopra alla carta geisha, ma solo se il valore indicato come requisito (in alto a sinistra) è minore o uguale alla caratteristica corrispondente della geisha; molti degli ospiti hanno un potere speciale, che il giocatore può decidere se attivare o meno.
– giocare una carta dalla propria mano come sponsor, in questo caso va posizionato a destra della carta geisha, e i suoi modificatori (in basso a sinistra) contribuiranno ad aumentare le caratteristiche della geisha; a differenza dell’ospite, uno sponsor non dà punti vittoria alla fine del round e non si può attivare il suo potere speciale. Dopo aver giocato un ospite va pescata una carta dal mazzo.
– scartare fino a due carte dalla propria mano e pescarne altrettante dal mazzo.
– riprendere uno sponsor e rimpiazzarlo con uno dalla propria mano.
– pescare una carta dal mazzo.
I turni continuano in questo modo fino a quando un giocatore non rimane senza carte (oppure si esaurisce il mazzo di pesca), si conclude il round corrente e si procede a conteggiare i punti vittoria di ognuno (registrandolo sul blocchetto segnapunti, se preferite il metodo analogico), sommando il valore in monete di ogni ospite e sottraendo due punti per ogni carta ancora in mano.
Si raccolgono tutte le carte e si rimischiano in un nuovo mazzo di pesca, e si inizia il secondo round (il primo giocatore è colui che ha il punteggio inferiore), con sei carte a testa, il terzo round si gioca allo stesso modo, ma con sette carte iniziali. Al termine si fa il totale complessivo e chi ha il punteggio più alto vince la partita, in caso di parità vince chi è rimasto con meno carte in mano (in caso di ulteriore parità, si condivide la vittoria).
Come vedete dalle regole il gioco è molto semplice, sia da spiegare che da giocare, in pratica si tratta di valutare le carte che si hanno in mano e decidere quali utilizzare come modificatori (sponsor) e quali utilizzare come punteggio (ospiti); è apprezzabile il “temporizzatore” stabilito dalle dimensioni della mano, per ogni carta giocata come ospite ci si avvicina alla fine della partita, per ogni carta giocata come sponsor tale distanza rimane inalterata (o aumenta, se si è costretti a pescare una carta). Ma il gioco non è pura valutazione, dato che gli effetti speciali degli ospiti sono fortemente diretti al danneggiamento degli avversari, per cui non è infrequente rubarsi a vicenda gli ospiti, gli sponsor o le carte in mano; è possibile difendersi, ma bisogna essere riusciti in anticipo a giocare un determinato ospite. Ovvero, non è un gioco da mettere in tavola quando ci sono giocatori che non apprezzano un sano conflitto diretto.
In conclusione, se state cercando di sostituire Uno con un gioco altrettanto semplice e rapido, ma che non sia così minimalista (per non dire terra-terra), ma ben ambientato, e potete sopportare una buona dose di alea e di “take-that” (no, non il gruppo musicale, intendo dire gli effetti di danneggiamento reciproci), allora recatevi in… nel vostro negozio online di fiducia (oltre alle dimensioni, anche il costo è contenuto, il che non guasta mai).

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