gioco per 1-6 persone
Autori: Morten Monrad Petersen, Jamey Stegmaier, Alan Stone
Editore: Stonemaier Games (www.stonemaiergames.com)
Come suggerisce il titolo, l’argomento di questo gioco è il vino e tutto quello che ruota attorno a questo prodotto, i giocatori sono infatti chiamati a gestire delle aziende agricole (localizzate in Toscana), impegnate a piantare viti, raccogliere uva, produrre vini, e farli conoscere e apprezzare al pubblico. Nonostante il vino sia un’eccellenza del nostro paese, il gioco è stato realizzato da un editore statunitense (per la precisione di St. Louis, in Missouri), che nonostante alcune leggerezze a livello di meccaniche, ha dimostrato conoscenza e interesse sull’argomento (e suggeriscono di accompagnare una partita ad un buon bicchiere, anche se l’elenco di negozi vinicoli sul loro sito da cui comprarlo è limitato agli USA).
E Viticulture è stato il titolo di esordio della Stonemaier Games, casa editrice che successivamente si è fatta conoscere e apprezzare in tutto il mondo con Scythe (che ha raccolto su Kickstarter ben 1,800,000$); sempre su Kickstarter sono state proposte nel tempo varie edizioni ed espansioni di Viticulture, e quest’ultima, la Essential Edition, è la sintesi e l’amalgama delle aggiunte più riuscite (alcune, non incluse qui, erano abbastanza al limite dell’argomento come “Formaggio”, che aggiungeva la produzione e stagionatura del prodotto omonimo, e “Mafia”, che aggiungeva… beh, lasciamo perdere).
La scatola è abbastanza compatta (più o meno come quella di “Carcassonne”) e contiene:
– una plancia,
– sei plancette per i giocatori,
– segnalini di legno in sei colori di varie forme,
– soldi di cartoncino (la valuta scelta è la Lira),
– semisfere di vetro,
– vari mazzi di carte,
– regolamento e guida rapida.
I materiali sono molto buoni, con una grafica in tinte pastello che rende bene l’atmosfera “bucolica”, le carte sono robuste, ma conviene imbustarle; i segnalini di legno sono ottimi, ho contato ben quattordici forme differenti (anche se alcune sono un po’ difficili da distinguere l’una dall’altra) e per “impreziosire” il gioco è possibile acquistare a parte delle monete di metallo; sia sulla plancia che sulle carte ci sono delle scritte in lingua (oltre ai simboli), per cui conviene che i giocatori conoscano bene l’inglese (tutte le carte vanno tenute segrete fino all’utilizzo). C’è da notare che le plance sono a doppia faccia, ma sull’altro lato troverete le scritte in tedesco (senza però che siano presenti le carte in tale lingua).
Per la preparazione, ogni giocatore prende una plancia (sembrano tutte uguali, ma in realtà ognuna contiene il colore di un giocatore); vengono piazzati i segnalini per i punti (un tappo) sullo zero, mentre quello per i pagamenti (una bottiglia) va al centro della “ruota” apposita. Vengono mischiati i quattro mazzi di carte e posizionati sulla plancia comune, poi ogni giocatore pesca una carta dal mazzo “Mama” e una dal mazzo “Papa”, queste determineranno la dotazione iniziale (solitamente due lavoratori standard e un lavoratore grande, più una dotazione assortita di carte e monete), con la possibilità di scegliere tra un determinato edificio o del denaro; queste carte si possono eliminare (non serviranno più durante la partita). Ogni giocatore piazza tre carte campo sulla propria plancia, si sorteggia un giocatore iniziale (a cui andrà il segnalino con il grappolo d’uva) e si può iniziare.
Una partita dura un numero imprecisato di round, sotto forma di anni, ognuno dei quali suddiviso in quattro stagioni:
– primavera: partendo dal primo giocatore e procedendo in senso orario ognuno piazza il proprio segnalino gallo su una casella del tracciato “risveglio”, che determinerà l’ordine del turno per l’anno in corso, e attribuirà un determinato vantaggio (minore per chi agisce prima, maggiore per chi agisce dopo, fino ad arrivare ad un lavoratore extra per l’ultimo);
– estate: i giocatori, secondo l’ordine del tracciato risveglio potranno piazzare un lavoratore sulle caselle estive, oppure passare, quando tutti hanno passato questa stagione termina (notare che i lavoratori rimarranno impegnati e inutilizzabili fino alla fine dell’anno);
– autunno: i giocatori a turno potranno pescare una carta dal mazzo visitatori giallo o blu (rispettivamente utilizzabili in estate o inverno); se si è costruito il cottage si potrà pescare una carta in più;
– inverno: questa stagione si svolge allo stesso modo di quella estiva, ma saranno disponibili solo le azioni invernali.
Per eseguire un’azione estiva o invernale il giocatore dovrà piazzare un lavoratore su una delle caselle disponibili (per ogni azione c’è solo una casella se si gioca in una o due persone, due caselle giocando in tre o quattro, tre caselle in cinque o sei); se tutte le caselle sono impegnate non si potrà scegliere quell’azione, a meno che non si utilizzi il lavoratore più grande, che può essere piazzato anche in una casella già occupata. Nota: la seconda casella di ogni azione ha un vantaggio extra quando la si utilizza.
Le azioni disponibili in estate sono:
– pescare una carta vite, dal mazzo verde nella propria mano;
– piantare una carta vite, dalla propria mano in uno dei propri campi, con la limitazione che non si può superare la capacità del campo (5, 6, o 7) sommando il valore delle viti presenti (si possono mischiare viti rosse o bianche, anche di tipi differenti). Alcune viti hanno dei prerequisiti, per cui devono essere presenti i tralicci, l’irrigazione o entrambi; se si è costruito il mulino, si guadagnerà un punto vittoria.
– giocare una carta visitatore estivo (dorso giallo) dalla propria mano, ottenendone i vantaggi;
– costruire una struttura (tra le otto possibili) pagandone il costo in denaro;
– vendere il mosto (ottenendo il denaro indicato), vendere un campo (se non contiene viti, ottenendo il denaro indicato ma perdendo la possibilità di utilizzarlo) o ricomprare il campo (pagando il denaro indicato);
– organizzare una visita nell’azienda, guadagnando il denaro indicato (se si è costruita la sala di degustazione, si guadagnerà un punto vittoria se si ha del vino in cantina).
Le azioni disponibili in inverno sono:
– pescare una carta ordine, dal mazzo viola nella propria mano;
– addestrare un nuovo lavoratore, che diventerà disponibile dall’anno prossimo;
– giocare una carta visitatore invernale (dorso blu) dalla propria mano, ottenendone i vantaggi;
– vendemmiare un campo, piazzando nei tini uno o due segnalini di vetro di valore corrispondente alla somma delle uve rosse e bianche presenti in un campo (le carte delle viti rimangono nel campo), da uno a nove per ognuno dei due tipi. Se la posizione è già occupata da un mosto, allora si dovrà piazzare il segnalino in una casella libera di valore inferiore;
– produrre vino, togliendo un segnalino mosto e piazzando un segnalino vino di valore uguale nella cantina; si può produrre vino fino al valore tre con la cantina standard, se si è costruita la cantina media si potrà arrivare fino a sei (e si potrà produrre un rosé sommando un mosto di uva bianca con un mosto di uva rossa), e se si è costruita la cantina grande si potrà arrivare fino a nove (e si potrà produrre un frizzante sommando un mosto di uva bianca a due mosti di uva rossa);
– soddisfare un ordine, togliendo dalla cantina uno o più segnalini vino corrispondenti a quelli indicati su una carta ordine dalla propria mano (ma si può soddisfare un ordine anche con un vino di valore più elevato), guadagnando i punti vittoria e i pagamenti indicati (si sposterà il tappo sul tracciato dei punti vittoria e la bottiglia sulla ruota dei pagamenti).
Oltre a queste azioni, c’è sempre la possibilità (sia in estate che in inverno) di piazzare un lavoratore sulla casella del carro (che non ha limiti di capacità) per guadagnare una Lira, oppure se si ha costruito il giogo, usare l’azione corrispondente per vendemmiare un campo o estirpare una carta vite (riprendendola in mano).
Alla fine dell’anno i giocatori sposteranno in avanti di una casella tutti i loro mosti e i loro vini (aumentandone il valore con l’invecchiamento), vengono ripresi tutti i lavoratori dalla plancia, si guadagna il denaro indicato dalla ruota dei pagamenti, si scartano le carte oltre alle sette, e viene passato il segnalino del primo giocatore alla sinistra dell’attuale, giocando il prossimo anno.
Quando un giocatore raggiunge i venti punti vittoria la partita termina alla fine dell’anno corrente, e vince il giocatore con più punti vittoria; in caso di pareggio si controllano successivamente questi tre criteri:
– denaro posseduto,
– valore del vino in cantina
– valore del mosto nei tini.
Viticulture come meccanica è un classico “piazzamento lavoratori”, e sintetizza tutti gli elementi più apprezzati nel genere, come varietà delle azioni a disposizione, profondità delle decisioni da prendere, rapidità delle partite (si rientra nella mezz’ora per giocatore) e possibilità di far giocare in modo soddisfacente fino a sei persone (ci sono pochissimi giochi che arrivano a questo numero senza allungare a dismisura i tempi), partendo da una modalità in solitario veramente competitiva, dato che utilizza regole automatiche (dalla difficoltà regolabile) per far agire un avversario, contro il quale misurarsi; completa la valutazione positiva la bellezza dei materiali e la cura con la quale sono stati realizzati.
Notare che, come molti giochi di questo tipo, non c’è una competizione diretta (non avrebbe molto senso dato l’argomento), ma comunque ostacolarsi è sempre possibile, data la ristrettezza del numero delle azioni a disposizione, e la decisione di dove posizionarsi nell’ordine del turno è un elemento da valutare molto attentamene. C’è una notevole varietà delle partite, data dalla distribuzione dei poteri speciali delle carte visitatore (e per la dotazione iniziale), anche se tale varietà aumenta l’alea, dato che pescare un ordine adatto o no ai vini che si ha in cantina può fare una bella differenza (come pescare solo ordini per i vini rossi quando si ha appena piantato un campo di sole uve bianche).
In conclusione, se state cercando un “piazzamento lavoratori” coinvolgente ed estremamente flessibile, questo è il titolo adatto a voi. Tra parentesi, spero che gli autori sappiano (o siano stati informati) che nella realtà i vini rosé (e quelli frizzanti) non si creano mischiando uve bianche e rosse o, per lo meno, spero che non li facciano così negli USA.