KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con OYLOKON

7 min read

LIFE BELONGS TO DEATH 

Nato dalla mente del chitarrista Runes, da vent’anni impegnato nella musica, il progetto Oylokon vede la luce grazie al connubio tra lo stesso polistrumentista (chitarra e basso) e Reinblood che si occupa della voce e dei testi. Olot completa il trio alla batteria. Nato dall’intenzione di ritornare a un sound anni ’80/’90, “Life Belongs To Death” riprende certe sonorità sempre gradite, ma che non avevano trovato fino ad ora una degna realizzazione. Thrash/death “old school”, quindi, senza fronzoli che da sempre piace ai membri della band, senza pensare nello specifico alla vendibilità del prodotto e alle possibilità di distribuzione dello stesso, ma mettendo al primo posto soltanto il piacere di farlo. Il simbolo (nell’inner sleeve) che caratterizza il gruppo è l’unione tra la runa “Odal” (“scritta” al contrario/rovesciata) ed “Algiz”: quindi, la parte umana abiura il divino e quest’ultimo – a sua volta – “rifiuta” l’umano, non vuole “sacrifici” o riti e non ha avuto parte nella sua generazione/creazione e non interferisce con esso (“Cenotaph”). L’album è attualmente disponibile presso gli store indicati sul sito “Facebook” della band (www.facebook.com/oylokon).
Mazzarella Press Office
 
Intervista 
 
Davide
Ciao e complimenti per il valido debutto. Anzitutto ho da chiedervi che cosa significa Oylokon.
 
Oylokon (Reinblood)
Non “significa” assolutamente niente! È la creatura, l’unica entità esistente “al di sopra” del quale non esiste, né è mai esistito (…né mai esisterà, evidentemente!) alcun’altra entità o dio o come vogliamo/volete chiamarlo. Non è il “creatore” e nemmeno un “castigatore” o “premiatore” nella comune accezione delle religioni rivelate, confessionali e non. È estraneo ed indifferente alle sorti degli umani, per cui non è una divinità comunemente intesa semplicemente perché non si “rapporta” all’umano, nel senso che non richiede sacrifici o preghiere, è “altro” e distante. Divino ed umano sono due piani distinti ed effettivamente separati e distanti. Potrei dirla -contrariamente agli Slayer-  “dio non ci odia tutti”, semplicemente, se ne fotte di noi! In questo modo, personalmente, per quanto possa essere rilevante, diciamo che personalmente sono tra l’agnostico e l’ateo, riconosco, tuttavia, l’assoluta “serietà” nel professarsi, che ne so, odinisti, satanisti o seguaci “della via della mano sinistra”.
 
Davide
Perché nelle vostre intenzioni volete ricreare l’old sound thrash/death metal dei decenni ’80 e ’90?
 
Oylokon (Runes): La nostra non è un’intenzione specifica legata al genere musicale. Si tratta semplicemente della musica che ancora oggi amiamo ascoltare, insieme a generi musicali più “attuali”. Sicuramente il thrash/death è un genere a cui siamo legati perché ha rappresentato l’inizio di un percorso, la base da cui poi è stato possibile aprirsi ed apprezzare cose anche parecchio differenti. Però nel decidere di creare gli Oylokon abbiamo scelto di tornare alle origini, al sound da
cui siamo partiti e al quale siamo indissolubilmente legati.
Oylokon (Reinblood): In realtà il nostro genere non è creato a tavolino, non avendo “obblighi produttivi” facciamo ciò che ci piace e che ci piace maggiormente ascoltare: thrash/death “old school” senza fronzoli… Anche se quel tempo è inesorabilmente passato (ma solo nelle proposte discografiche) molta di quella energia e violenza primigenia è tuttora presente e noi ne siamo i testimoni!
 
Davide
Chi sono Runes, Reinblood e Olot? Quali sono le vostre precedenti esperienze musicali?
 
Oylokon (Runes) Sono il chitarrista e bassista ed il compositore delle musiche. Negli anni 90 ho suonato in molte band thrash/death della scena campana. Oggi oltre al mio impegno negli Oylokon, sono il chitarrista del gruppo rock-gothic Rossometile. Reinblood è il cantante e l’autore dei testi. Olot non è una persona fisica ma è l’acronimo di “Our Lord Of Technology”, è sostanzialmente una batteria campionata, proprio come in “The industrialist” dei Fear Factory, subito dopo l’uscita di Gene Hoglan.
 
Davide
Di cosa parlano i testi di “Life belongs to death”?
 
Oylokon (Reinblood): Non trattiamo tematiche particolari né siamo di quei gruppi “nichilisti” o “misantropi” che oggi fa molto figo; trattiamo di temi “universali” (consentiteci il termine, con tutta la modestia di cui siamo capaci): la fine cui siamo tutti sottoposti (“Against worms”), il post-vita (“Perpetual prayer”), la critica al paternalismo ed alle bugie che il “potere costituito” usa nei confronti dei sottomessi (“Mass perfection”), la negazione della resurrezione e di tutti i fenomeni di premorte – una volta “passata la soglia” non torni più indietro (“No one turns back”) – appunto, anzi, non puoi nemmeno girarti indietro – come Orfeo – hai presente? del delirio di onnipotenza di qualcuno che ritiene di poter fare cose, impossibili per gli altri ma che non sa di essere ammalato di schizofrenia (“Dry the sea”), parliamo del disagio della malattia mentale di un assassino affetto da disturbo “bipolare” che è conscio di ciò e chiede al suo alter ego, letteralmente, di aiutarlo a fermare la marea di sangue che lo governa (“The black at my back”) e così via. Basta, altrimenti ti parlo di tutto l’album!
Certo è che, e credo di poter parlare anche a nome di Runes, non usiamo la musica per lanciare “messaggi”: vogliamo solo esprimere il nostro disagio – e quindi dell’essere umano – rispetto alla propria natura.
 
Davide
Un titolo e un’idea di fondo sulla vita e sulla morte per “stimolare la vita con il sentimento della morte”, come scrisse Saint-Beuve? O cosa?
 
Oylokon (Reinblood) Mi spiace ma qui non c’è stimolazione che tenga! nel senso che non credo che molti vivano o si viva meglio pensando di dover ineluttabilmente morire! diversamente non ci sarebbe tutta questa “merda” in giro: penso alla semplice sopraffazione dell’uno contro l’altro (quindi all’egoismo imperante) o, peggio, alla scientifica volontà di mettere gli uni contro gli altri da parte di chi governa per poter confermarsi sempre al potere: il celeberrimo “divide et impera” è fottutamente attuale!
 
Davide
L’album è introdotto dalla traccia “Cenotaph”. C’è una correlazione tra l’opera d’arte, musicale o meno, e l’artista ricordato dalla tomba vuota della sua opera-cenotafio?
 
Oylokon (Reinblood) C’è effettivamente una correlazione tra il “cenotafio” e la pervicace, direi infantile, volontà degli esseri umani di dotarsi e servirsi di mezzi che in realtà non hanno una funzione specifica se non quella di essere “simbolo”: penso, per tutte alla religione! In Cenotaph ho plasticamente rifuso (parlo in prima persona perché io mi sono occupato dei testi) tutto l’Oylokon-pensiero. Quindi, come dicevamo in principio: Io sono altrove, non puoi ritrovarmi dove mi collochi, Non ho alcun dio al di sopra di me, non sarò salvato per “grazia” né verrò ricordato per atti di fede, non c’è alcuna rivelazione senza una dannazione, un castigo, tu, umano, sei nato già condannato, nasci nel dolore e muori invano ma io, Oylokon, resterò vivo!
 
Davide
Rabindranath Tagore disse che “i suoni comunicano con Dio”. Cos’è per voi il suono, cos’è la musica? Cosa vi preme più di tutto conoscere e far conoscere/comunicare attraverso il suono e la musica?
 
Oylokon (Runes) Il suono è movimento. Lo è da un punto di vista fisico nel senso che il suono è prodotto dall’oscillazione di un corpo, ma lo è anche per ciò che determina su di noi. La musica genera inconsciamente la necessità di mettersi in movimento, di entrare in sintonia in una specifica frequenza coerente con la frequenza della musica che si sta ascoltando. Il suono quindi ha su di noi un’azione fisica derivante dalla sua origine fisica, ma esiste poi un’altra azione di cui esso è capace che ha a che fare invece sulla nostra mente. I suoni ci rimandano necessariamente a delle sensazioni, a dei ricordi, fanno emergere delle paure, possono trasmettere speranza o depressione, possono stimolarci alla meditazione, metterci in contatto con l’altra parte. Il suono è uno strumento potentissimo che ha un’azione molto profonda su di noi, e chiunque sia dotato di un minimo di sensibilità non può farne a meno.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Oylokon (Runes) Gli Oylokon sono un progetto discografico quindi non sono previsti live. È in preparazione il secondo album per il quale prevedo sonorità ancora più rocciose e dirette. La “ritmica” toglierà ogni spazio alla melodia…e sarà solo dolore!
 
Davide
Grazie e à suivre…

Commenta