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Rosabella? Rosebud!

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Rosabella? Rosebud!

C’è da non crederci ma solo dopo la visione di "Quarto potere", che giaceva da sei mesi in un’anonima videocassetta sommersa dalle riviste, ho scoperto che "Rosebud" è una citazione da questo film. "Rosebud", ovvero Rosabella, è l’ultima parola che Charles Foster Kane (il titolo originale del film è "Citizen Kane") pronuncia prima di morire. "Rosebud" diventa il pretesto per ricordare la sua vita da un punto di vista differente da quello di tutti gli altri giornali. Cercando di scoprire cosa significhi la parola "Rosabella" Orson Welles nel 1940 confeziona un film formidabile, decisamente più moderno di tutto il resto della produzione cinematografica dell’epoca. Di "Quarto potere" si parla fin dalla stesura della sceneggiatura quando si sparge la voce che potrebbe essere stata modellata sul magnate della stampa Hearst, intoccabile, o sul proprietario della Kodak Julien Brulatour che volle fare di sua moglie una cantante a tutti i costi. "Quarto potere" esce nell’Aprile del 1941 dopo essersi facilmente sbarazzato delle beghe legali ma il pubblico non gli decreta lo stesso successo della critica. "Quarto potere" non è semplicemente un film sulla stampa e su come può far girare il mondo. "Quarto potere" è un film su di un uomo che potrebbe essere unicamente americano: decisionista, sfacciatamente ottimista, altruista per tornaconto, sognatore, ambizioso.
Charles Foster Kane viene affidato dai genitori ad un’istituzione bancaria all’età di sei anni, dopo che nel terreno di loro proprietà è stato trovato un giacimento, assicurandone la crescita e l’istruzione. Ritroviamo Kane 20 anni dopo, quando secondo il contratto stipulato allora prende possesso dei suoi beni. Kane, naturalmente interpretato dall’esuberante Welles in persona, è un vero vulcano. Decide di punto in bianco di comprare un piccolo giornale di città per "scriverci la verità" e riportarlo in alto. Ci riuscirà, ma non sempre il "The enquirer" dirà la verità. Dopo un primo matrimonio fallito tra gli scandali sposa proprio l’amante, un’ingenua giovane che diventa cantante lirica per forza. Finisce i suoi giorni nell’immensa reggia di Xanadu, completamente solo. "Quarto potere" contiene soprattutto una incredibile serie di novità narrative, tecniche e stilistiche da farlo sembrare incredibile. Welles, a soli 25 anni, padroneggia col flashback, adatta alcune scene alla musica che le accompagna e non viceversa come di solito accade. Molte scene sono riprese con la camera appoggiata in terra in modo da rendere un effetto prospettico che colloca istantaneamente ogni personaggio ed ogni oggetto alla giusta distanza e alla giusta posizione. Vedremo Welles-Kane sovrastare letteralmente la sgomenta mogliettina intenta a completare un puzzle, vedremo Kane avvicinarsi ad un camino che lo potrebbe contenere decine di volte e che lui stesso ha fatto costruire, ormai sopraffatto dal suo ego, vedremo Kane completare l’articolo che stronca l’interpretazione della mogliettina in primissimo piano, quasi a contatto con lo schermo ma lontanissimo da quella redazione che non gli appartiene più. La vita di Kane è raccontata attraverso le parole di cinque persone che lo hanno conosciuto, in momenti differenti. Ne escono ritratti molto differenti.
Chi lo vede attaccato solamente alla madre autoritaria, chi lo vede avido di potere, chi lo vede geniale ed incompreso, chi prova rancore verso di lui perché lo ha dimenticato. Kane è indiscutibilmente l’America grassa e felice che ha appena superato la crisi del ’29. Kane scrive la verità anche se è contro sé stesso, Kane si candida (senza successo) alle elezioni, Kane fa addirittura costruire un teatro per farci cantare sua moglie, Kane non ha un momento di cedimento. La ricostruzione giornalistica della vita di Kane non fa che aggiungere altra carta stampata a quella che già produce il giornale di Kane. I giornali fanno la verità, Kane lo capisce e lo impone alla vecchia guardia ben presto sostituita dall’arrembante giornalista degli anni ’40. Il giornale però farà riflettere anche lui, decretandone l’insuccesso politico per via dei titoli scandalistici, aprendogli gli occhi sulle possibilità della moglie. "Citizen Kane" è autobiografico, nonostante Welles si oppose a questa tesi. Kane è l’alter ego di Welles nonostante quest’ultimo nacque in una famiglia ricca. "Quarto potere" è comunque un fiasco per la prestigiosa casa di produzione RKO che infatti metterà a freno le rotelle di Welles con la successiva produzione, "L’orgoglio degli Amberson" tratto da un tranquillo romanzo che Welles interpretò anche per la radio.


Michele Benatti

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