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Misfits

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Un capolavoro. Difficile scendere sotto questa valutazione. La serie british Misfits – in onda fino a qualche settimana fa su E4 – è l’apoteosi del dialogo e della regia, sopra ogni altra cosa. Inglese fino al midollo, questo telefilm in sei puntate è un capolavoro infatti nonostante una trama in qualche modo inconcludente, e nonostante il fatto che prende il via da ciò da cui partono praticamente tutti i fumetti con supereroi: un avvenimento inspiegabile (in questo caso una temporale con grandine gigante) che fornisce a un numero imprecisato di persone superpoteri. E se quando pensate ai superpoteri, pensate agli X-Men, o a The 4400 o ancora ad Heroes, con le loro vicende epocali, i loro toni drammatici, eccetera, beh, sappiate che in Misfits la gestione di cosa vuol dire avere poteri fuori dal comune è molto diversa. Misfits riesce a ridefinire il genere. Riesce a prendere qualcosa di già sentito e trasformarlo in qualcosa di nuovo e ottimo – grazie a dialoghi, diciamo, “giovanili”, realistici e davvero belli, e alla capacità scenica del cast – che è in grado di catapultarci in un mondo nello stesso tempo davvero concreto quanto ai confini della realtà.
I protagonisti sono cinque ragazzi difficili, obbligati a fare un periodo di community service: Nathan (l’incredibile Robert Sheehan) che non riesce a non provocare chiunque gli stia intorno, cacciato di casa dalla stessa madre, Simon, intelligente e timido all’eccesso, che ha tentato di dare fuoco alla casa di un suo amico, Kelly, aggressiva e (quasi) incomprensibile come accento, Curtis, atleta finito nei guai per droga e la sensuale Alisha, arrestata più volte per guida in stato di ebbrezza. I cinque (più un sesto personaggio) sono colpiti da un fulmine mentre stavano dipingendo panchine, sotto la supervisione di Tony Morecombe, ma ancora prima di rendersi completamente conto del fatto che questo avvenimento li ha cambiati per sempre, devono cercare di salvarsi la vita perché Tony stesso è stato vittima della tempesta, che l’ha trasformato in una specie di zombie assetato di sangue.
Scoprire che potere hanno acquisito (e ogni potere è strettamente legato alla loro personalità), non farsi arrestare per la morte del loro responsabile, continuare a vivere la loro vita da adolescenti: questo e poco altro è Misfits. Perché non c’è un supervillain da sconfiggere, ma solo un segreto da mantenere – un segreto che NON è tanto quello di avere superpoteri, ma, come appena accennato, quello di avere ucciso, per legittima difesa, il loro responsabile – in formato zombie. Sempre se non si vuole considerare come supervillain la loro stessa vita – per lo più disagiata, o i loro supepoteri, marchio ulteriore che li rende diversi dagli altri.

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