Carta di Solfagnano: G7 e persone con disabilità
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«Niente su di noi, senza di noi.
Nothing About Us, Without Us»
(motto del movimento mondiale per i diritti delle persone con disabilità)
La Carta di Solfagnano[1], adottata nel primo G7 dedicato all’inclusione e ai diritti delle persone con disabilità[2], è il risultato dell’impegno congiunto dei ministri dei Paesi del G7, riuniti a ottobre 2024 in Umbria. Essa mira a garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità nella vita civile, sociale, economica e culturale, superando l’approccio assistenzialistico in favore di un modello che valorizza i loro diritti, talenti e individualità. La Carta promuove un cambiamento concreto e collaborativo, coinvolgendo governi, organizzazioni e leader del settore per abbattere le barriere che limitano le opportunità e la qualità della vita delle persone con disabilità. L’obiettivo è trasformare l’inclusione in una componente essenziale delle politiche pubbliche e private, spingendo tutte le componenti della società a realizzare un cambiamento duraturo e consapevole.
Il significato della Carta di Solfagnano
La Carta di Solfagnano segna un cambiamento epocale nelle politiche per l’inclusione delle persone con disabilità, spostando l’attenzione dall’assistenzialismo alla valorizzazione della dignità e capacità di ogni persona.
Basata sui principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità[3], la Carta sostiene il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni, rafforzando il principio “Niente su di noi, senza di noi”[4]. Nei suoi otto punti, mira a eliminare le barriere, valorizzare i talenti e garantire pieno accesso e autonomia, trasformando l’inclusione in un valore imprescindibile. L’obiettivo è creare una società equa, in cui ogni persona con disabilità possa vivere senza limitazioni né discriminazioni.
I contenuti della Carta di Solfagnano
1.Inclusione nell’agenda politica
Al suo primo punto[5], la Carta di Solfagnano sottolinea l’importanza di rendere l’inclusione delle persone con disabilità una priorità nelle agende politiche di ogni Paese. Tale impegno riflette la necessità di garantire che il benessere delle persone con disabilità sia un obiettivo centrale e trasversale nelle politiche pubbliche, coinvolgendo ogni aspetto della vita civile, sociale, economica e culturale. L’inclusione deve basarsi sulla partecipazione attiva delle persone con disabilità ai processi decisionali e sul riconoscimento del loro valore e autonomia. Per realizzare un’inclusione autentica, è essenziale adottare misure concrete per rendere accessibili tutti gli ambiti della vita sociale e contrastare le discriminazioni, in particolare quelle multiple che colpiscono i gruppi più vulnerabili. La Carta invita governi, società civile, settore privato e comunità a collaborare per integrare il tema dell’inclusione nei forum internazionali e promuovere una cultura basata sui diritti umani, in cui le persone con disabilità siano protagoniste attive del loro sviluppo e di quello sociale.
2.Accesso e accessibilità
Il secondo punto[6] della Carta di Solfagnano evidenzia l’importanza di garantire l’accesso e l’accessibilità alle persone con disabilità come condizione essenziale per una piena inclusione sociale, economica e politica. L’accessibilità deve riguardare ogni ambito, dal fisico al digitale, includendo infrastrutture, servizi pubblici e privati, trasporti e tecnologie. La Carta promuove un approccio “universal design”[7] per progettare ambienti e servizi accessibili a tutti, attraverso la collaborazione tra enti pubblici, privati e persone con disabilità. Le misure proposte mirano a eliminare barriere di qualunque genere, adottare tecnologie assistive e migliorare l’accessibilità a scuole, luoghi di lavoro e infrastrutture. L’accessibilità è fondamentale per garantire l’autonomia e la partecipazione delle persone con disabilità, promuovendo una società equa e rispettosa della diversità.
3.Vita autonoma e indipendente
Il terzo punto[8] della Carta di Solfagnano afferma il diritto a una vita autonoma e indipendente, essenziale per una piena partecipazione alla società su base di uguaglianza. Questo implica la libertà di scegliere come e dove vivere, supportata da servizi personalizzati che si adattino ai bisogni dei singoli. La Carta promuove un approccio “person-centred”[9], con accesso facilitato a servizi sociali, alloggi adeguati, formazione e opportunità lavorative, riducendo la burocrazia. L’integrazione tra salute, assistenza sociale e servizi territoriali è fondamentale per rendere le persone con disabilità cittadini attivi e protagonisti delle proprie scelte. La tecnologia e gli strumenti assistivi svolgono un ruolo chiave nel favorire l’autonomia, mentre politiche pubbliche mirate devono creare un contesto inclusivo e rispettoso delle aspirazioni personali.
4.Valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa
Il quarto punto[10] della Carta di Solfagnano evidenzia l’importanza di valorizzare i talenti delle persone con disabilità e promuoverne l’inclusione nel mondo del lavoro, non solo come fonte di sostentamento economico, ma anche strumento di piena realizzazione personale, autodeterminazione e benessere. L’inclusione lavorativa è un diritto umano e un elemento essenziale per costruire una società giusta e inclusiva. Per questo, è fondamentale creare ambienti lavorativi accessibili, adottando misure di “ragionevole accomodamento” e utilizzando tecnologie assistive. Le politiche devono essere mirate e personalizzate, garantendo equità salariale, sicurezza, protezione sociale e opportunità di carriera, con particolare attenzione ai gruppi più svantaggiati, come le donne con disabilità. L’inclusione lavorativa richiede un cambiamento culturale che valorizzi il contributo unico delle persone con disabilità, rafforzando la coesione sociale e promuovendo un’economia sostenibile e inclusiva.
5.Nuove tecnologie
Il quinto punto[11] della Carta di Solfagnano si concentra sul ruolo cruciale delle nuove tecnologie nell’inclusione delle persone con disabilità, eliminando le barriere e offrendo nuove opportunità di partecipazione. La Carta promuove lo sviluppo di tecnologie assistive e sistemi di intelligenza artificiale sicuri e inclusivi, sottolineando però i rischi legati a disuguaglianze e all’uso non etico dei dati. Le tecnologie devono essere sviluppate in collaborazione con le persone con disabilità, seguendo il principio dell’accessibilità universale[12] per garantire l’uso senza discriminazioni. La Carta ribadisce l’importanza di formare le persone con disabilità per consentire loro di contribuire allo sviluppo tecnologico quale catalizzatore di cambiamento per una società più equa e resiliente.
6.Sport, cultura e tempo libero
Il sesto punto[13] della Carta di Solfagnano si focalizza sul diritto delle persone con disabilità a partecipare pienamente alle attività sportive, culturali e ricreative, poiché questi ambiti favoriscono l’inclusione sociale, il benessere e il senso di appartenenza. La Carta esorta governi, istituzioni e società civile a collaborare per abbattere le barriere fisiche, culturali e attitudinali, progettando spazi, programmi ed eventi pienamente inclusivi. Lo sport è uno strumento chiave per superare i pregiudizi, con un sostegno specifico agli atleti paralimpici; il settore culturale deve essere reso accessibile attraverso tecnologie e strumenti ad hoc; la partecipazione alle attività di tempo libero è altrettanto cruciale per il benessere e l’inclusione. I paesi del G7 si impegnano a rendere ogni spazio e attività accogliente e inclusiva per tutti, lavorando insieme per costruire una società più equa e coesa.
7.Dignità e servizi comunitari
Il settimo punto[14] della Carta di Solfagnano richiama l’importanza di garantire la dignità delle persone con disabilità attraverso servizi comunitari adeguati, accessibili e inclusivi. La dignità implica il diritto a una vita indipendente e soddisfacente, supportata da servizi flessibili e personalizzati come assistenza domiciliare, accesso ai servizi sanitari e sociali, strutture educative e ricreative. La Carta promuove l’integrazione dei servizi con le risorse locali e la collaborazione tra enti pubblici, società civile e famiglie, per creare un sistema centrato sulla persona e sulla sua autonomia. Adottando un approccio “community-based”[15], la Carta mira a radicare le persone con disabilità nella comunità, garantendo vicinanza, accessibilità e rispetto delle preferenze individuali. L’obiettivo è che tutte le politiche pubbliche riflettano il rispetto della dignità e il diritto alla non-discriminazione, promuovendo una società inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti.
8.Prevenzione e gestione delle emergenze
Da ultimo, l’ottavo punto[16] della Carta di Solfagnano è dedicato alla prevenzione e gestione delle emergenze, riconoscendo la maggior vulnerabilità delle persone con disabilità in situazioni di crisi come emergenze sanitarie, climatiche, conflitti armati o disastri naturali. La Carta impegna i firmatari a considerare i loro bisogni specifici in tutte le fasi di emergenza, dalla prevenzione alla ricostruzione. Questo richiede piani d’emergenza inclusivi, sistemi di allerta accessibili, percorsi di evacuazione e formazione per il personale. La risposta deve garantire continuità nei servizi essenziali, con il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità nella pianificazione. La gestione post-emergenza mira a costruire comunità inclusive e resilienti, integrando la prevenzione nei programmi di sviluppo sostenibile per ridurre i rischi futuri. La Carta promuove una cultura della solidarietà per garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità anche nelle emergenze.
La collaborazione internazionale
La Carta di Solfagnano in tutti i suoi punti ribadisce che la promozione dei diritti e dell’inclusione delle persone con disabilità richiede una forte collaborazione internazionale e il coinvolgimento di una vasta rete di organizzazioni e partner. L’obiettivo è unire le forze tra i Paesi del G7, altre nazioni e organizzazioni internazionali per creare politiche inclusive e trasformative. La Carta promuove una cooperazione interistituzionale che coinvolga governi, organizzazioni della società civile, enti locali, settore privato e comunità, assicurando che le soluzioni adottate rispondano ai bisogni reali. Particolare importanza è attribuita alle organizzazioni di persone con disabilità, essenziali per lo sviluppo di politiche inclusive. Collaborazioni con enti internazionali, come l’International Disability Alliance[17], rafforzano il quadro normativo globale. La collaborazione e il coinvolgimento dei partner sono essenziali per costruire un futuro senza barriere.
Impatto e aspettative future
La Carta di Solfagnano, firmata al G7 sulla Disabilità, rappresenta un impegno concreto per promuovere l’inclusione e la piena partecipazione delle persone con disabilità, ponendole al centro delle politiche nazionali e internazionali. L’impatto si misurerà nella capacità di tradurre gli impegni in azioni concrete per abbattere le barriere e garantire il rispetto dei diritti e delle diversità. Le aspettative sono di rendere la Carta un riferimento comune, coinvolgendo vari attori e promuovendo il dialogo internazionale. Il successo dipenderà dall’adozione di politiche partecipative e dal monitoraggio dei progressi. La Carta è una promessa di cambiamento verso un mondo in cui nessuno sarà escluso e il rispetto dei diritti delle persone con disabilità sarà finalmente la norma.
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- Cfr. https://www.g7disabilityinclusion.it/la-carta-di-solfagnano/ ↑
- Cfr. https://www.g7disabilityinclusion.it/g7-inclusione-e-disabilita-2/ ↑
- La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, è stata firmata dall’Italia il 30 marzo 2007, e ratificata con la Legge 3 marzo 2009, n. 18. Cfr. https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-Disabilities.html ↑
- Per una panoramica sul principio, cfr. AA.VV., Nulla su di noi senza di noi, Franco Angeli, 2022. ↑
- Priority 1. Inclusion as a priority issue in the political agenda of all countries. ↑
- Priority 2. Access and accessibility. ↑
- Il termine universal design, in italiano progettazione universale, è stato coniato dall’architetto Ronald L. Mace e si riferisce a una metodologia progettuale che ha per obiettivo fondamentale la progettazione e la realizzazione di edifici, prodotti e ambienti che siano di per sé accessibili a ogni categoria di persone, indipendentemente dall’età, dalla capacità, dalla condizione sociale o dalla condizione di disabilità (da Wikipedia, l’enciclopedia libera). ↑
- Priority 3. Autonomous and independent living. ↑
- Il termine approccio person-centred, in italiano centrato sulla persona, elaborato dallo psicoterapeuta statunitense Carl Rogers negli anni ’40, parte dal presupposto che ogni persona possiede la capacità di auto-comprendersi, migliorare e trovare soluzioni alle proprie difficoltà, si fonda sul valore predominante dell’esperienza e stimola ognuno ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte e dei propri vissuti. ↑
- Priority 4. Enhancement of talents and work inclusion. ↑
- Priority 5. Promotion of new technologies. ↑
- Il principio di accessibilità universale consiste nel garantire che tutte le persone, qualunque sia la loro condizione, abbiano accesso gratuito ed equo a tutti gli spazi, i servizi e le infrastrutture. Ciò include edifici, trasporti, ma pure sistemi di comunicazione e informazione. ↑
- Priority 6. Sports, recreational and cultural dimension of life. ↑
- Priority 7. Dignity of life and appropriate community-based services. ↑
- L’approccio community-based, in italiano basato sulla comunità, è una modalità di azione che si basa sulla valorizzazione della comunità in cui si intende attivare lo specifico intervento e richiede il coinvolgimento attivo delle persone che ne fanno parte. ↑
- Priority 8. Prevention and management of emergency preparedness and post-emergency management situations, including climate crises, armed conflicts and humanitarian crises. ↑
- Cfr. https://www.internationaldisabilityalliance.org/ ↑