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BONES & Katie Reichs

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E’ da poco terminata la prima serie TV del telefilm poliziesco BONES, in onda fino a poco tempo fa su Rete4. Ventuno le puntate mandate in onda, sulle ventidue della versione originale americana‘. Un telefilm forense, come molti di quelli ultimamente proposti dalle televisioni nostrane che non riesce ad oscurare il successo dei più famosi CSI, NCYS, CROSSING JORDAN ma che riporta alla ribalta il tema del crimine e di coloro che lo combattono con la scienza e mantiene in internet la sua bella schiera di fans e blog tematici.
Che l’Italia sia influenzata nella scelta delle trasmissioni dalle produzioni americane é indubbio, ma sarà forse per il costante aumento dello spazio mediatico dedicato ai crimini che siamo tentati di cercare una rassicurazione in questi programmi, o forse la sempre più crescente voglia di realismo, il pubblico italiano gradisce più che mai i nuovi team di esperti in scienze forensi che assicurano i criminali alla giustizia. Fatto sicuro poi e che, seppure in maniera piuttosto rozza, la presenza di queste tipologie di fiction stimolano l’amore per le scienze nei giovani italiani che sempre più, negli ultimi anni, rinunciano agli studi scientifici creando grossi problemi per l’evoluzione della ricerca nella nostra società.
E adesso anche le scienze forensi affascinano l’Italia ecco i protagonisti di queste nuove storie che analizzano scheletri e resti umani alla ricerca di risposte. Per una volta i protagonisti sono scienziati veri e proprio, non solo poliziotti ma ricercatori universitari, dottorandi, e studiosi del Jeffersonian Institute appassionati di ricerca archeologica, antropologica e biologica che mettono le loro conoscenza al servizio della polizia federale. Insomma, ci giunge d’oltreoceano un telefilm che potremmo quasi definire “educativo” se mi perdonate l’esagerazione, che riesce a sviluppare una sana curiosità verso le diversità umane e le sue caratteristiche peculiari. In molti episodi, cosi come nei romanzi di Kathy Reichs da cui sono tratti i personaggi, possiamo osservare vere e proprie lezioni di anatomia, antropologia fisica, nonché forense ma anche culturale, e sebbene in maniera superficiale, la regia ripropone alcuni temi di natura antropologico/culturale che fanno riflettere: il bisogno di mascheramento (monte di un supereroe), le usanze indiane (la mano), l’uso del vodoo (dopo Katrina), ecc… Non mancano discorsi su usi e costumi rituali pur se astratti da un contesto sviluppato in maniera scientifica.
Insomma un buon punto di partenza per far sorgere nel mondo una minima curiosità sull’uomo e sul ciò che lo circonda. Bones è un riuscito connubio tra antropologia fisica, culturale e scienze biologiche. L’opera è ricca di sarcasmo ma anche di realismo, i personaggi, per quanto sembrino sempre invincibili sono rassicuranti e accurati. Non illudiamoci, di sicuro non mancano licenze poetiche e abbellimenti, oppure i soliti luoghi comuni, ma per essere l’ennesima importazione di un cinema e di una letteratura che non ci appartengono é piuttosto interessante notare come questa volta le cose siano state fatte con maggiore cura, e se anche non si deve dimenticare che in quanto romanzo il contenuto non può sempre essere considerato attendibile al 100% o accurato al massimo, la passione per la ricerca (troppo poco sviluppata in Italia) deve pur partire da qualcosa e la fantasia e un buon punto da cui lanciarsi, dopo tutto cosa spinge i ricercatori se non un sogno e una grande passione????

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