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L’Alta Via dei Monti Liguri. Di un cammino e dell’amicizia

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Riccardo Carnovalini, Anna Rastello, Alberto Dragone

Terre di mezzo Editore (Milano, 2021)

pag. 177

euro 15.00

Chissà se Carlo VIII, quando calò in Italia nel 1494 e incontrò a Santo Stefano di Magra, stazione di di posta di primo valore sulla via Francigena dello spezzone nordico, il giovane signore Piero de’ Medici che lasciava al coronato le chiavi delle Fortezze di Sarzana e Pietrasanta per evitarne il gallico saccheggio, ha vissuto prima dei nostri almeno anlcuni punti del cammino dell’Alta Via dei Monti Liguri. Itinerario che adesso è custodito e rappresentato nel volume firmato appunto dal fotografo originario di La Spezia, Riccardo Carnovalini, dall’informatica e camminatrice, Anna Rastello e dall’ex direttore editoriale di De Agostini, Gribaudo, Gruppo Giunti e Touring Editore, Alberto Dragone; la pubblicazione “L’Alta Via dei Monti Liguri. Di un cammino e dell’amicizia”, una lunga linea di fune stesa da Ventimiglia al paese marinaro di Ceparana, è portato in libreria per la prima volta nel 2021 e nuovamente quest’anno da Terre di mezzo, casa editrice che fa vivere i luoghi perché li rende personaggio delle narrazioni. Un diario aperto, è questo. Di quattro settimane d’escursione ligure compiuta interamente a piedi. “L’Alta Via dei Monti Liguri è diventata nella mia testa qualcosa di molto concreto – spiega in sede di prefazione, fra le altre cose, Dragone – durante l’estate del 1987. Ero a casa di Riccardo Carnovalini e della moglie Cristina, sulle colline sopra Fosdinovo, dalla balconata vedevo la foce del Magra e un po’ del mare che abbraccia il confine tra Liguria e Toscana, lo sguardo limitato dalle colline sopra La Spezia”. E chi ha in mente e negli occhi insomma il quadro ritratto qui da Alberto Dragone sa bene in che fascino superiori si può entrare. Dove un pezzettino di Lunigiana fissato fra Carrara e Castelnuovo Magra, appena sfiorato il fianco di Sarzana con la prepotenza del suo Maestro Guglielmo nella Concattedrale, pulsa forte. Epperò sarà il fotografo spezzino Carnovalini a presentare il testo in maniera ancora più puntuale. Con un lirismo qui sottratto al racconto ma passato in ogni parola da questo camminatore che, tra le altre pubblicazioni, ha firmato gli scatti in un libro con Paolo Rumiz. E le foto dell’ancora più recente “365 volte Europa” (Edizioni Magister, Matera), insieme alla stessa Rastello. Ché “l’Alta Via è davvero il mondo che ha fatto nascere tutto”, per Carnovalini, Rastello e Dragone. “Già da adolescente – premette il fotografo Carnovalini prima di lasciare lo spazio ad uno poesia di Sbarbaro dedicata alla Liguria – sognavo di percorrere a piedi la catena di montagne che abbraccia, senza soluzione di continuità, il grande arco spartiacque della mia regione. Forse non poteva che essere così, considerato che sono nato a La Spezia e sono cresciuto fino alla maggiore età in questa città portuale della Marina Militare. Erano loro le prime montagne dietro casa, quelle da avvicinare”. Quindi l’esperienza della gestione di un rifugio alpino del Cai (Club alpino italiano) sulle Alpi Apuane, appunto. Davanti al triangolo del Monviso. “(…) Mentre, dall’altra parte, l’osso d’Italia andava giù a sud-est, oltre l’Emilia e la Toscana, parallelo allo spazio azzurro e infinito del Tirreno”. Fino al 1977, quando il Centro studi Unioncamere Liguria impegnato nello studio per un’Alta Via dei Monti Liguri da Ventimiglia a Ceparana insieme a Cai, Federazione italiana escursionismo, Gruppo escursionisti savonesi, associazione Pro natura e Italia nostra. Fino all’80 del cominciamento del primo viaggio da Ventimiglia, “nello zaino il libro bianco dell’Alta Via che la direttrice del Centro studi, Meccoli Gualchi, ci ha consegnato una settimana prima con la richiesta di verificare, nella sua interezza, il percorso ipotizzato”. 27 giorni di cammino. Per arrivare da Ventimiglia al termine dell’Appennino. “L’Appennino ligure finisce, infatti, a Ceparana dopo aver lasciato al Monte Gottero lo spartiacque tirrenico-padano per puntare verso La Spezia, divenendo displuviale fra le valli dei fiumi Magra e Vara”. Il libro è zeppo di bellezze e criticità. Il primo capitolo è la prima settimana: “Le Alpi nascono dal mare. Da Ventimiglia a Ormea (tra Liguria e Piemonte, provincia di Imperia e di Cuneo), 6 giorni: sentieri dolomitici, fioriture e panorami inusuali”. La guida critica di questa “Liguria di mezza montagna” si chiude aprendosi “Dove l’Appennino ligure finisce. Da Passo del Bocco a Ceparana completiamo il cammino sull’Alta Via inziato a Ventimiglia (tra Liguria, province di Genova e La Spezia, Emilia-Romagna, provincia di Parma, e Toscana, provincia di Massa-Carrara), 6 giorni”.

 

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