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Intervista con Koza Noztra

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Precedenti interviste:

https://kultunderground.org/art/17905/

https://kultunderground.org/art/18118/

 

I Koza Noztra è una concept metal band formatasi nel 2008 con l’obiettivo preciso di produrre un numero di lavori già deciso fin dal principio entro un decennio (salvo ritardi tecnici). Questo è dunque il programma e il termine entro cui la band ha deciso di dire tutto ciò che ha da dire; e poi di sparire dalla circolazione.

Koza Noztra
– 2008

Tragedia Della Follia
– 2011

Cronaca Nera pt 1
– 2013

Cronaca Nera pt 2
– 2014

Sancta Delicta pt 1
– 2015

Sancta Delicta pt 2
– 2016

Gli Ultimi Giorni Dell’Umanità
– 2018

Siamo dunque al penultimo capitolo, quello di “Santa Delicta Atto II”, prima del conclusivo e apocalittico (o almeno tale si presenta nel titolo) “Gli ultimi giorni dell’umanità”

“Sancta Delicta – Atto II”
1 – Tempo Di Crisi
2 – Koza Noztra
3 – La Valle Dei Morti
4 – Intro: Illuminata
5 – Magia Nera
6 – Stato D’Assedio
7 – Requiem (In Un Battito Di Ciglia)
8 – Coro Delle Ausiliarie

www.kozanoztra.net

Formazione:

L’Onorevole – voce
L’Annunciatrice – voce
Il Diacono – chitarra
Recupero Crediti – chitarra
Calibro 9 – basso
Il Trafficante – batteria

 

 

Davide
Al centro dell’Atto I di “Santa Delicta” ci sono stati soprattutto delitti e stragi di Stato con la cosiddetta strategia della tensione. Cosa c’è invece al centro del secondo Atto?

Koza Noztra
L’inevitabile disfacimento sia dello Stato sia della società che esso governa, eroso dagli stessi germi che produce in continuazione per mantenersi in piedi.
Qualche tempo fa lessi una notizia che mi colpì perché era esemplificativa di tutto questo. Si parlava di una banda criminale, una cosca mafiosa che si occupava di smaltire rifiuti tossici in discariche abusive. E sai dov’erano queste discariche? Praticamente nel loro giardino di casa! Ecco, questo è il paradigma.
A furia di produrre, di imporre, di vendere a ritmo frenetico veleni e antidoti (perché questo fa il Potere), si finisce inevitabilmente per confonderli ed assumerli entrambi allo stesso momento. Veleni di tutti i tipi: chimici, culturali, sociali, economici… prima o poi rientrano tutti nella stessa minestra.
Illuso chi spera di separarli dal brodo con il cucchiaino pensando di essere più bravo di altri.

Davide
Lo Stato, il nostro Stato, consorterie massoniche e mafiose o meno, rimane comunque per voi il vero dio da cui principia e verso cui tende ogni orrore passato, presente e futuro? Qual è il vostro obiettivo nel farne oggetto di canzoni?

Koza Noztra
Lo stesso di un pittore paesaggista nel dipingere lo scenario che si trova davanti in quel momento. Unire i puntini della realtà per avere il quadro completo davanti a noi e contemplarlo nella sua grandiosa bruttezza. Ti dirò una cosa che ti potrà sembrare strana: l’influenza dell’arte nel mondo è sopravvalutata. Nessuno (o quasi) cambia il proprio modo di vedere le cose dopo che ha ascoltato una canzone, visto un film o letto un romanzo. La realtà è sempre più avanti e troppo spesso l’arte può solo imitarla inseguendola.

Davide
Scritto durante la Prima Guerra Mondiale e negli anni subito successivi, perché avete scelto un testo di Karl Kraus tratto da “Gli ultimi giorni dell’umanità” del 1922, “Il coro delle Ausiliarie”?

Koza Noztra
Il nostro ultimo album – anche se non sappiamo ancora quando uscirà di preciso – sarà proprio una sorta di traduzione e rilettura personale di quell’opera, al punto da conservarne anche il titolo. Perché la realtà si mostra a noi molto più crudele e spaventosa di qualsiasi finzione e questo Kraus lo vide benissimo. La sua opera non inventa nulla, cita. Le scene del suo dramma teatrale sono prese dalle cose realmente dette, scritte e fatte nel suo mondo e nella sua epoca. Lui non fa altro che togliere il Velo di Maya a tutto questo e mostrarlo come realmente è. Gran parte delle nostre energie quotidiane sono impegnate e non accorgerci dell’orrore che ci circonda, il che è anche molto faticoso. Appena ti rilassi e hai tempo per riflettere, ti accorgi che viviamo in un mondo fondato sul Male, di cui non riesci neanche a coglierne tutta l’immensità da ogni angolazione. E questo ti spiega come nasca il 90% della narrativa dell’ultimo secolo.

Davide
Ho letto da qualche parte che “siete la band più censurata d’Italia”, primato che pensavo spettasse ai Fucktotum. Potete farci degli esempi di censura che vi ha riguardato?

Koza Noztra
Non suoniamo praticamente mai dal vivo, se non in rare occasioni auto-organizzate. In realtà le censure vere arrivarono solo nel primissimo periodo, ai tempi di “Piovono Bestemmie” che nessuno voleva suonassimo dal vivo. Poi, essendoci esibiti pochissimo dal vivo (meno di 20 concerti in dieci anni), le censure sono state rapidamente dimenticate. Del resto, oggi tutto è censurato alla fonte; anzi, oramai la gente si auto censura, non c’è neanche bisogno di costringere nessuno. La paura che hanno le persone di passare per “complottisti” oppure “razzisti” ecc… riduce di molto le rogne per chi comanda.

Davide
Dunque, non vi siete sciolti nel 2018 come programmato dieci anni prima. E manca ancora un capitolo ai (se non sbaglio) 7 complessivi che avevate programmato. A cosa si deve questo ritardo “tecnico”? State già lavorando su “Gli Ultimi Giorni Dell’Umanità” e cosa potete anticiparne?

Koza Noztra

Siamo italiani medi, con tutti i problemi degli italiani medi. Hai presente quel tipo di uomo qualunque, di “uomo della strada” che in genere fa schifo agli “intellettuali”? Ecco, siamo noi. Quindi, come tutti gli uomini della strada abbiamo i problemi che gli intellettuali non hanno: lavoro, famiglia, soldi e tempo che non bastano mai, stanchezza fisica gigantesca e voglia solo di collassare a letto alla fine della giornata. Riusciamo a vederci solamente una volta alla settimana per suonare insieme ed è già tanto… questo spiega il nostro ritardo sulla tabella di marcia. Ma la sostanza non cambia: il progetto Koza Noztra finirà dopo la pubblicazione dell’ultimo album, “Gli Ultimi Giorni Dell’Umanità” su cui cominceremo a lavorare il prossimo anno, anche se tutti i brani sono già definiti da un pezzo. Saranno 15 canzoni, di cui un Preludio, un Intermezzo ed una Coda. Gli altri 12 brani saranno raggruppati divisi in quattro Movimenti, ognuno composto di tre canzoni: “Guerra”, “Carestia”, “Pestilenza” e “Morte”.

Davide
C’è una voce nuova e femminile nella line up, quella de “L’Annunciatrice”… Perché non rivelate i vostri veri nomi?

Koza Noztra
I nostri veri nomi, in realtà, sono facilmente rintracciabili in rete, ma che importanza hanno? Siamo tutti attori a cui è stato dato un ruolo generico alla nascita.
Poi sta alla nostra volontà ed abilità individuale riuscire ad adattare il copione. Mi sembra che lo dicesse Shakespeare oppure l’Imperatore Augusto, non ricordo bene…

Davide
E poi c’è un ospite, “Agghiastru”, nome d’arte di un artista saccense (di Sciacca) che ha esordito negli anni ’90 con la sua musica metal estrema in cui ha usato la lingua siciliana. Come è avvenuto questo incontro?

Koza Noztra
Abbiamo avuto l’onore di ospitare gli Inchiuvatu nel nostro festival Metallo Nostrum, nel 2013. Agghiastru è una delle menti più creative ed originali che abbia avuto il metal in tutti i tempi. E non parlo solo dell’Italia, perché neanche all’estero hanno mai avuto finora un Agghiastru. Quello che ha fatto e registrato ancora deve essere compreso bene nella sua interezza. Nei suoi dischi c’è una profondità poetica ed introspettiva che la stragrande maggioranza delle band può solo sognarsi.

Davide
Leggo da un articolo de “La Repubblica” che la musica metal più estrema può aiutare a calmare chi l’ascolta a tutto volume. È quanto ha stabilito uno studio dell’Università del Queensland pubblicato su “Frontiers in Human Neuroscience”. Gli psicologi australiani hanno scoperto che il rock heavy metal invece di aumentare la rabbia o l’aggressività, come spesso si pensa, può innescare una reazione opposta, incrementando reazioni positive, e allo stesso tempo attenuando la rabbia e lo stress. Cosa è per voi suonare heavy metal, cosa mettervi o incanalarvi rabbia?

Koza Noztra
Difficile a dirsi. Ognuno vive la musica a modo suo e francamente credo che questi “studi scientifici” lascino un po’ il tempo che trovano. Non esiste una musica o un genere musicale che abbia un solo ed unico effetto, valido per tutte le persone e tutti i momenti delle giornata. Mahler diceva che “comporre una sinfonia equivale a costruire una cattedrale fatta di suoni”. Quindi, una canzone rock o metal può essere una stanza della cattedrale oppure un sottoscala, un’autorimessa o un salotto dove stare con gli amici. Se quello che hai costruito con i suoni ti fa stare bene, allora lo stress diminuisce e ti liberi delle energie negative.
Proprio questo ci fa trovare le forze per ritrovarci tutti i giovedì in sala prove e costruire i nostri mondi sonori.

Davide
Avete una volta affermato che terminato il progetto di “Koza Noztra” volterete pagina, cambierete nome per raccontare un’altra storia. Avete già deciso quale?

Koza Noztra
Dopo i Koza Noztra ci saranno gli Inferno TV, un progetto articolato su tre album, una storia in qualche modo collegata da quella dei Koza Noztra ma sostanzialmente indipendente. Speriamo di trovarci ancora qui per parlarne quando sarà il momento…

Davide
Povera patria schiacciata dagli abusi del potere… “Non cambierà” oppure “Sì che cambierà, vedrai che cambierà”?

Koza Noztra
Cambierà. Probabilmente in peggio.

Davide
Grazie e à suivre…

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