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Intervista con Treehorn

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Golden Lapse

I Treehorn si formano in provincia di Cuneo attorno al 2005 – nel calderone noise che dà vita a band come Cani Sciorri, Fuh, Dead Elephant, Ruggine, Dogs for Breakfast e Io Monade Stanca – e si trasferiscono a Torino negli anni a seguire. L’amore per i suoni potenti e l’avversione per i tempi in 4/4 sono le fondamenta su cui poggia il percorso sonoro seguito dal trio sin dai primi passi. Nel 2008 esce il primo EP “Amine”, seguito nel 2011 dal primo full length “Hearth”, distribuito in Italia e in Francia e che permette ai Treehorn di realizzare tre tour europei, con numerose date oltralpe.

Lo stop volontario che la band si auto-impone nel quinquennio 2014-2019 ai più potrebbe sembrare il capolinea: tutt’altro, il trio non smette mai di suonare, anzi, approfitta della lunga pausa dalle scene per affinare il proprio sound, virando da sonorità prima tendenti al grunge e allo stoner ad un approccio decisamente più noise, diretto e affilato, che strizza l’occhio al post-hardcore. Nella primavera 2019 i Treehorn entrano finalmente in sala di registrazione presso il Rubedo Recordings Studio di Torino, dove sotto le sapienti mani e orecchie di Manuel Volpe danno vita al loro terzo lavoro “Golden Lapse”. Dieci tracce potenti, frontali e senza fronzoli, riproduzione fedele di ciò che la band ha da offrire dal vivo. L’album, masterizzato da Enrico Baraldi (Ornaments, Collars) al Waiting Room Audio, è stato coprodotto da Escape From Today, Brigante Produzioni, Vollmer Industries, Taxi Driver Records, Canalese Noise e Scatti Vorticosi Records e uscirà ufficialmente il 27 ottobre 2019.

Peyote Press

Tracklist

The recall drug / Virgo, not virgin / The same reverse / Onlooker / Hell and his brothers / A shining gift / Damn plan / Modigliani / (Lapse) / Coward icons.

Intervista

Davide
Ciao. Presentiamo innanzi tutto la band?

Treehorn
Siamo un trio. Davide alla batteria, Gian alla chitarra e Macca a basso e voce. Ci piace suonare forte.

Davide
“Treehorn”, un cognome che mi ha ricordato Jackie Treehorn, il magnate dell’industria pornografica nel film “Il grande Lebowski”. Qual è l’origine del vostro nome?

Treehorn
Deriva proprio dal quel Treehorn. Siamo stati ossessionati dal film, in quel momento è venuto da sé.

Davide
Chi o cosa vi ha maggiormente influenzati nella ricerca del vostro sound, quali scene in particolare oltre quella grunge di Seattle?

Treehorn
Dalla scena post-hardcore di… Seattle! Botch, Harkonen, Big Business, Breather Resist, Young Widows. Tanta roba.

Davide
Perché dopo “Hearth” vi siete auto-imposti uno stop di cinque anni? Come si è evoluto “Golden Lapse” rispetto ai vostri due precedenti lavori d’esordio?

Treehorn
Sentivamo il bisogno di preparare e proporre qualcosa di diverso. Ci abbiamo messo un po’ di tempo a trovare una quadra che ci soddisfacesse completamente. Ed inoltre si sono aggiunte una serie di complicazioni esterne.
Golden Lapse è un disco che ci rappresenta appieno, è partito da lontano ed è cresciuto prendendo forma e convinzione in questi cinque anni.

Davide
Cos’è il periodo d’oro del titolo “Golden Lapse”?
Di cosa “parla” “Golden Lapse”, quali argomenti avete affrontato nei testi e, se c’è, qual è stato il tema o un tema conduttore?

Treehorn
Ogni canzone parla di un ricordo, una storia o anche solo una sensazione che mi è rimasta impressa nella memoria. Sono questi i momenti dorati che ognuno di noi si porta dietro, piacevoli o meno che siano. Un tema conduttore non c’è. Lo vedo più una disamina cinica di quello che la mente ricorda.

Davide
Perché avete dedicato un pezzo a Modigliani?

Treehorn
La vita di Modigliani mi ha sempre affascinato. Esiste poi la storia delle false vere teste di Modigliani, raccontata anche da un documentario, riguardo ad una bischerata geniale idea da tre studenti. Mi sono sempre chiesto: “Ma lui cosa ne avrebbe pensato?”

Davide
Un mandrillo urlante con corna di montone o ariete, con occhi – o forse meglio dire ocelli – di ragno… Cos’è la creatura animale immaginaria in copertina? Cosa introduce, cosa rappresenta?

Treehorn
L’animale mitologico in questione è opera di Daniele La Placa, amico e fumettista torinese al quale abbiamo chiesto di ascoltare l’album e proporre la prima cosa che gli veniva in mente. Ci è bastato per capire che era giusta la rappresentazione per invogliare a scoprire cosa ci fosse dentro il disco.

Davide
Cos’è per voi la musica e perché dev’essere dura e potente?

Treehorn
Ognuno di noi ha i proprio gusti musicali ed ascoltiamo anche generi estranei a quello che poi suoniamo insieme. Quello che ne esce è l’espressione di quello che abbiamo da dire. Viene naturale così.

Davide
Cos seguirà?

Treehorn
Speriamo e vogliamo suonare live il più possibile.

Davide
Grazie e à suivre…

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