Come guardiamo o ci insegnano a guardare i nostri figli?
Sembra una domanda un po’ strana, perché, se ci pensiamo, sappiamo che ogni genitore ha uno sguardo particolare di affetto verso il proprio figlio quando viene al mondo.
Eppure questo sguardo si modifica per tante circostanze della vita e per la presenza di alcuni fattori di cui tante volte molti genitori non sono consapevoli: in primo luogo, infatti, i figli sono visti a partire dalle proprie aspettative, di cui li carichiamo a volte in modo eccessivo “ingabbiandoli” in una serie di desideri che forse non sono l’abito per loro più adatto.
In secondo luogo, i figli, nel loro percorso di vita, sono costantemente soppesati e giudicati da adulti, basti pensare alle figure dei maestri, dei professori, degli allenatori sportivi, o di tutti coloro che entrano in contatto con il nucleo famigliare, che formulano giudizi e fanno paragoni a volte anche questi un po’ troppo “ingessanti” le reali capacità dei più piccoli.
Il libro “Figli imperfetti” interroga i genitori proprio su questo sguardo che si deve avere nei confronti dei propri figli, restituendo serenità a tutti quei padri e a quelle madri costantemente preoccupati di confrontarsi con giudizi che oltre a insinuare il dubbio di non essere educatori adeguati, mettono in moto meccanismi di “rivalsa” sui figli che a loro volta vengono giudicati come inadeguati nei confronti degli altri.
Un figlio “troppo” taciturno o introverso, oppure “troppo” testardo e indisciplinato diventa spesso il figlio che dobbiamo cercare di migliorare rimproverandogli i difetti e giudicandolo non in base alle sue reali caratteristiche e potenzialità, quanto piuttosto con il metro di giudizio spesso inutile e severo degli altri.
L’autrice, che ha esperienza pluriennale di insegnante nelle scuole primarie e secondarie e vanta numerose collaborazioni con università tedesche su tematiche pedagogiche e altrettanto numerose pubblicazioni di testi su bambini e pre-adolescenti, emerge qui soprattutto con la sua esperienza di mamma di tre figli creando un bel dialogo con i lettori e raccontando la sua esperienza con tante riflessioni che le sono venute nell’educazione dei figli.
Il testo, infatti, di circa 170 pagine diviso in sei capitoli, si legge “tutto d’un fiato” per la chiarezza espositiva, per i numerosi esempi, testimonianze e racconti, per il procedere fluido delle argomentazioni che si concatenano capitolo dopo capitolo affrontando tematiche che hanno a che fare con le critiche che subiamo e facciamo ai nostri cari.
Il percorso del libro infatti è quello di una vera e propria “chiacchierata” fra genitori, lungi da difficili e impraticabili tecnicismi pedagogici come si vede dagli stessi titoli dei sei capitoli:
1.Unici e irripetibili – e bene ordinati nei cassetti
2. Criticoni ed esaminatori
3. Le possibili conseguenze della critica
4. Chi decide cos’è una qualità auspicabile e cosa invece va “criticato”?
5. Una visione diversa dei presunti difetti.
6. Vedere le qualità dentro i difetti – una guida pratica.
La tesi più suggestiva del libro è proprio quella di portare avanti una “conversione radicale” del nostro modo di vedere i ragazzi, non solo e non tanto cercando di aggiungere ai difetti dei nostri figli delle qualità da potenziare, ma vedendo come spesso i difetti sono semplicemente dei giudizi imperfetti o relativi che possono diventare delle potenzialità da sviluppare, cercando di trovare appunto le qualità non “accanto”, ma dentro i difetti dei nostri cari. E’ stata la sorpresa che la stessa autrice ha riscontrato, come mamma, quando la “testardaggine” del proprio figlio è diventata da grande un sano “senso critico” capace di non adeguarsi alle mode degli altri.
La dimensione pratica del testo si vede bene sia nel capitolo sesto che nelle conclusioni in cui l’autrice propone tanti consigli concreti per affrontare più serenamente il ruolo di genitori, per gestire con maggiore consapevolezza quell’ansia da prestazione che a volte ci porta a essere giudici impietosi dei loro difetti per sentirci adeguati con gli altri adulti, ma soprattutto per vivere un dialogo positivo con i nostri ragazzi scoprendone le qualità e gli immensi tesori che sempre si trovano in ciascuno di loro.
“Figli imperfetti” in questo senso si rivela essere davvero un bel testo, utile per genitori e insegnanti, estremamente leggibile e divulgativo, che porta a parlare di educazione nel contesto concreto della vita famigliare.
Luca Giorgini lavora come educatore in ambito scolastico e territoriale con ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado. Nel suo percorso formativo ha conseguito la laurea Specialistica in “Antropologia Culturale ed Etnologia”, il Baccellierato in Teologia e ha frequentato un corso annuale di “Handicap e Svantaggio nell’apprendimento”. Ama il suo lavoro, leggere e fare due chiacchiere con gli amici.
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