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Intervista con Mess Excess

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I Mess Excess, dopo il primo album FLY AWAY del 2015, sono recentemente usciti con From Another World Part 1 (Qua’ Records) ovvero la prima parte di un concept, ritmi serrati e musica di grande impatto. Il disco è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato fisico con distribuzione Self. Il genere di riferimento è il progressive metal stile Dream Theater.
Martina Lotti – Lead and backing vocals
Andrea Giarrasso – Bass, backing vocals
Alessandro Santi – Guitar, backing vocals
Helene Costa – Backing vocals
Michael Agostini – Drums
Fulvio Carraro – Keyboards
 
 
 
Davide
Ciao… Cominciamo dal nome della band: eccesso di confusione o casino… che gioca forse con la parola “Mass Excess” ossia eccesso di massa... Perché dunque questo nome, dal momento che la vostra musica è anzi particolarmente elaborata e curata sia dal punto di vista compositivo che tecnico… Insomma tutt’altro che confusionaria, disordinata?
 
Mess Excess
Ciao! Hai colto l’essenza dell’origine del nostro moniker. Ci è piaciuto il gioco di parole, sia a livello fonetico sia come significato. L’idea trae origine dalle tante diversità che ciascuno di noi ha nel proprio background, sia per le differenze anagrafiche sia, semplicemente, per i gusti personali, da qui l’”eccesso di caos” che in realtà è una vera e propria ricchezza.
 
Davide
Quando vi siete conosciuti e come è nato e si è evoluto il gruppo?
 
Mess Excess
I Mess Excess nascono alla fine del 2009. Di quel nucleo iniziale, dedito principalmente all’esecuzione di cover con attitudine disimpegnata, è rimasto solo Andrea. Un anno dopo sono arrivati Fulvio ed Alessandro e, dopo vari cambi di line-up, a metà 2012 c’è stata la svolta: abbiamo abbandonato l’attitudine scanzonata per intraprendere un progetto serio, di musica inedita, influenzato sia dal progressive rock di fine anni sessanta/primi settanta di band come Yes, King Crimson, Pink Floyd e Rush sia dal progressive metal degli anni ottanta proposto da band come Queensryche, Fates Warning per arrivare ai Dream Theater. Nel corso del 2013 abbiamo deciso di calare nel nostro contesto musicale una voce femminile, caratteristica del tutto inusuale nel genere, quindi alla fine di quell’anno è entrata Martina. Poi nel 2016 abbiamo scelto di affiancare la voce di Martina ad un’altra voce femminile, Helene, dopodiché, il mese scorso è arrivato Roberto. La cosa singolare è che tutti ci siamo trovati tramite annunci sul web. 
 
Davide
Qual è il concept di “From another world pt. 1” e perché la scelta di fare un concept-album?
 
Mess Excess
Volevamo fare qualcosa di ardito, anche per mettere alla prova le nostre capacità sia musicali sia liriche. Non c’è dubbio che un concept è un progetto complesso perché in fase compositiva devi riuscire a coniugare la musica con l’evolversi della storia, quindi le varie situazioni, i vari sentimenti che si susseguono, devono trovare le opportune soluzioni musicali. Fare un brano a se stante è decisamente più semplice. Il tutto trae spunto dall’attuale contesto socio/politico mondiale che tutti, magari con opinioni e sfumature diverse, sappiamo essere non molto rassicurante. C’è una classe dominante che controlla tutto ad ogni livello e per l’uomo medio pare non esserci scampo. In questo quadro si articola la storia personale di Yuri Pavlov, un insegnante trentacinquenne americano di origini russe, che casualmente un giorno scopre, tramite un notiziario, della morte di un suo vecchio compagno di università. I media delineano un ritratto dell’amico molto inquietante, pare fosse un terrorista intento ad organizzare un attentato nel proprio paese. Inizia qui il conflitto interiore del protagonista, da una parte ritiene impossibile che l’amico avesse intrapreso un percorso simile e dall’altra, come gli è stato insegnato fin da bambino, non vuole cedere al facile complottismo non mettendo in dubbio la reputazione del proprio paese. Tutto ciò lo condurrà dove neanche immagina…. 
 
Davide
Parte 1 perché è previsto un seguito, quindi una seconda parte, una sorta di opera rock da sviluppare in due dischi come “The Astonishing” dei Dream Theater?
 
Mess Excess
Esatto. La storia è già stata scritta nella sua interezza ed anche la musica della seconda parte è in parte già pronta. D’accordo con Quarock, vista la lunghezza, abbiamo deciso di dividere in due capitoli il concept per facilitarne la fruizione ed anche per creare un po’ di suspense…
 
Davide
Il disco si apre con un incitamento ai “figli dell’utopia” di sollevarsi contro un presente distopico. Aldous Huxley, ne “Il Mondo Nuovo”, ci ha insegnato meglio di altri che il confine tra utopia e distopia è molto labile, sottile. «Chi cerca di realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri un molto rispettabile inferno», scrisse Paul Claudel. La musica ci rende persone (e società) migliori?
 
Mess Excess
È molto giusto quello che dici. La musica, così come l’arte in genere, ci rende sicuramente migliori, nella peggiore delle ipotesi crea i presupposti per coltivare la speranza. Viste le tue citazioni, se hai notato la nazionalità di origine dei personaggi, avrai colto il messaggio filosofico insito nel concept, cioè che il cambiamento, laddove si verifichi, arriva sempre dagli “ultimi” come ci hanno spiegato bene alcuni studi antropologici recenti.
 
Davide
Da quali storici gruppi progressive e nondimeno heavy metal siete stati influenzati e cosa rappresenta per voi questa fusione tra due generi che negli anni ’70 nascevano decisamente antitetici?
 
Mess Excess
Come dicevamo prima le influenze sono molteplici e gli ascolti sono i più disparati. Il prog, fin dalle sue origini sul finire degli anni sessanta nel contesto rock, ha sempre avuto due declinazioni principali: quella ipertecnica (Yes, King Crimson, Rush ecc….) e quella improntata alla ricerca dei suoni, delle melodie raffinate, delle atmosfere (Pink Floyd), con il comun denominatore di una certa libertà nella forma-canzone. A nostro parere è questa la linea di continuità e la chiave dell’evoluzione. Questa dicotomia la ritroviamo negli anni ottanta anche nel contesto metal tant’è vero che ci sono band ipertecniche come i Watchtower e band più dedite all’avanguardia sonora ed alle melodie come i Queensryche (da Rage For Order in poi). I Dream Theater si collocano a metà strada avendo elementi dell’una e dell’altra. È ovvio, comunque, che tentare di applicare delle etichette alla musica è sempre molto riduttivo.
 
Davide
“Glimpse of hope” chiude il disco e in ultimo suona e vibra un cellulare, il quale rimane senza risposta. Chi c’è dall’altra parte a chiamare chi e per dirsi cosa, che è rimasto invece non detto?
 
Mess Excess
Non vorremmo svelare troppe cose, ti possiamo anticipare che quello stesso cellulare squillerà all’inizio di From Another World Part 2 e dall’altra parte sicuramente qualcuno risponderà!!! Sarà l’inizio della seconda parte del concept.
 
Davide
Cosa seguirà ora?
 
Mess Express
Il nostro protagonista inizierà un percorso drammatico che lo porterà ad essere fatto prigioniero, a rischiare la morte in una zona del mondo molto lontana ed infine a trovare la soluzione a tutti i suoi problemi. Forse… chissà…
 
Davide
Grazie e à suivre…
 

1 thought on “Intervista con Mess Excess

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