KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

La Montagna di Luce – Donato Altomare

3 min read
terzo racconto del ciclo Dèmoni di Sicilia
Copertina di Alessandro Salvemini
Edizioni Tabula Fati
Narrativa romanzo horror
Pagg, 112
ISBN 978-88-7475-343-7
Prezzo € 10,00
 
Il Rosicchiatore
 
Donato Altomare, autore eclettico che spazia in tutte le categorie del fantastico, in questo libro sfoga a piene mani la sua creatività, con un susseguirsi di invenzioni che, accompagnate da un ritmo incalzante, finiscono ben presto per coinvolgere il lettore.  I due protagonisti, l’attempato, ma ancora affascinante duca di Sanseverino, e la giovane e bella Elena Ghirardi sono alla ricerca di un demone che sta progressivamente erodendo una delle colonne portanti della Sicilia. Questo essere mostruoso, proprio per quello che sta combinando, viene chiamato il Rosicchiatore,  ha dimora in un rilievo montuoso e, simile a un gigantesco verme, sazia il suo appetito con carne umana, procacciata da sette avvenenti fanciulle che, all’occorrenza, si trasformano in una grossa scolopendra. Sarà una lotta titanica, non scevra di pericoli e di colpi di scena, ma, come si conviene, soprattutto in queste storie, il risultato sarà appagante, e non solo per i protagonisti, ma anche per il lettore.
Come già detto, Altomare in questa prosa dimostra ancora una volta le sue grandi potenzialità creative, coinvolgendo diverse categorie del fantasticoi, perché se è vero che l’horror mi è apparso predominante, non mancano né un pizzico di gotico, né un accenno all’esoterico; il rischio di realizzare un’opera squilibrata è evidente, ma l’autore, le cui qualità letterarie sono indiscutibili, riesce bene a creare un amalgama che è di forte effetto e che ha il pregio di essere sostenuto da un ritmo e da una tensione per nulla trascurabili. Questi elementi, uniti a una capacità descrittiva che riesce con poche azzeccate frasi a materializzare all’occhio del lettore la scena, è la chiave di volta per ottenere un lavoro che è puro svago e che, data anche la lunghezza non rilevante del romanzo, invita a divorare le pagine con un ritmo ancor più veloce di quello con cui il Rosicchiatire sbriciola la colonna portante. Francamente, poiché l’horror mi attira ben poco, all’inizio della lettura temevo di cadere presto nella noia, ma non è stato così e anzi mi sono accorto che ben presto ero avvinto da questa strana trama che riservava di continuo piacevoli sorprese. Benché ritenga che la lettura possa essere più apprezzata da chi è appassionato di questo genere di letteratura credo che a tutti possa risultare gradita e che in fondo lasciarsi permeare dalla fantasia dell’autore possa costituire l’opportunità per astrarsi dalla frenesia di tutti i giorni e ritrovare quel piacere dell’avventura che cela anche il desiderio di scoprire un’altra realtà, quella non consueta, ma che è quell’immensa zona oscura, frutto dei nostri inconsci timori. 
Senz’altro meritevole di lettura.
 
Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. È laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Bari ed esercita la libera professione. 
 Ha vinto due Premi Italia a San Marino e Courmayeur, il Premio Urania 2000 col romanzo inedito Mater Maxima e nel 2005 il premio Le Ali della Fantasia per l’inedito col romanzo Surgeforas.
Tra le varie pubblicazioni da ricordare i volumi Cuore di ghiaccio (La Vallisa, Bari 1989), La risata di Dio (Solfanelli, Chieti 1993), L’albero delle conchiglie (Milella, Bari 1994),Prodigia (Tabula fati, Chieti 2001), Mater Maxima(Mondadori, Milano 2001), Uno spettro, probabilmente(Mondo Ignoto, Roma 2004), E la padella disse… (Delos Books, Milano 2004), Il fuoco e il silenzio (Perseo Libri, Bologna 2005), Il tesoro dellaGrancia (BESA, Nardò 2005), Surgeforas (Tabula fati, Chieti 2006). Sono stati pubblicati all’estero: Cas je spiràla (tit. orig. Dolcissima Roberta, romanzo breve, Svet Fantastiky n. 1, Praga 1990); Il popolo del cielo (testo in cirillico, Gradina, Belgrado 1993); La casa degli scheletri (testo in cirillico, Gradina, Belgrado 1996).

Commenta