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Panna montata

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Panna montata

ai baci, alle carezze, a Veronica insomma

(from giorgia)

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Protagonisti ed interpreti: un Cacciatore                Claudio una Preda                Paolo una ragazza attraente            Giorgia un postino senza divisa        Lele

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Giorgia era la mia vicina del mare.
Centodieci in Bocconi – il grande sbaglio della mia vita -, durante il soggiorno lombardo si era spogliata per alcune riviste, investendo se stessa per aprire un’agenzia immobiliare. Si vergognava del suo passato, fissava con rammarico il certificato incorniciato in soffitta, quanta fatica per nulla: dodici esami, dodici trasferte all’Alma Mater di Padova, e lo avrebbe sostituito con una pergamena
Studiorum in psicologia.

La sera abbandonava le carte per salire in mansarda, incrociava le gambe sul lettone, abbassava le variazioni [su un tema di Haydn] che ascoltavo fino alla noia. Sorrideva.
Spegnevo Microsoft Word.

Nel 1997, se ricordo bene, prese le parti di un celebre sociologo finlandese, Werbert von’t Sommart. Il ricercatore sosteneva che assunta una coppia di elementi definiti come Cacciatore e Preda, in una applicazione di sfida C rivela il proprio grado di inefficienza perché concentra il selbst su un fine marginale – la caccia – mentre P raccoglie i profitti di sforzi concentrici intorno a un’attività totalizzante – l’esistenza -, ergo, se in uno spazio di riferimento inerziale si assicurano ad entrambi gli stessi vincoli di partenza sarà P [nell’84 per cento dei casi] a sopraffare C, capovolgendo i parametri dell’applicazione iniziale.
Bischerate. Litigammo furiosamente. Volarono insulti.
Si apriva un’unica strada per testare la tesi del Sommart.

(Ore) 11.58 – Inizio primavera. Giornata tiepida. Un ragazzo sulla trentina parcheggia il Carrera di fronte all’immobiliare “Pane, amore e fantasia” di Forte dei Marmi. Capelli corti, basette sfumate, indossa un Armani con occhiali Martini. Ha l’aria di una persona qualunque.
Giorgia gli corre incontro, lo abbraccia. E’ una ragazza attraente, riesce a farsi notare; stivali Divarese mezza coscia, minigonna Ralph
Lauren, blusa bianconera Dolce and Gabbana, Persol in carbonio, capelli legati da una giarrettiera di pizzo.

12.12 – Caffè “La Versiliana”. Tavolo appartato. Due aperitivi alcolici alla pesca. Sette vaschette di noccioline. Claudio e Giorgia parlano del più e del meno, di una ipermercato in costruzione, della prossima campionaria di Parma, dell’estate imminente e della raffinatezza del loro aperitivo.
I minuti trascorrono.
D’un tratto, omericamente, Claudio rievoca la passione per Giorgia ai tempi del liceo. Com’era bella… quel corpo fantastico… tutti i suoi sforzi… tutto inutile…
Tutto cambiato. Tre anni prima si era sposato con una donna stupenda, un usignolo che amava e che ricambiava il suo affetto. Era fedele.
Avevano un bambino, Mattia.

12.34 – Giorgia arrossisce. Ô commossa. Quanta distanza tra loro… lei è tanto superficiale… continua ad avere una vita così irregolare… a essere travolta da passioni così discutibili… da irrefrenabili desideri… [ride] … è stata proprio una sciocca a chiamarlo… [continua a ridere] … si ricorda di Paolo?… quello del primo banco, con le lenti a fondo di bottiglia… [non riesce a trattenersi, stringe il braccio di Claudio] … lo spilungone che entrava nei giorni di sciopero…

12.59 – A sessantasette chilometri di distanza il Dottor Melchiorri, neo-laureato in lettere antiche, prepara una carbonara. Assaggia la pasta. Al dente. Perfetto. Sistema lo scolapasta.
Il telefono squilla. Lo sapeva. Succede sempre così. Corre all’apparecchio con il piatto di uova. Risponde. Ô un’ex compagna di liceo. La voce suadente gli propone un incontro, quella notte, dopo la cena di classe.
Paolo tentenna, sillaba monosillabi, si morde la lingua. Rimira le uova. Accetta.

13.04 – Giorgia spegne il cellulare di Claudio. I due compagni si fissano, scoppiano a ridere.

15.12 – Un postino senza divisa consegna un telegramma a un noto giocatore di basket della Virtus Livorno.

17.39 – Veronica, compagna e convivente di Giorgia, termina l’installazione di un complicato dispositivo elettronico nella mia camera da letto.

18.48 – Un giovane sorridente – vagamente somigliante al postino delle quindici e dodici – acquista otto confezioni di panna in spray al supermercato di Vittoria Apuana. Il negozio esaurisce le scorte settimanali.

20.42 – Giorgia parcheggia il suo golf coupé nell’ampio piazzale del
Liceo “Giacomo Puccini” di Lucca. Riccioli scuri scendono irregolari sulle spalle scoperte da un intero Ferrè (pour C. Dior). Un chilometrico spacco trasversale lascia intravedere il pizzo degli autoreggenti neri di seta.
Di fronte alle vetrate si sono formati i soliti gruppi, le ragazze discorrono, i ragazzi schiamazzano e sembrano tornati bambini. Giorgia dispensa baci ed abbracci a tutti i maschietti, sfidando gli sguardi di qualche compagna invidiosa.

21.38 – La classe si trasferisce al Cigno d’Oro, ristorante-pizzeria all’interno delle mura. Giorgia è seduta tra Claudio e Votini, di fronte a Paolone. Paolo Melchiorri, pivot del Livorno, è un ragazzone alto più di due metri. Ai tempi del liceo faticava a studiare, non riusciva a tenere il passo con gli altri, per i continui allenamenti della squadra di basket.

22.01 – Si parla del passato, gli esercizi della Delcati, le versioni di Orazio, i pianti della Franti, si citano scene piccanti della gita di quinta, Antonio con Paola… gli spinelli di Giulia… l’ultima notte…
Panta rei.
Claudio, eccitato dal Chianti, richiama l’attenzione sulle leggendarie misure di Giorgia, sulla quarta da sballo declamata persino [così si diceva] dal professore di greco. Giorgia sorride, pizzicotta l’amico.
Ô davvero biasimevole [continua Claudio], che la compagna si concedesse solo a ragazzi più grandi.

22.56 – Giorgia intrattiene la classe con la cronaca dettagliata di un tormentato rapporto con un astronauta, parla delle difficoltà di sfidare le forze gravitazionali in un amplesso sessuale. Paolo, approfittando della distrazione generale, svuota il contenuto di una boccetta di vetro nel cristallo di Claudio.

23.41 – Inizia il rituale degli addii + baci + abbracci + arrivederci a una prossima cena. Derossi propone di continuare la serata in un pub o in discoteca, ma non tutti sono d’accordo. Paolo ha una trasferta importante, Claudio deve tornare in famiglia, Giorgia ha un appuntamento di lavoro l’indomani mattina. I tre si separano dalla compagnia, guadagnano rapidamente le loro vetture.

00.15 – Claudio e Giorgia si ritrovano all’appuntamento di Forte. Si abbracciano, ridono. Salgono la scala esterna fino in mansarda.
Giorgia accende la luce, si toglie le scarpe, si fa sganciare la sicura dell’abito e del reggiseno di pizzo. Cammina nuda per l’appartamento. Svuota cassetti. Claudio la guarda, la insegue.
Giorgia si infila un gonnellino hawaiano e una t-shirt [bianca] di una misura più piccola. Claudio si nasconde dietro un divano. Non vuol perdersi lo spettacolo.

00.31 – Suonano alla porta. Paolone. China la testa per entrare.
Rimane in silenzio di fronte alla vecchia compagna. Ô imbarazzato.
Giorgia si toglie il gonnellino hawaiano.

00.35 – Giorgia spoglia Paolone, lentamente, la giacca, le scarpe, i pantaloni, la cravatta, la camicia, i boxer, la maglietta di cotone, carezza il suo corpo e il suo sesso. Bacia il suo petto da atleta.
I minuti galoppano.
Giorgia domanda a Paolo una prova d’amore. Paolone acconsente senza riflettere. Giorgia trascina il suo sesso fuori dall’appartamento. Fa freddo, il corrimano è gelato. Si vedono le alpi, marmo imbiancato dalla luce lunare. Si appoggiano. Lui è nudo, lei in maglietta bianca, tacchi e autoreggenti di seta.
Giorgia sorride, carezza Paolo, si allunga sui tacchi per baciargli le labbra, rientra.

00.51 – Paolo picchia insistentemente contro la porta d’ingresso, piovono insulti. Lo scherzo è riuscito, Claudio esce dal suo nascondiglio. Giorgia e Claudio si abbracciano. Ridono. Saltano.
I colpi alla porta si fanno meno frequenti. La voce di Paolo di spegne. Claudio infila la lingua dentro la bocca di Giorgia, le stringe i capelli, si insinua, le strappa la maglia. Giorgia si lascia trasportare, ansima, lo trascina in camera da letto, si butta sul matrimoniale, ma è lesbica – confida – non ci sarà nulla da fare, riesce a farlo solo con un maschio dalla pelle vellutata.

00.55 – Le risate di Veronica si sentono fino in cucina. Paolo si riveste, tracanna una tazzone di tè, si scalda. Veronica urla sempre più forte, ci chiama. La televisione, in salotto, trasmette uno strano programma.

01.00 – Primo piano di una camera da letto. Un uomo – sulla destra del teleschermo – è coperto da un fitto strato di panna montata. Una ragazza impaziente è distesa su un letto a due piazze. L’uomo impannato si sdraia sopra la ragazza impaziente, le toglie gli autoreggenti; la panna tracima sui seni enormi, sulla gambe, sui sessi, sul materasso.
L’uomo si ferma. Guarda il soffitto.
Ha una brutta cera.

03.32 – Il postino delle quindici e dodici recapita un pacchetto anonimo alla famiglia Grassetti di Massa. Una videocassetta VHS, all’interno, è titolata da una scritta curiosa: Uno sporcaccione e la sua amica golosa.

04.38 – Claudio esce dal bagno. Ô un uomo distrutto. Fatica a reggersi in piedi. Si riveste, farfuglia qualcosa. Esce dall’appartamento.

06.21 – E’ mattina quando Claudio Grassetti varca la porta di casa.
Lungo il tragitto ha accostato quindici volte al lungomare, è corso misteriosamente alla spiaggia.
L’usignolo è in lacrime, prepara le valigie.

Nei giorni successivi ci furono diverse discussioni tra me e Giorgia.
D’accordo, sostenevo, tutto era filato come previsto, ma non erano queste le condizioni scientifiche della scommessa. Paolo non era Preda quanto Claudio non era Cacciatore; Paolo, invero, era Cacciatore perché conosceva i termini della sfida e godeva dell’appoggio di soggetti esterni al sistema di riferimento, mentre Claudio era Preda
[tant’è che si era ciucciato centoquaranta gocce di Guttalax].
Contrariamente alla teoria era stata dunque la Preda [Claudio] a cadere nella trappola del Cacciatore [Paolo, e in generale tutti noi].
Inoltre, se proprio si doveva essere scientifici, non si trattava di una sfida per l’esistenza, ma di un banale tentativo di scopare una ragazza attraente.
Bischerate, ribatteva Giorgia, l’esperimento confermava la teoria del celebre sociologo finlandese, il Cacciatore era caduto nella trappola trasformandosi in Preda. La nostra presenza era stata ininfluente, aveva costituito un semplice filtro ambientale. Una scopata infine – riferendosi alle teorie psicologiche moderne [Freud, Fromm etc.] – era un indispensabile fattore di sopravvivenza per l’uomo, soprattutto quando si trattava di consumare con una splendida donna come lei
Non ci fu nulla da fare, Giorgia non volle sentire ragioni. Fui costretto a offrirle un gelato in piazzetta.

Una settimana più tardi Eleonora Brambilla avviò la procedura di separazione legale da suo marito.
A Mattia, di mesi ventotto, fu permesso di vedere papà una domenica mattina ogni due settimane.

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