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Schiavi di Hitler – Mimmo Franzinelli

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I militari italiani nei lager nazisti

Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

Storia

Pagg. 432

ISBN 9788804771388

Prezzo Euro 25,00

La Resistenza disarmata

L’armistizio dell’8 settembre 1943 da un lato pose fine al conflitto fra le truppe alleate e quelle italiane, ma dall’altro determinò la tragedia dell’occupazione tedesca e della guerra civile con la nascita della Repubblica di Salò. Si è sempre messo in risalto, giustamente peraltro, il movimento partigiano, un fenomeno di grande rilevanza a livello europeo e che indubbiamente diede il suo contributo, non trascurabile, alla vittoria degli anglo americani, mentre, pur riconoscendone l’importanza, non è stato a lungo attribuito il giusto merito ai tanti soldati italiani catturati dai nazisti e rinchiusi nei lager tedeschi. Ebbene, nonostante che a essi (all’incirca 750 mila) fosse offerta l’opportunità di arruolarsi nell’esercito tedesco, di far parte del nascente apparato militare fascista, oppure di diventare lavoratori volontari, solo una minoranza aderì. Gli altri, una maggioranza schiacciante, per quanto debilitati dalla fame, dalla pressoché totale assenza di cure mediche e dai vincoli della restrizione, tanto più evidenti ove si consideri che non furono trattati come militari prigionieri – e questo come ritorsione per il maldestro tradimento del re e di Badoglio – non accettarono e in una sorta di reazione necessariamente senza armi non intesero collaborare per portare vantaggi allo stato nazista. Molti morirono, altri contrassero malattie che li segnò per il resto della loro vita, ma questa torma di scheletri cenciosi diede una dimostrazione di resistenza passiva quale non si ebbe modo di vedere in tutto quel conflitto. Non bastarono le lusinghe, come gente che pranzava lautamente davanti agli affamati, né furono sufficienti le minacce, così che in un atteggiamo non certo preorganizzato, bensì spontaneo, gli internati militari italiani diedero prova di grande coesione, nonché, soprattutto, di una maturità impensabile per gente che era stata allevata a “libro e moschetto”.

Quindi mi sembra che parlare di loro sia un valido modo non solo per portare a conoscenza dei posteri il valore del loro grande gesto, ma anche per tributare in tal modo il riconoscimento che è più che doveroso; furono partigiani senza armi, esseri umani che non si piegarono, un fulgido esempio di eroismo silenzioso. Mimmo Franzinelli ha fatto bene a scriverne con questo libro dove riporta tutto, proprio tutto, dall’armistizio allo sfacelo del Regio Esercito, dalle catture dei nostri militari in Italia e nelle zone di occupazione all’impatto con il Lager, dal collaborazionismo alla totale impunità degli aguzzini degli IMI (Internati militari italiani), insomma non si tratta di un volume in cui ci si limita a fornire qualche notizia, restando in superficie, perché quando necessario, e la cosa è frequente, l’autore va in profondità. Non manca, come si addice a uno storico, l’elenco delle fonti ed è possibile trovare perfino un piccolo corredo fotografico inerente la vita concentrazionaria, oltre a testimonianze scritte, come i diari di prigionia. Di conseguenza si riesce ad avere un quadro ampio e preciso di quel che fu un’autentica tragedia, attese le sofferenze patite, a dispetto delle false notizie diffuse in Italia dalla Repubblica di Salò, secondo le quali i nostri militari internati sembrava dovessero trovarsi in villeggiatura.

Purtroppo, come è abitudine consolidata nel nostro paese, questi coraggiosi soldati non hanno avuto il riconoscimento dell’importanza del loro gesto, e questo nonostante i reduci si siano resi parte attiva; quindi il libro di Franzinelli, unitamente ad altri che hanno parlato solo abbastanza recentemente dell’argomento, ha il grande merito di aver sollevato la polvere di un tempo, che è trascorso tacendo ai posteri fatti della nostra storia di rilevantissima importanza, come è proprio questo.

Da leggere, senz’altro.

Mimmo Franzinelli (Cedegolo, 1954) studioso del fascismo e dell´Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Pari”, è autore di numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I tentacoli dell´Ovra (1999, premio Viareggio 2000), Rock & servizi segreti (2010) e Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia (2011); per Mondadori, L´amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007), Beneduce. Il finanziere di Mussolini, con Marco Magnani (2009), Il Piano Solo (2010), Il prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018); per Rizzoli, La sottile linea nera (2008). Con Feltrinelli ha pubblicato: La Provincia e l´Impero. Il giudizio americano sull´Italia di Berlusconi, con Alessandro Giacone (2011), Delatori. Spie e confidenti anonimi: l´arma segreta del regime fascista (UE 2012), Il Giro d’Italia. Dai pionieri agli anni d’oro (Feltrinelli, 2013), – per gli Annali della Fondazione Feltrinelli – Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964), con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo anno zero (Mondadori 2019).

 

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