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Intervista con Christian Mascetta

10 min read

CHRISTIAN MASCETTA TRIO

Out Of Space

Christian Mascetta – Electric guitars, acoustic guitars, voice

Pietro Pancella – Electric bass

Michele Santoleri – Drums

Miriana Faieta (guest) – Voice on “Out of Space”

Il disco OUT OF SPACE è un progetto che nasce dalla forte coesione umana e musicale che condivido da molti anni con Pietro e Michele. Le composizioni sono frutto delle storie che ho vissuto, delle persone che ho incontrato e del voler sperimentare sempre qualcosa di diverso dalle produzioni precedenti. Nel brano OUT OF SPACE ho voluto coinvolgere una delle mie musiciste preferite, Miriana Faieta, che ha cantato e scritto il testo.

Titoli:

Wormhole – Sun – Ade – Conigli di Battistini – Acheronte – Out of Space – Escape – Il coraggio di accettare.

(Christian Mascetta) 2023 – Abeat Records

Christian Mascetta Bio

https://christianmascetta.com/

Nato a Lanciano il 31/12/94, inizia gli studi di chitarra all’età di sette anni. È laureato al Conservatorio di Musica Luisa D’Annunzio di Pescara e al Conservatorio di Musica Alfredo Casella di l’Aquila. Ha studiato con Roberto Di Virgilio, Rocco Zifarelli e tenuto importanti masterclass con musicisti come: Steve Lukather, Stef Burns, Andy Timmons, Carl Verheyen, Robben Ford, Eric Gales, Fabio Zeppetella, Rosario Giuliani, Enrico Pieranunzi…

Nel 2016 vince con la band Glutenfree Trio il primo posto nel “Premio Nazionale dei Conservatori Italiani”. Nel 2017 partecipa al concorso “Chicco Bettinardi” organizzato dal Piacenza Jazz Festival con la band Koinaim classificandosi al primo posto. Successivamente vince il “Premio Marco Tamburini” con il quartetto Tool-J Quartet e poco dopo anche il primo premio del concorso “Tuscia in Jazz European Award” sempre con la band Koinaim e si aggiudica anche il premio come miglior nuovo talento. Nel 2018 vince il concorso targato Siae-Alitalia-Rockol.

Vanta numerose collaborazioni a livello nazionale ed internazionale: Otmaro Ruiz, Marvin Smitty Smith, Gegè Telesforo, Mario Biondi, Maurizio Rolli, Luca Bulgarelli, Bruno Marcozzi, Alessia Martegiani, Elisa Coclite, Pino Jodice, Pietro Jodice, Massimiliano Coclite, Tony Pancella, Max Ionata, Marcello Di Leonardo, Claudio Filippini, Fabrizio Bosso, Pierpaolo Pecoriello, Bepi D’Amato, Domenico Sanna, Pasquale Strizzi, Nicola Angelucci, Angelo Valori e molti altri.

Ha avuto occasione di essere in cartellone in svariati jazz festival ed eventi importanti, tra i più noti: Istituto Italiano di cultura di Istanbul, Pescara Jazz Festival, Summertime 2019 (Casa del Jazz), Piacenza Jazz Festival, Festival Internazionale del Jazz della Spezia, Jazz Night at Casalini’s Garden (Rovigo), Jazz Italiano per L’Aquila, Jazz Italiano per le Terre del Sisma, Teate Winter Festival, Anacapri D’Estate, Beatonto Jazz Festival, Muntagn In Jazz, Alburni Jazz Festival, Corinaldo Jazz Festival, Stornarella Jazz, Festival Internazionale di Jazz della Spezia…

Nell’estate del 2016 incide il suo primo disco “Istinto” con la band dei SensAction. A maggio del 2017 registra il disco con il Glutenfree Trio “Farina del mio sacco”, e nel dicembre 2017 registra il disco dei Koinaim “View In Pieces”. Nel febbraio 2019 registra il disco “Call to Arms” con la band F-Army. Nello stesso periodo registra per Gegè Teleforo il disco “Il Mondo in Testa”. Partecipa con Gegè Telesforo e la band Koinaim alla realizzazione della trasmissione televisiva “Variazioni su Tema 2019” per Rai5. Nel 2020 registra il suo primo disco solista “Entropia” in trio con Pietro Pancella al basso elettrico e Michele Santoleri alla batteria. Nel 2022 ha suonato nel disco “Vol. 1 – Music of Henderson, Shorter & Coltrane (Abeat).

Intervista con Pietro Pancella Pietro Pancella Collective

Vol. 1 – Music of Henderson, Shorter & Coltrane https://kultunderground.org/art/41341/

Intervista

Davide

Buongiorno Christian. Il trio è nato nel 2019 e “Out of Space” segue il primo vostro lavoro, “Entropia”, realizzato nel 2020, nonché diversi tuoi altri lavori e svariate tue partecipazioni. Nel tuo sperimentare qualcosa di diverso dalle precedenti produzioni, cosa continua e cosa invece evolve di nuovo e diverso con “Out of Space” rispetto a “Entropia”?

Christian

Sicuramente continua a persistere la voglia di mettersi in discussione sotto tanti punti di vista musicali ed umani.

Rispetto al primo disco “Entropia”, “Out of Space”, nonostante sia suonato interamente live in studio, è stato progettato con una costruzione architettonica di chitarre e di voci che ho arrangiato in fase di post produzione.

La scelta delle accordature, dei suoni e degli accostamenti timbrici dei vari strumenti hanno caratterizzato il disco rendendolo scuro e avvolgente.

Le composizioni sono più brevi e ho cercato di fondere il concept della forma canzone con strutture più aperte e favorevoli all’arte dell’improvvisazione.

Davide

Come sono nati questi otto nuovi brani, seguendo quali idee e quali obiettivi musicali, quali storie e suggestioni? Quale, insomma, il filo di Arianna attraverso quale labirinto e per giungere a quale Minotauro?

Christian

Quasi tutti i brani sono nati da storie vissute, persone che mi sono rimaste nel cuore ed eventi difficili che ho dovuto affrontare nella mia vita.

Sicuramente alla base di ciò c’è una profonda conoscenza e consapevolezza musicale che mi permette di accogliere le idee al loro stato primordiale per poi svilupparle ad un livello di forma superiore.

Non credo di avere un obiettivo preciso, so che l’unico obiettivo che ho è quello del non voler mai dimostrare nulla, ma raccontare attraverso le note quello che vivo.

Davide

Ci sono brani jazz rock di bella e solare orecchiabilità benché la complessità armonica (“Sun” e “Escape” mi hanno ricordato lo stile del periodo fusion di Jeff Beck), ma anche momenti più intimi, o cosmici e atmosferici (Wormhole). Il disco sembra viaggiare penetrando nel dualismo tra luce (Sun) e oscurità (Out of space, Ade, Acheronte) alla ricerca di un equilibrio, forse sfociando proprio in quel finale “Coraggio di accettare”, titolo dell’ultima traccia. Cosa significa per te affrontare la vita attraverso la musica e l’arte più in generale?

Christian

Ti ringrazio per il complimento… adoro Jeff! Sono contento che tu abbia colto questa linea sottile che separa luce e buio.

Ho avuto un periodo nella mia vita dove avevo la mente offuscata in continuazione da strani pensieri che più cercavo di scacciare più si rifacevano vividi nella mia quotidianità.

Tutto ciò mi portava a reprimere i miei pensieri e fare di tutto per frenarli fin quando nel tempo ho imparato a scoprire l’arte dell’accettazione. Si, perché accettare è un esercizio che bisogna imparare a praticare, come gli arpeggi, le triadi, le scale, la musica.

Pian piano i miei oscuri pensieri iniziarono a svanire e a volte quando si decidono a tornare li accolgo come fossero dei buoni vecchi amici.

Questo per me significa fare musica: imparare a diventare degli esseri umani migliori.

Davide

“Out of Space” è un disco dove le chitarre sono lo strumento principale, ma prima di tutto a me è parso contare di più la composizione musicale o, comunque, l’insieme. Il sodalizio musicale con Pietro Pancella e Michele Santoleri dura dunque da alcuni anni. Come avete lavorato nella realizzazione di “Out of Space”? Qual è stato l’apporto primario e per te insostituibile di Pietro e di Michele?

Christian

Anche stavolta hai colto bene. Alla base di ciò, ambisco ad essere e a perfezionarmi come compositore oltre che strumentista.

L’interplay è la parola che identifica al meglio il nostro vissuto vissuto e la nostra profonda amicizia.

La nostra esperienza d’insieme ci ha portato ad un livello musicale fortemente compatto e immediato.

Credo sia stata la produzione più veloce e organizzata che abbia mai realizzato nella mia carriera fino ad ora.

Abbiamo registrato tutta la parte live in due giorni nel bellissimo “Bess Recording Studio” di Montesilvano assieme a due fonici incredibili, Domenico Pulsinelli e Claudio Esposito.

Io ho preso un terzo giorno per tutte le sovraincisioni.

È stato un gran lavoro di squadra e di coesione umana. Tutti sapevano esattamente cosa fare, quando e come.

Sono molto orgoglioso di Pietro e Michele per il loro supporto e la loro infinita musicalità.

Davide

Chi o cosa sono i “conigli di Battistini”?

Christian

Siamo io Pietro e Michele ahah..

Il titolo racconta della nostra convivenza a Roma nel quartiere di Battistini.

Il brano esprime la storia di una grande amicizia e coesione musicale che dura da molti anni ed è il titolo giusto per identificare tre piccole anime abruzzesi che si ritrovano ad affrontare la loro prima esperienza di vita in una città così grande.

Davide

Quali sono stati i chitarristi e i compositori che ti hanno più influenzato e stimolato nella ricerca di un tuo stile?

Christian

Io credo di dover lavorare ancora a fondo per trovare il mio stile.

Devo dire che non è semplice dato che di influenze ne ho avute tantissime e sicuramente quelle che spiccano per diversi motivi (composizione, playing, suono) sono: Pat Metheny, Wayne Krantz, Kurt Rosenwinkel, Rocco Zifarelli, Scott Henderson, John Scofield… la lista sarebbe davvero troppo lunga.

Davide

Quali chitarre e quali effetti e amplificatori hai usato in questo lavoro?

Christian

Sono endorser delle chitarre Agostin, create da Agostino Carella, liutaio e persona straordinaria. Sono chitarre di liuteria di livello altissimo costruite su mie specifiche e ovviamente su guida di Ago. Nel disco ho utilizzato la mia Strat Agostin, una JazzMaster Agostin in D Standard e una Fender Telecaster Squier Baritona in B Standard e delle chitarre acustiche Takamine e Sigma per diverse sovraincisioni.

L’ampli che ho utilizzato è un Friedman Runt 50 con una cassa 2×12 Dr.z.

Ho splittato il segnale in Dry/Wet, in modo tale da poter conservare il suono asciutto (Dry) e gestirlo separatamente dagli effetti ambiente (Wet).

Ho utilizzato un Ts808, Tefi Vintage Labe Gain Over, Rc Booster, Majestic per la sezione preamp/ overdrive e un delay Nemesis e un riverbero plug-in della Lexicon.

Davide

Paco De Lucìa disse che la chitarra gli aveva offerto la possibilità di esprimersi con il resto del mondo senza usare la parola. Tra i brani strumentali avete anche inserito un brano cantato in inglese (perfetto per altro) da Miriana Faieta, suo il testo. Per altro, nella strofa finale cantate insieme. Come è nata questa collaborazione e cosa ti fa scegliere se una composizione deve essere strumentale oppure cantata? Quando, cioè, la musica per te non ha bisogno di parole o il viceversa?

Christian

Non faccio molta distinzione tra canto e strumento, tra nota e parola. La parola è suono e la nota può essere significato. Le parole creano un colore oltre che la narrazione dettagliata o meno di una storia. Il timbro di Miriana è perfetto per dare significato alla melodia di “Out of Space” attraverso l’uso della parola. Il testo racconta, attraverso il mio vissuto che Miriana conosce bene, di quanto la nostra parte più oscura possa trascinarci via dal nostro spazio presente e di conseguenza quanto l’accettazione di tale periodo possa essere fondamentale per ritrovare pian piano la propria serenità, la propria luce.

Davide

Pat Metheny ha detto che i musicisti migliori non sono quelli che suonano al meglio, ma quelli che ascoltano di più. Che tipo di ascoltatore sei?

Christian

Non sono molto costante nell’ascolto. Oggi c’è questa strana tendenza ad ascoltare più roba possibile. Non credo sia la strada giusta. Preferisco ascoltare meno ed accogliere anche periodi di astinenza dall’ascolto. Per me che produco molta musica è necessario. Il cervello ha bisogno di silenzio per poter dare spazio a stimoli, cose nuove, in modo particolare quando si scrivono brani di una certa profondità emotiva.

Anche quando tendo ad ascoltare molta musica cerco di farlo con gentilezza verso me stesso e con parsimonia senza doverne abusare e soprattutto senza doverlo dimostrare agli altri.

Davide

Cos’è per te la musica di qualità? Quale funzione culturale e sociale le assegni?

Christian

La musica è di qualità quando l’artista è se stesso SEMPRE e non ha bisogno di chinarsi alla moda del momento.

La musica è di qualità quando c’è del vero, della consapevolezza umana, musicale ed emotiva.

La musica di qualità è quella che secondo me costruisce un ponte di comunicazione tra l’artista e l’ascoltatore, quando la musica diventa di tutti e non appartiene più a nessuno.

Come dice il mio amico Gegè Telesforo: “Christian, ricorda, non siamo solo dei musicisti, siamo degli ambasciatori della cultura.” Io aggiungerei che siamo ambasciatori anche delle emozioni.

Davide

Cosa seguirà?

Christian

Sto lavorando a nuovi progetti oltre il trio, sto scrivendo nuove canzoni e continuo a studiare moltissimo.

Non vedo l’ora di ripartire in tour con Gege ed i miei amici e avviare nuove collaborazioni molto interessanti!

Grazie Davide!

Davide

Grazie e à suivre…

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