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Non dire che non è il tuo paese – Nnamdì Oguìke

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Capponi Editore – Euro 16 – pag. 280

Un libro che ha vinto il Miles Morland Writing Scholarships nel 2019, selezionato da Brittle Paper come uno dei migliori libri africani dello stesso anno. Un buon lavoro di esordio composto da dodici racconti caratterizzati da una scrittura matura che si adatta al dialetto di ogni regione africana, ben tradotti dall’inglese (lavoro non facile) da Elisa Audino, che in alcuni casi ha lasciato – come doveroso – l’espressione idiomatica originale. Ogni racconto rappresenta (come ambientazione e tradizioni) un luogo africano; si parte con il Sudafrica per passare al Madagascar, quindi Sierra Leone, Nigeria, Kenya, Uganda, Libia, Mali, Zimbabwe, per finire con due location extra continente nero come Honolulu nelle Hawai e San Paolo del Brasile. Interessante l’uso dei vari idiomi locali come il bantu, il malgascio, il kryo, lo zulu, lo yoruba (a me caro per via di Cuba), il pidgin English, lo swahili, il luganda, l’hausa, l’igbo, il berbero …. Ogni storia riflette una varietà linguistica e si propone di rappresentare uno spaccato culturale diverso, le condizioni sociali dei vari popoli e la coesistenza di gruppi etnici. Le lingue presenti sul territorio africano sono moltissime, si pensi che solo nella Nigeria le varianti parlate sono oltre cinquecento, mentre nei racconti ambientati in tale area geografica, l’autore fa riferimento ai soli yoruba, pidgin English, hausa e igbo. I dodici racconti sono uniti dal collante africano ma i temi trattati sono variegati, si va dall’amore al terrorismo, si tocca il problema della schiavitù, si mostra la bellezza del territorio africano usando parole semplici ed espressioni di uso comune, senza cercare di fare troppa letteratura. Personaggi affascinanti popolano il libro. Citiamo una donna africana che vive in una baracca di lamiera insieme ai suoi figli, una ragazza malgascia di un povero villaggio cambia la sua vita impiegandosi come cuoca ad Atananarivo, una ragazza della Sierra Leone innamorata di un pescatore non troppo sincero, un finto profeta nigeriano che si palesa un ciarlatano, una coppia del Kenia che riesce a far convivere la fede cristiana con le proprie tradizioni. Nnamdì Oguìke è un giovane scrittore nigeriano e questa sua raccolta di esordio fa ben sperare per il futuro, quando deciderà di passare al romanzo. Elisa Audino, la traduttrice, ha pubblicato in poesia la raccolta Io qui ci vivo e come narrativa il romanzo Orata in offerta. Collabora con L’EstroVerso e NiedernGasse. Ha tradotto Lola Shoneyin, Dami Ajayi e Logan February.

 

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