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Intervista con Dr. Schafausen

11 min read

DR. SCHAFAUSEN: i dettagli del nuovo full-length ”How Can You Die?”

La Minotauro Records pubblicherà il nuovo attesissimo album in studio del Dr. Schafausen, ‘How Can You Die?’, il 26 maggio.

Album tracklisting:

01. HOW CAN I DIE

02. ANGER

03. BRAIN FOG

04. GAMING DISORDER

05. DAYDREAMING

06. 21st CENTURY SCHIZOID MAN

07. COMET

08. WE ARE DIGITAL

09. HIKIKOMORI

Il tema dei disturbi mentali è senza dubbio un argomento molto importante e attuale. L’album sembra suggerire un approccio narrativo molto interessante, con il personaggio del Dr. Schafausen che aiuta ad esplorare il mondo dei disturbi mentali in modo coinvolgente e inquietante.

L’atmosfera complessiva dell’album sembra molto riflessiva e introspettiva, con un’enfasi particolare sulla comprensione e l’accettazione delle persone che soffrono di disturbi mentali. Questo messaggio è estremamente importante, poiché lo stigma sociale e la discriminazione possono impedire alle persone di cercare aiuto e ricevere il sostegno di cui hanno bisogno.

La musica può essere una grande forma di espressione per affrontare questioni così complesse, e il Dr. Schafausen è riuscito a spiegare musicalmente l’idea di un “groviglio mentale di pensieri e visioni”. Le atmosfere musicali claustrofobiche e disperate sembrano coerenti con il tema dell’album e suggeriscono una forte carica emotiva all’ascoltatore.

L’inclusione di elementi djent, metalcore e hip hop aggiunge ulteriore complessità alla struttura compositiva e rende l’album molto innovativo e moderno, difficile da classificare all’interno di un unico genere metal.

Nel complesso, sembra che “Come puoi morire?” è un album che affronta un tema importante in modo coraggioso e sperimentale. Se la musica può esprimere la disperazione e la difficoltà che molte persone affrontano nel convivere con disturbi mentali, allora potrebbe essere una potente forma di espressione che aiuta a portare maggiore consapevolezza a questo problema.

L’album in CD pubblicato in edizione limitata e numerata sarà davvero speciale, in quanto conterrà un fumetto di 44 pagine illustrato dall’artista Paolo Massagli, che ha anche realizzato la copertina dell’album. Questo fumetto si concentrerà sui temi affrontati in due delle canzoni presenti nell’album, vale a dire “How Can You Die?” e “Anger”.

Ma non è tutto: i primi 120 numeri dell’edizione limitata conterranno anche un’illustrazione unica e inedita dell’artista, che sarà firmata non solo dall’artista stesso, ma anche dal Dr. Schafausen. Non perdere l’opportunità di possedere un’opera unica!

L’artista Dr. Schafausen è un bassista, compositore e pioniere italiano di un nuovo genere musicale. Appropriatamente chiamato Dystopian Metal, questo genere contiene diverse influenze di generi esistenti come metalcore, djent, trap e progressive metal. Unico, disorientante e provocatorio, questo genere è abilmente utilizzato dal Dr. Schafausen e dal suo team per creare un diverso tipo di musica.

La squadra di Dr. Schafausen per il loro nuovo album è composta dai membri della band Slava Antonenko, il cantante, Michael Pahalen, il chitarrista, Dr. Schafausen, che è al basso e alla voce, e Anatole Lyssenko, che è alla batteria. L’ultimo album della band, intitolato “Waiting for Tomorrow”, è stato pubblicato all’inizio di quest’anno il 9 marzo. Pubblicato sotto l’etichetta Sliptrick Records, questo album distopico metalcore, djent e trap core ha raccolto molta attenzione da parte del suo pubblico di nicchia.

Comunicato stampa di Maurizio mazzarella

Intervista

Davide

Ciao Sergio. Come nasce il “personaggio” del Dr. Schafausen, che è anche il nome del tuo progetto musicale? Quali le differenze e quali le analogie rispetto alle tue precedenti esperienze con i Labyrinth e i Vanexa?

Sergio

Il mio progetto musicale è nato dal desiderio di esprimere qualcosa che fosse completamente personale e innovativo, lontano dalle band in cui avevo suonato in precedenza. Ho creato un genere aggressivo e contaminato, ispirato dal clima socio-culturale in cui viviamo, fatto di angoscia, frustrazione, claustrofobia e rabbia. La mia musica non vuole criticare, ma piuttosto focalizzarsi sulla realtà che ci circonda, in un tentativo di esprimere il periodo storico che stiamo attraversando.

Davide

Perché il tema della malattia mentale in questo tuo nuovo lavoro? In “How can you die?” hai toccato più volte il tema della “follia digitale” come il gaming disorder o il fenomeno dello hikikomori, nuove patologie psichiatriche del terzo millennio legate alla rivoluzione del digitale o l’era del computer cosiddetta. Quali sono i temi da te trattati più specificatamente, con quali punti di vista e quali intenzioni?

Sergio

Il tema della malattia mentale è un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché credo che sia una realtà spesso trascurata o stigmatizzata nella società. Nel mio nuovo lavoro ho voluto esplorare la tematica della malattia mentale in diverse forme, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su questi problemi e di promuovere una maggiore comprensione e solidarietà verso chi ne soffre. In “How Can You Die?” ho affrontato il tema della follia digitale, ossia le patologie psichiatriche legate alla tecnologia e alla digitalizzazione della società. Ho analizzato il fenomeno degli hikikomori, in cui alcune persone si ritirano completamente dalla vita sociale, e il gaming disorder, ovvero l’abuso di videogiochi. Oltre a questi temi, nel mio lavoro ho affrontato anche altre forme di malattia mentale, come la depressione, l’ansia e il suicidio. Ho cercato di farlo con un approccio empatico e non giudicante, cercando di dare voce alle esperienze di chi vive questi problemi e di promuovere una maggiore consapevolezza e accettazione nei confronti di queste difficoltà. Il mio obiettivo è quello di creare un impatto emotivo nell’ascoltatore, spingendolo a comprendere la situazione attuale che stiamo vivendo. Siamo immersi in una società confusa e piena di contraddizioni, dove il caos mentale sembra essere diventato quasi una virtù. La pandemia e il conflitto globale ci hanno portato a precipitare attraverso uno strato di ghiaccio sottile e fragile, lasciandoci affogare. Anche il fatto che ora ci sia un bonus psicologo di 50 euro per seduta, ci fa rendere conto di quanto siamo giunti al limite.

Davide

Cosa riprende ed evolve “How can you die?” del tuo precedente “Waiting for tomorrow” del ’21?

Sergio

Il tema del mio album è di natura distopica, in quanto riflette la mia visione di un futuro poco promettente per l’umanità. In questo senso, non riesco a concepire sonorità allegre e leggere, poiché la mia musica è influenzata dall’angoscia che si respira nell’attuale periodo storico. Questo nuovo lavoro rappresenta per me una continuazione del precedente, ma con una maggiore maturità artistica. Nel mio album sono presenti contaminazioni musicali che spaziano dal djent, al metalcore, all’hip hop e alla trap. Personalmente, differenzio le influenze in due categorie: soggettive e oggettive. A volte, inevitabilmente, ascoltiamo musica che non abbiamo scelto di ascoltare, ad esempio durante una pubblicità o come colonna sonora di un film o di un video su TikTok. Questo tipo di influenze possono finire per riflettersi nella mia musica, anche se io sono un metallaro incallito. Ad ogni modo, cerco sempre di mantenere la mia identità musicale e di fare in modo che le contaminazioni musicali siano integrate in maniera coerente con il mio stile.

Davide

Ci presenti gli altri musicisti presenti nel disco?

Sergio

La band nasce dalla mia incessante ricerca di musicisti arrabbiati e veri, persone che vivono un momento sociale delicato e che non si fanno contaminare dalle comodità che spesso deturpano l’animo del vero metallaro. Ero alla ricerca di un suono che fosse la perfetta rappresentazione della nostra epoca, fatto di rabbia, confusione e disillusione. Nel 2020, grazie ad alcune amicizie sui social, ho incontrato Michael, un chitarrista con un nome tipicamente anglosassone ma dall’origine russa. Poi ho provato a far cantare alcune canzoni a una ragazza canadese, ma non era la giusta combinazione tra musica e melodie. Ho continuato la mia ricerca di un cantante finché non ho incontrato Slava Antonenko, ex membro della band russa metalcore Slaughter Of Prevail, attualmente in tournée negli Stati Uniti. Con Slava ho subito trovato un’ottima sintonia, un tipo di persona che capisce le cose al volo e che sicuramente avrà una grande carriera come musicista (inoltre suona molto bene anche la chitarra). Attualmente, oltre ad essere il cantante del Dr. Schafausen, è anche il cantante dei “Lost In Alaska” e il chitarrista dei “Ink Instead Of Blood”. La nostra unione musicale è stata perfetta e insieme abbiamo creato un suono unico, che rappresenta appieno la nostra visione del mondo e della società attuale. Purtroppo, a causa del conflitto in corso, siamo stati costretti a fare i conti con molte difficoltà. Tra queste, la più grande è stata la perdita di contatto con il nostro batterista Anatole Lyssenko, anch’egli russo come il resto della band. Le comunicazioni sono diventate sempre più difficili, in quanto i social network sono stati oscurati e ogni forma di connessione è diventata problematica. Non abbiamo più notizie di Anatole da diverso tempo, ma continuiamo a sperare che presto possa farci sapere qualcosa di sé. La situazione è resa ancora più complicata dall’età dei membri della band: la chiamata al fronte è sempre un rischio potenziale per loro. Nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso, abbiamo sempre cercato di lavorare duramente per migliorare il nostro progetto musicale. Ogni volta che riusciamo a sentirci, discutiamo e condividiamo idee su come possiamo rendere la nostra musica ancora più intensa ed emozionante. È innegabile che il nostro mondo attuale sia pervaso da una sensazione di disperazione e difficoltà sociali, ma noi crediamo che la musica possa avere un ruolo importante nel dare voce ai nostri pensieri e alle nostre emozioni. Attraverso la nostra musica, cerchiamo di trasmettere un messaggio di speranza e di resistenza, nonostante le sfide siano sempre più difficili da affrontare.

Davide

A proposito di terzo millennio, hai anche riproposto una pietra miliare della storia della musica, “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson. Perché hai scelto di rivisitare questo brano, per altro (per tornare al discorso del digitale) inserito nel video game “Guitar Hero”?

Sergio

Penso che la canzone sia ancora molto rilevante e si adatti perfettamente al nostro stile musicale. Inoltre, il tema si collega perfettamente all’album che abbiamo creato.

Davide

Veniamo al fumetto contenuto in un sostanzioso booklet a sé, due storie scritte e disegnate dal noto disegnatore e autore di fumetti Paolo Massagli. Per altro la prima storia del fumetto, “How can you die?”, è ambientata a Torino, mia amata città. Si scorge infatti il Palazzo Madama. Torino perché città dalle molte storie magiche ed esoteriche? Ma, forse, bisognerebbe chiederlo a Massagli. Come nasce questa idea di allegare un fumetto al disco?

Sergio

L’idea di allegare un fumetto al disco è nata dalla volontà di creare un’esperienza d’ascolto più completa e coinvolgente per il pubblico. La musica e il fumetto sono due forme d’arte molto diverse ma che interagiscono in modo interessante. La scelta di Paolo Massagli come autore del fumetto è stata dettata dalla sua esperienza e dalla sua capacità di creare storie suggestive e coinvolgenti e tecnicamente ineccepibile. Riesce a ricreare ambienti e stati d’animo con un solo disegno. L’ambientazione a Torino è stata scelta per la sua bellezza e le sue atmosfere particolari, ma la vera motivazione di Paolo è che secondo lui Torino fa parte del triangolo esoterico. In ogni caso, l’obiettivo era quello di offrire al pubblico un’esperienza d’ascolto più completa e immersiva, che andasse oltre la semplice fruizione della musica.

Davide

Perché il “Dystopian Metal”? Quali le caratteristiche salienti di questo ulteriore sottogenere della musica heavy metal? Pensi che la nostra attuale società sia spaventosa, pericolosa, cruda, in cui non vorremmo mai vivere, in una sola parola – appunto – distopica? O siamo su quella cattiva strada e bisogna fare qualcosa prima che sia troppo tardi?

Sergio

“La rivista Metal Temple mi ha attribuito la definizione di ‘metal distopico’, un genere musicale essenziale, a tratti frenetico e caotico, che riflette le caratteristiche della società attuale. Questa definizione mi è piaciuta molto e ho scelto di identificarmi con questo termine. Altri hanno descritto il mio stile musicale come ‘Nu-Core melodico’. Credo che la società stia seguendo una strada sbagliata che ci porterà verso una società distopica, come ho cercato di rappresentare attraverso la musica del mio disco. Nonostante siamo consapevoli del percorso errato, non facciamo nulla per cambiarlo e questo mi preoccupa.

Davide

Il tuo strumento, quanto meno quello principale, è il basso. È anche lo strumento col quale componi la tua musica o fai anche uso di altra strumentazione?

Sergio

Il mio strumento principale è il basso, ma mi piace anche suonare la chitarra e le tastiere per arricchire le mie composizioni.

Davide

Secondo uno studio della Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato stabilito che il musicista più importante all’interno di una band è sicuramente il bassista. Nel loro trattato, gli studiosi in questione affermano che il nostro cervello percepisce meglio gli strumenti ritmici i cui suoni hanno una bassa tonalità. In pratica se apprendiamo il ritmo di una canzone e ci facciamo coinvolgere seguendo la sua velocità battendo il piede o ballando, il merito va più al basso che a strumenti come la batteria o la chitarra ritmica. Quali sono stati i tuoi bassisti di riferimento nella tua formazione di strumentista e qual è la tua visione dello strumento?

Sergio

Sì, è vero, i suoni bassi e ritmici sono radicati in noi da migliaia di anni come suoni atavici. Il motivo è semplice: siamo mammiferi e rimaniamo immersi nella placenta per parecchi mesi, dove possiamo essere cullati dal battito del cuore materno. Un suono familiare e a volte rilassante, che ci fa sentire al sicuro inconsciamente e che prediligiamo ad altri suoni. Le frequenze basse nel nostro sistema uditivo sono le più protette e nonostante l’invecchiamento rimangono sempre le più conservate. Nel liquido, la velocità del suono è addirittura maggiore, quindi il nostro organo uditivo è concepito anche per ascoltare il battito cardiaco nel grembo materno. Questo fa sì che il ritmo e i bassi siano due cose simbiotiche che ci fanno stare bene.

Davide

La musica è una matematica sonora, la matematica è una musica silenziosa? Cos’è per te la musica?

Sergio

La musica per me è una forma d’arte che utilizza il suono come mezzo espressivo. La bellezza della musica sta nella sua capacità di evocare emozioni e sentimenti attraverso la combinazione di note, ritmi e melodie. Anche se la musica può essere basata su principi matematici, penso che la sua vera essenza sia la creatività e l’espressione personale. Non credo che la matematica possa definire completamente la musica, perché ci sono aspetti della musica che sono difficili da tradurre in termini matematici, come la spontaneità, l’improvvisazione, il sentimento e l’intenzione.

Davide

Cosa seguirà?

Sergio

Stiamo già lavorando su alcune idee per il nostro terzo album, e se il contesto sociale e culturale continuerà a evolversi in questa direzione, continueremo a rappresentare la realtà attraverso la nostra musica. Siamo convinti che la musica possa essere uno strumento potente per riflettere sulle dinamiche sociali e comunicare messaggi importanti.

Davide

Grazie e à suivre…

 

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