KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Herbaceous

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gioco per 1-4 persone
Autori: Eduardo Baraf, Steve Finn
Editore: Little Rocket Games (www.littlerocketgames.com)

La Pencil First Games è una piccola casa editrice che si definisce “boutique publisher of delightful, high-quality board and card games” (editore “boutique” di piacevoli giochi da tavolo e di carte, di alta qualità), ed alla vista questo “Erbaceo”, intavolato, è abbastanza piacevole, per la grafica utilizzata su carte e scatola che rappresenta, in colori pastello, diverse tipologie di spezie (soprattutto commestibili, come salvia, rosmarino, timo e aneto, ma c’è anche la lavanda); i giocatori vengono chiamati a coltivare queste spezie (nel loro giardino, e in un’area comune) con lo scopo di trasferirle nei propri vasi nel modo più fruttifero (di punti) possibile (e si suppone piacevole alla vista). La tipologia di gioco (competitivo) è quella della collezione di insiemi, con un fattore di “push-your-luck”, ovvero con la possibilità di tentare la fortuna e cercare di ottenere più punti (con la corrispondente possibilità di perderne nel caso in cui la dea bendata si giri da un’altra parte).
Questo gioco è stato inizialmente pubblicato dalla Pencil First Games attraverso una campagna su Kickstarter che ha raccolto 59.000$ da 2.200 sostenitori, dopodiché è stato pubblicato da altre case editrici, fra cui la Little Rocket Games in una edizione in italiano; ma vediamo nel dettaglio come è strutturato…
La scatola è molto compatta (più o meno come quella di “BANG!”) e contiene:
-un mazzo di carte,
-quattro listelli di cartoncino,
-il regolamento (in italiano) e un foglio per il solitario.
Le carte (gli unici materiali, a parte i listelli) sono robuste e ottimamente illustrate, e con un po’ di accortezza si possono usare senza imbustarle, anche perché c’è il problema che l’inserto in plastica della scatola ha gli alloggiamenti molto stretti e andrà buttato se si vogliono imbustare le carte. Dato che non ci sono scritte sulle carte si può giocare con qualunque versione, ma se volete il regolamento in italiano per semplicità di consultazione, meglio avere quella pubblicata dalla casa editrice nostrana.
La preparazione di una partita è molto rapida: a ogni giocatore si danno quattro carte Vaso e un listello del proprio colore (quest’ultimo servirà per delimitare il giardino personale da quello comune), si mischiano le carte Pianta e se ne tolgono un certo numero in base ai giocatori (in quattro si usano tutte), si stabilisce il primo giocatore e si può iniziare.
Nel turno di ogni giocatore si svolgono due fasi:
-Piantare nei vasi (opzionale): il giocatore può prendere un numero qualsiasi di carte sia dal giardino personale che da quello comune e metterle in una delle proprie carte Vaso ancora vuota, secondo le regole specifiche di quella carta (ad esempio, il vaso grande accetta solo carte della stessa tipologia di pianta, mentre le piante speciali possono essere piantate solo nel vaso di vetro); se un giocatore mette tre piante speciali nel vaso di vetro riceve immediatamente la carta bonus che vale cinque punti.
-Piantare nel giardino (obbligatoria): il giocatore pesca una carta dal mazzo e decide se piantarla nel proprio giardino o in quello comune (aggiungendola ad una pila se è già presente quella pianta); dopodiché pesca una seconda carta e la mette nel giardino dove non ha messo la prima carta.
Il gioco prosegue in questo modo fino a che non si esaurisce il mazzo di pesca, dopodiché si prosegue con i turni per permettere a tutti di piantare nei vasi quello che rimane nei giardini e si termina quando tutti hanno riempito le proprie carte Vaso oppure non c’è più modo di piantare nulla.
A questo punto ognuno calcola il proprio punteggio sommando:
-i punti indicati su ogni carta Vaso, in base al numero di carte che contiene (su ogni carta c’è una tabellina che riporta i punteggi),
-per la carta Vaso di Vetro si aggiungono i valori delle piante speciali, e i cinque punti bonus per il primo giocatore che ha piantato tre piante speciali differenti,
-un punto per ogni carta pianta rimasta nel proprio giardino.
Il giocatore con il punteggio più alto viene dichiarato vincitore, nel caso di un pareggio si guarda chi ha il punteggio più alto nel Vaso di Vetro, condividendo la vittoria nel caso in cui persista la situazione di pareggio.
Si tratta di un classico filler (un gioco “riempitivo”), le regole sono semplici ed una partita è molto veloce (al massimo un quarto d’ora), l’obiettivo è chiaro (riempire i nostri vasi il più possibile) ma come raggiungerlo un po’ meno, ed è questo che rende il gioco divertente, ovvero capire quando piantare un vaso (e quindi consolidare il punteggio) oppure rischiare e andare avanti, da qui l’accenno iniziale al “tentare la fortuna”, all’inizio del nostro turno dovremo infatti decidere se la distribuzione di piante nel nostro giardino e in quello comune è soddisfacente per completare uno dei vasi, oppure tentare di ottenere qualcosa di meglio, con il rischio di non avere una pesca di carte che si “incastri” con la disposizione attuale oppure, peggio, che gli avversari vadano a toglierci le carte che ci servivano dal giardino comune; e questa è l’interazione indiretta presente in questo gioco: le piante nel nostro giardino sono protette dalle azioni altrui, ma non quelle nel giardino comune. Per questo dare un’occhiata ai giardini altrui è utile per tentare di capire quali saranno le mosse degli avversari, e cercare di batterli sul tempo, cercando magari di fare una previsione su quali carte sono ancora presenti nel mazzo (notare però che solo in quattro si ha la certezza dei numeri, in due o tre non si sa quali carte sono state escluse).
C’è da notare che aumentando il numero di giocatori diminuisce il controllo che si può avere sul giardino centrale (ovvero, tra un turno e quello successivo può cambiare tutto), per questo nel regolamento si trova una variante per il gioco a squadre, quattro persone due contro due: nella seconda fase di ogni turno ogni giocatore piazza tre carte, una nel proprio giardino, una in quello comune e una nel giardino del proprio compagno di squadra, e alla fine si sommano i punteggi dei due giocatori di ogni squadra; si può giocare sia con la possibilità di comunicare, sia senza (aumentando il livello di difficoltà); inoltre si può stabilire che il punteggio che determina la vittoria sia quello più basso tra i due componenti della squadra. Rimane comunque un gioco tattico più che strategico, dove contano i ragionamenti nell’immediato del proprio turno, ma giocando in squadre si sente di meno la casualità delle situazioni, alternandosi sempre il gioco di una delle due fazioni.
Per quanto riguarda il solitario. le regole sono leggermente differenti (ma comunque sono poche modifiche, che stanno in un foglietto): la preparazione va fatta prendendo metà mazzo, e piazzando una carta negli scarti, tre nel giardino personale e due in quello “comune”, poi ad ogni turno si pescano tre carte, una alla volta, decidendo se metterle nel giardino personale, in quello comune o negli scarti; inoltre, se si piazza la quinta tipologia di pianta nel giardino comune, vanno subito scartate tutte le carte presenti qui. Alla fine (notare che c’è solo una possibilità al termine della partita per piantare l’ultimo vaso), si calcola il punteggio normalmente, e lo si confronta con una tabellina per valutare come è andata la partita (e per cercare di superare il proprio record personale). E di seguito si può giocare una seconda partita con l’altra metà del mazzo.
In questa modalità si perde il confronto con gli avversari (niente “bot” o avversari simulati) ma rimane la meccanica del “tentare la fortuna”, con l’aggiunta che non ci sono turni “liberi” alla fine per riempire i vasi, ma bisogna quindi pianificare in anticipo le quattro fasi necessarie (ovvero, contate quante carte rimangono nel mazzo), con le possibilità che si assottigliano (sia durante il turno che durante la partita)1 così come si assottiglia il mazzo di pesca. Notare che togliere metà del mazzo significa non conoscere la distribuzione delle carte durante la prima delle due partite, e quindi si gioca necessariamente un po’ alla “cieca”, mentre curiosamente la seconda partita sarà più semplice, ed è per questo che conviene giocare due partite e calcolare la media dei punteggi (oppure, come suggerisce il regolamento, tentare di ottenere il massimo in entrambe, cosa che sarà possibile solo con un po’ di esperienza).
In conclusione, questo gioco si rivela effettivamente piacevole, e rilassante, sia per l’argomento, che per lo svolgimento (d’accordo, ci potrà essere qualche mugugno per l’avversario che pianta allegramente il rosmarino che avevamo adocchiato, ma niente che possa lasciare l’amaro in bocca); un titolo semplice, rapido da giocare (e compatto da portare con sé), dal costo limitato e dalla veste grafica appropriata, adatto a tutti, anche per chi non ha il pollice verde (ma sappiate che il rosmarino cresce sempre e comunque).

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