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L’orologio di villa Sultana – Marzia Taruffi

3 min read

Golem Edizioni
Torino, 2023
pag. 256
euro 14,90

Spesso diffidiamo nel leggere i libri della persone che abbiamo incontrato prima di persona. Ma nel caso di quello della giornalista d’Imperia, Marzia Taruffi, abbiamo avuto vissuto l’esatto contrario.
Quando abbiamo scoperto infatti di questo nuovo titolo della giornalista che lavora a Sanremo, dove appunto l’avevamo incontrata l’anno scorso nelle vesti di segretario generale del Premio Letterario Internazionale “Casinò di Sanremo Antonio Semeria” – dove eravamo saliti sul podio della poesia; infine, maldestramente in questo caso, avevamo saputo anche che la Taruffi nel 2010 è stata insignita del cavalierato dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ed ecco, insomma, la bella scoperta a questo punto di “L’orologio di villa Sultana”, romanzo spassoso di Taruffi. “Una bara perfettamente conservata e vuota datata 1940. Un corpo mummificato che risale a decenni prima. Cosa li accomuna – è lanciato dallo stesso editore torinese Golem – e perché sono occultati nella grotta della ancora più misteriosa villa Sultana? Un caso complesso da dipanare che si snoda tra il 1910 e gli anni Ottanta. Il vicequestore Alfredo Cavallucci deve trovare la soluzione ma nel frattempo è impegnato a fermare il fiume di droga che inonda la Riviera e a individuare i narcotrafficanti che si fanno sempre più spietati”. Trama a parte, anzi innanzitutto dato il genere: vista la trama diremo, ecco che la scrittura di Marzia Taruffi si rivela essere in pratica della stessa materia che compone la sua autrice. Dinamica, fluttuante, scorrevole.

Dove l’attenzione al dettaglio esalta la natura del libro di genere, pure. Viene voglia, insomma, di leggere i precedenti libri suoi.

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