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Come vento cucito alla terra – Ilaria Tuti

4 min read

Edizioni Longanesi

Narrativa

Pagg. 384

ISBN 9788830459175

Prezzo Euro 20,00

Una storia di ribellioni e d’amore

“L’amore è sutura./ Sutura e non benda, sutura – non scudo /

(Oh, non chieder difesa!),/ sutura, con cui il vento è cucito alla terra,/ con cui io a te sono cucita.” (Marina Cvetaeva)

I romanzi gialli di Ilaria Tuti con protagonista il commissario Teresa Battaglia non mi hanno convinto, per i motivi che ho spiegato nelle mie recensioni. Invece mi è piaciuto Fiore di roccia, un’opera che dà giustamente risalto alle portatrici carniche della Grande Guerra e in cui, oltre all’abnegazione di chi rischiando la vita portava in trincea munizioni e viveri, sono ben tratteggiate queste figure femminili che, per fame, si sostituiscono agli uomini in un ingrato e pericoloso lavoro.

In Come vento cucito alla terra protagoniste sono ancora le donne, le prime lady doctors; infatti Ilaria Tuti porta alla luce una storia forse dimenticata, vale a dire quella del Women’s Hospital Corps (WHC), la prima unità medica fondata da Flora Murray e Louisa Garrett Anderson. Quindi, anche in quest’opera viene posta in risalto la preziosa figura della donna che si rivela di grandissimo aiuto con interventi chirurgici a militari francesi e inglesi feriti nel corso della Grande Guerra. Queste dottoresse, autentiche suffragette, sono esistite veramente, così come non è un’invenzione il Women’s Hospital Corps; invece la trama, ben articolata e anche molto avvincente, è frutto di creatività.

Il libro è quindi una storia di donne, ma è anche una storia di emancipazione, una tappa dell’infinito percorso, ancor lungi dall’esser concluso, per arrivare alla parità fra sessi diversi. Agli inizi del secolo scorso le donne potevano anche studiare da medico e laurearsi pur fra mille difficoltà, ma esisteva il preconcetto che il gentil sesso, per sua natura, incline all’emozione e alla commozione, non fosse adatto a eseguire interventi chirurgici. Il Women’s Hospital Corps dimostrò invece che questi pregiudizi erano del tutto infondati, preconcetti che erano radicati in qualsiasi classe sociale, al punto che agli inizi non pochi feriti si opponevano fermamente all’idea di essere operati da una donna. In questo quadro generale, nell’orrore di una guerra (al riguardo le descrizioni dei campi di battaglia sono veramente notevoli) si innestano due storie che sembrano procedere parallele, ma che progressivamente si avvicinano fino a incontrarsi. I protagonisti di queste due vicende che finiscono per intersecarsi sono Cate, una dottoressa di padre inglese e madre italiana, di famiglia benestante, che però in pratica l’ha rinnegata, nubile con una figlia piccola a carico, e Alexander, capitano di fanteria, proveniente da una famiglia di alto lignaggio, ma di altrettanto alta insensibilità. La prima soccorre Alexander nella terra di nessuno e ricuce con notevole abilità il suo viso sfregiato da un colpo di baionetta; Cate fa delle suture che sono degli autentici ricami, ricami che inizieranno a fare i soldati feriti nella convalescenza al Women’ Hospital, attività dapprima osteggiata, perché ritenuta non virile, ma che darà i suoi frutti allentando le tensioni da guerra, aiutando gli invalidi ad accettare la propria sorte, insomma costituendo uno svago creativo indispensabile per una guarigione soprattutto della mente.

Come vento cucito alla terra è una storia di ribellioni e d’amore, perché ribellione è quella di Cate che reclama la dignità femminile attraverso la parità fra uomo e donna e ribellione è pure quella di Alexander alle convenzioni, alla rigida educazione familiare la cui l’ubbidienza deve essere cieca; ma è anche una storia d’amore fra loro due, una relazione che non avrebbe potuto nascere se non avessero saputo alzare la testa e ritrovare quella libertà innata che solo le regole non scritte di una società rigida possono soffocare.

Non vado oltre, perché mi pare che sia opportuno, oltre che giusto, lasciare ai lettori la scoperta di come procederà e finirà il romanzo.

Si tratta indubbiamente di un’opera eccellente e pertanto la lettura è sicuramente consigliata.

Ilaria Tuti è nata il 26 aprile 1976 a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio. Tra i suoi libri ricordiamo anche: Ninfa dormiente (Longanesi, 2019) e Fiore di roccia (Longanesi, 2020). Del 2021 il romanzo La luce della notte, il ritorno dell’amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di rinascita e speranza. Sempre per Longanesi pubblica nel 2021, Figlia della cenere e nel 2022, Come vento cucito alla terra.

 

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