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Le battaglie di Solferino e San Martino – Mino Milani

4 min read

Edizioni Gam

Storia

Pagg. 201

ISBN ‎ 978-8889044445

Prezzo Euro 12,00

Le battaglie decisive della Seconda Guerra di Indipendenza

Mino Milani, da poco scomparso, è stato indubbiamente un autore eclettico, spaziando dalla narrativa per ragazzi ai gialli e anche ai saggi storici. In quest’ultima tipologia spicca Le battaglie di Solferino e San Martino, un lavoro snello, non molto approfondito, ma nemmeno superficiale, con cui vengono descritti i due scontri, contemporanei, che decisero le sorti della Seconda guerra di Indipendenza, l’esito favorevole della quale diede al Regno di Piemonte la Lombardia, fatta eccezione per Mantova. Si è trattato di due battaglie, anche se sostanzialmente, essendo avvenute lo stesso giorno e a poca distanza, potrebbero essere considerate un solo episodio bellico.

Da un lato, alleati, c’erano i Francesi di Napoleone III (complessivamente 79.000 uomini, 9.200 cavalli e 240 cannoni) e i piemontesi di Vittorio Emanuele II (in totale 35.600 uomini, 1.500 cavalli e 80 cannoni); dall’altro lato, invece, si trovavano gli Austriaci di Francesco Giuseppe (120.000 uomini, 6.100 cavalli e 417 cannoni). Considerati i campi di battaglia, in parte pianeggianti, ma in buona misura collinari, questi eserciti dovettero affrontarsi su una superficie relativamente ristretta e se per numero dei combattenti i contendenti erano sostanzialmente in parità, le cose cambiavano per i cannoni, anche lì sostanzialmente eguali, ma quelli francesi erano migliori e soprattutto venivano utilizzati meglio, tanto che è possibile dire che largo merito della vittoria degli alleati può essere attribuito a questo strumento di offesa. L’epoca però era quella post napoleonica e si combatteva ancora per schieramenti, con attacchi per lo più frontali, il che determinò un notevole numero di vittime (complessivamente circa 27.000 fra morti e feriti). Fu in quell’occasione che allo svizzero Henry Dunant, presente a Solferino, notando l’alto numero di feriti disseminati ovunque, venne l’idea di istituire un organismo, i cui componenti, al di sopra delle parti, potessero assistere chi ne aveva necessità sui campi di battaglia ed è così che è nata la Croce Rossa. Come ben si sa, dopo un giorno di scontri furiosi a Solferino (si fronteggiavano francesi e austriaci) e a San Martino (si combattevano piemontesi e austriaci), in un polverone gigantesco, mitigato solo da un improvviso temporale, Francesco Giuseppe e i suoi, sconfitti, si ritirarono oltre il Mincio. A chi arrise la vittoria? Ovviamente agli alleati, con un distinguo però, perché a Solferino trionfarono i francesi, mentre a San Martino è più equilibrato parlare di un pareggio fra piemontesi e austriaci. Si arrivò poi velocemente a una pace voluta più da Napoleone III che da Vittorio Emanuele II, grazie alla quale la Lombardia, tranne Mantova, fu ceduta al Regno Sabaudo. Si parlò di vittoria tradita, incompleta, ma Napoleone III aveva le sue buone ragione per chiudere tutto a Solferino (sul Reno premevano i Prussiani e inoltre la massiccia adesione al Regno di Piemonte di altri staterelli italiani rendeva la nuova realtà territoriale potenzialmente pericolosa, soprattutto alla luce dello scopo francese di aiutare Vittorio Emanuele II al fine di sminuire un po’ l’ingombrante presenza sul suolo italico di un pericoloso avversario come l’Austria.).

Milani non ha scritto un romanzo storico, bensì un eccellente saggio storico, peraltro limitato solo alle due battaglie, allegando in calce tutta una serie di notizie di carattere esclusivamente storico che costituiscono ottimi spunti per ricerche e approfondimenti.

Non era facile districarsi fra i tanti scontri della giornata, ma l’autore pavese ci è riuscito bene e così ha scritto un’opera di notevole interesse e che si legge senza fatica e con grande piacere.

Guglielmo Milani detto Mino (Pavia, 3 febbraio 1928 – Pavia, 10 febbraio 2022),  scrittore italiano. Autore di storie a fumetti e collaboratore del «Corriere dei Ragazzi», ha pubblicato numerosi romanzi storici e di avventura: Garibaldi e i Mille (1960), L’avventura di Tommy River (1969), I quattro di Candia (1973), Romanzo militare (1987), Fine della battaglia (1993), Il figlio di Davy Crockett (1995), Crespi Jacopo (2001), La guerra sia con me. Vita immaginaria di San Rocco (2005). È autore anche di racconti d’ispirazione autobiografica dedicati alla sua città (Ed ora, Ferrari?, 1999; Il mio cielo d’oro, 2004).

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