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Le tigri di Mompracem – Emilio Salgari

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Giunti Editore
Narrativa
Pagg. 480
ISBN 9788809765962
Prezzo Euro 9,50

Sulle ali della fantasia

Fra tante letture, facili, per nulla impegnative, da farsi o sotto l’ombrellone in spiaggia o su una panchina in un bosco, non poteva mancare anche quella di un romanzo di Emilio Salgari, autore prolifico, ma anche sfortunato, che non potè mai diventare famoso come Alexandre Dumas e Jules Verne, pur non essendo come qualità inferiore a entrambi, soprattutto al primo. Per uno che non si era praticamente mai mosso da casa deve essere stato notevole l’impegno a costruire con la fantasia storie che si svolgono in paesi di cui poteva sapere solo il nome e che aveva trovato sull’atlante. Al riguardo, mi sembra di vedere Salgari che passa le mani sul mappamondo e, arrivato alla Malesia, si ferma e sembra assorbire dai polpastrelli delle dita atmosfere e paesaggi di quel territorio a lui sconosciuto. E’ così che nascono trame e personaggi, alcuni mitici, come il grande Sandokan o la sua donna, la Perla di Labuan, alias di Lady Marianna Guillonk, senza dimenticare il fedelissimo Yanez de Gomera.  Sandokan è un pirata, ma lo è diventato perché inglesi e olandesi hanno sterminato la sua nobile famiglia e ora vive solo per la vendetta, aiutato da un numero crescente di fedelissimi, i tigrotti, desiderosi di sottrarsi al dominio della Compagnia delle Indie. I duelli, gli scontri, i tradimenti, le passioni anche violente sostengono una trama di per sé esile, ma che l’autore riesce a rendere attraente, a patto che anche il lettore non sia troppo smaliziato e in questo senso bambini e ragazzi sono l’ideale. Tuttavia, anche gli adulti non si sottraggono al fascino di terre lontane e di avventure mirabolanti, soprattutto con le trasposizioni cinematografiche e televisive; al riguardo ricordo con piacere lo sceneggiato Sandokan del 1976, interpretato da un attore indiano fascinoso e anche bravo (Kabir Bedi), mentre nella parte del cattivo c’era il nostro Adolfo Celi, il tutto per la regia di Sergio Sollima.

Come adulto sorvolo su alcune ingenuità presenti nella scrittura, anche perché tengo conto del fatto che l’autore mai ebbe occasione di visitare i posti oggetto della narrazione, un uomo che si esaurì a scrivere giorno e notte per cercare di sanare notevoli problemi economici che lo assillavano e che derivavano dalle condizione di salute di alcuni suoi familiari. Salgari volò tanto con la fantasia e, lasciatemelo dire, è in grado di far volare anche noi.

Emilio Salgari, narratore italiano. Nonostante il successo ottenuto dai suoi libri, fu afflitto da angustie economiche e morì suicida.
Narratore di grande energia, suggestionato dagli esempi di Verne, Sue e Dumas padre, scrisse un’ottantina di romanzi e circa 150 racconti destinati ai ragazzi e continuamente ristampati ad altissime tirature.
Fra i titoli più noti (anche per le trasposizioni cinematografiche e televisive) I misteri della jungla nera (1895), i romanzi del ciclo dei corsari (Il Corsaro Nero, 1899; Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, 1905) e soprattutto quelli del ciclo dei pirati (I pirati della Malesia, 1896; Le tigri di Mompracem, 1901; Sandokan alla riscossa, 1907).
Ignorato a lungo dalla critica, guardato con diffidenza dalla pedagogia, Salgari fu tuttavia un rinnovatore della letteratura italiana per ragazzi.
Il suo stile è approssimativo e i sentimenti su cui fa leva sono quasi sempre elementari: l’onore, l’amicizia, la vendetta, la protezione dei deboli ecc. Ma a riscattare le carenze formali e le ingenuità psicologiche interviene un’immaginazione fervidissima, capace d’inventare personaggi dall’eroismo esaltante, intrecci ricchi di azione e di suspense, ambienti e atmosfere dal forte colorito esotico.

Fonte: Enciclopedia della Letteratura, Garzanti 2007

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