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Solidarity bond o coronavirus bond: finalmente gli eurobond in risposta al virus

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«A una crisi straordinaria, senza precedenti, si risponde con mezzi altrettanto straordinari, mettendo in campo qualsiasi strumento di reazione, secondo la logica whatever it takes»

(Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, 17 marzo 2020)

Il presidente del Parlamento Europeo, l’italiano David Sassoli, si mette in quarantena per il covid-19, mentre David Frost, negoziatore britannico per la Brexit, e Michel Barnier, suo omologo per la Commissione, sono risultati positivi al tampone.
A questi, nella sola Unione Europea si aggiungono altri circa 135.000 contagi che rendono la regione la più colpita dalla pandemia del coronavirus.
Difficile prevedere quali saranno le conseguenze sociali, politiche ed economiche di questa pandemia per la quale è necessaria una reazione incisiva anche da parte delle granitiche istituzioni europee, e qualcosa sembra si stia muovendo.
Non si tratta di una risposta originale, non è certo stata rapida, non sarà la soluzione definitiva, non sappiamo nemmeno che portata potrà avere, ma finalmente ci siamo arrivati: stiamo parlando dei solidarity bond, o coronavirus bond, o più semplicemente eurobond, i tanto auspicati titoli di investimento emessi e garantiti dalla stessa UE (non sappiamo ancora da chi) per raccogliere risorse da impiegare subito in investimenti d’emergenza.

Pandemia

Ad oggi[1], secondo le statistiche ufficiali, nel mondo vi sono oltre 340.000 casi di coronavirus che hanno già causato più di 15.000 decessi, la metà dei quali nell’insieme dei paesi membri dell’Unione Europea (e tra questi l’Italia).
Probabilmente questa influenza non avrà la portata della famigerata “spagnola” che un secolo fa causò tra 50 e 100 milioni di morti divenendo la pandemia più mortifera nella storia dell’umanità.
Di sicuro, per lo sviluppo delle tecnologie, questa è la prima occasione per vivere globalmente e in tempo reale lo sviluppo quotidiano del contagio, i suoi effetti in ogni angolo del pianeta e le misure che si adottano nel tentativo di arginarne le ricadute.
Dal punto di vista economico, le analisi si susseguono[2], sovrappongono e contraddicono: a causa del virus molti analisti già prevedono una contrazione del pil mondiale che potrebbe arrivare al 2%; per l’area euro si parla di un prudenziale 4,5%; per l’Italia, invece, l’oscillazione apocalittica è tra il 6 e il 10%. In ogni caso, le ripercussioni si sentiranno ben oltre la fine delle quarantene.
Per questi motivi, dapprima il governo italiano[3], poi seguito dagli altri partner europei, ha avanzato richieste esplicite alle istituzioni dell’UE per adottare misure idonee e rispondere in maniera coordinata a questa particolare crisi.
Purtroppo, la tempestività non è una qualità caratteristica del sistema unionista e ultimamente nemmeno la ponderatezza delle affermazioni, tant’è che la governatrice della BCE ha dovuto ritrattare un paio di volte alcune sue ciniche dichiarazioni sulla possibilità di intervento nei mercati e la presidente della Commissione ha atteso che le cancellerie puntassero i piedi prima di esprimersi a favore di ipotizzare la possibilità di un intervento comune.

Bond

Consiglio, Commissione, Banca Centrale Europea e, per quel poco che è di sua competenza, Parlamento hanno preso quindi a muoversi, in maniera goffa, rallentata e scomposta come d’abitudine, dando l’ennesima dimostrazione di aver perso il ruolo di moltiplicatore dell’efficacia d’azione dei singoli stati membri.
In definitiva comunque Commissione e Consiglio hanno autorizzato i governi a significativi scostamenti dal patto di stabilità[4] per i settori della salute pubblica, previdenza sociale e il sostegno alle imprese. Inoltre, si è trovato un accordo sull’utilizzo di quei residui di fondi strutturali non utilizzati[5] che avrebbero dovuto essere restituiti alla Commissione e che potranno restare agli stati nazionali. Ancora in dubbio, invece, la possibilità di impiegare le risorse del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità[6], volgarmente chiamato Fondo salva stati, per contrasti sull’interpretazione delle clausole di attivazione.
La BCE, da parte sua, ha confermato interventi fino a 1.800 miliardi di euro per acquisti di titoli pubblici[7] emessi nei mercati europei per immettere liquidità.
La misura più interessante, benché al momento solo in fase di studio, rimane quella dei buoni del tesoro europei: i cosiddetti eurobond, ora ribattezzati coronavirus bond[8] o solidarity bond.
Nel concreto si tratta di titoli obbligazionari emessi dai singoli stati membri dell’Unione ma garantiti da un’istituzione finanziaria europea, nella specie la Banca Centrale (che non è molto d’accordo) o la BEI, Banca Europea per gli Investimenti, o ancora il FEI, Fondo Europeo per gli Investimenti (di cui, però, andrebbe rivisto il mandato).
Le risorse così raccolte sarebbero condizionate, vale a dire che si potrebbero usare solo per interventi di potenziamento dei sistemi sanitari nazionali o di sostegno a settori economici particolarmente danneggiati dalle ripercussioni della pandemia.
Nei progetti più ottimisti si parla di emissioni tra i 500 se i 1.000 miliardi di euro di bond.
Già in seguito alla crisi del 2008, in molti avevano proposto il varo di uno strumento comune per condividere responsabilità e benefici e anche da queste pagine[9] avevamo suggerito l’eurobond ma gli interessi di parte ebbero il sopravvento sulla cura del bene comune europeo.
Oggi, abbiamo il buon esempio della Cina[10] dove, a partire dal mese di febbraio, quindi dai primi giorni di esplosione del virus, sono stati emessi e comprati titoli vincolati al finanziamento dell’emergenza covid-19 per quasi 35 miliardi di dollari[11], il 20% del totale dei collocamenti in moneta locale non società finanziarie.
I loro tassi variano tra l’1,6 e il 6% e sono più bassi rispetto alla norma ma per questo e le aziende sfruttano l’occasione per rifinanziare propri debiti pregressi, con un po’ di capitali freschi. In Cina sono soprattutto le banche pubbliche che comprano questi titoli immettendo così liquidità nel sistema.
In Europa, gli Stati potrebbero emettere tali obbligazioni con garanzia “comune” e con un vincolo di scopo: ciò impatterebbe immediatamente sulla disponibilità di capitali e consentirebbe importanti investimenti.
Finora le maggiori opposizioni a questa tipologia di strumento sono state dei paesi del Nord Europa[12] mentre da Germania e Francia si moltiplicano i sostegni alla proposta italiana: solo con un impegno condiviso nella garanzia è possibile permettere a tutti i paesi dell’area di rispondere adeguatamente ai contraccolpi economici della pandemia senza esporsi ad attacchi speculativi esterni che, poi, pregiudicherebbero la stessa tenuta dell’Unione.
Inoltre, in un momento di tassi così bassi, a volte negativi, i solidarity bond avrebbero tutti i requisiti per rientrare nelle operazioni di quantitative easing della BCE[13] nei mercati europei.

Futuro

Dobbiamo riconoscere che il coronavirus ha portato, e sta continuando a creare, una situazione di profonda instabilità nel contesto tanto locale quanto globale.
In molti pensavamo che la costruzione europea avrebbe garantito un baluardo comune per rispondere in maniera più efficace alle necessità: purtroppo, per ora, non è stato così.
La crisi economica del 2008 e quella dei migranti sulle frontiere meridionali e orientali dell’Unione hanno dimostrato l’incapacità dei partner europei di superare i miopi egoismi contingenti e delle istituzioni unioniste di far pesare il ruolo di soggetto significativo ad intra e ad extra.
Adesso, questo coronavirus ci offre una nuova opportunità per dimostrare che il progetto europeo ha una prospettiva ben più amplia della semplice regolamentazione dei mercati, o del sostegno alle banche: ha un respiro che abbraccia la costruzione di una reale casa comune fondata sulla solidarietà tra le persone, il rispetto e la promozione dello stato di diritto, la coesione e lo sviluppo umano sostenibile.
L’Unione Europea, attraverso le sue istituzioni ma anche i singoli governi e, perché no, tutti noi cittadini, deve farsi promotrice di azioni concrete per fronteggiare questa e altre crisi e dimostrare di esistere.
I coronavirus bond, solidarity bond o eurobond sono dunque un’occasione da cogliere: non possiamo tollerare una ulteriore ferita al progetto europeo! Sì, il suo rilancio!

[1] Dati Ministero della Salute al 24.03.2020, http://www.salute.gov.it .

[2] Cfr. https://www.ilsole24ore.com/art/fed-qe-illimitato-contro-devastazioni-economiche-e-finanziarie-coronavirus-ADJcLJF .

[3] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_20/conte-l-europa-usi-fondo-salva-stati-aiutare-tutti-membri-ad-affrontare-crisi-coronavirus-defa5706-6a4a-11ea-a8a1-df48c20e9d2e_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=SrNtsbJ9&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_20%2Fconte-l-europa-usi-fondo-salva-stati-aiutare-tutti-membri-ad-affrontare-crisi-coronavirus-defa5706-6a4a-11ea-a8a1-df48c20e9d2e.shtml .

[4] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_21/coronavirus-von-der-leyen-il-patto-stabilita-sospeso-ora-bilancio-italiano-puo-gestire-crisi-fine-egoismi-6cbfa158-6add-11ea-b40a-2e7c2eee59c6_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=sj0fe1Ri&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_21%2Fcoronavirus-von-der-leyen-il-patto-stabilita-sospeso-ora-bilancio-italiano-puo-gestire-crisi-fine-egoismi-6cbfa158-6add-11ea-b40a-2e7c2eee59c6.shtml .

[5] Cfr. https://www.corriere.it/economia/aziende/20_marzo_19/coronavirus-von-der-leyen-11-miliardi-all-italia-vestager-ok-ad-aiuti-stato-6c1555ba-6a18-11ea-a8a1-df48c20e9d2e_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=5ab23fRf&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Faziende%2F20_marzo_19%2Fcoronavirus-von-der-leyen-11-miliardi-all-italia-vestager-ok-ad-aiuti-stato-6c1555ba-6a18-11ea-a8a1-df48c20e9d2e.shtml .

[6] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_20/conte-l-europa-usi-fondo-salva-stati-aiutare-tutti-membri-ad-affrontare-crisi-coronavirus-defa5706-6a4a-11ea-a8a1-df48c20e9d2e_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=SrNtsbJ9&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_20%2Fconte-l-europa-usi-fondo-salva-stati-aiutare-tutti-membri-ad-affrontare-crisi-coronavirus-defa5706-6a4a-11ea-a8a1-df48c20e9d2e.shtml .

[7] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_20/coronavirus-bce-libera-1800-miliardi-prestiti-famiglie-imprese-b000a0ac-6abf-11ea-b40a-2e7c2eee59c6_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=CvEHckHk&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_20%2Fcoronavirus-bce-libera-1800-miliardi-prestiti-famiglie-imprese-b000a0ac-6abf-11ea-b40a-2e7c2eee59c6.shtml .

[8] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_18/idea-italiana-coronavirus-bond-l-ipotesi-uso-fondi-mes-13ea585e-6937-11ea-913c-55c2df06d574_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=GBbDzFcH&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_18%2Fidea-italiana-coronavirus-bond-l-ipotesi-uso-fondi-mes-13ea585e-6937-11ea-913c-55c2df06d574.shtml .

[9] Cfr. dello stesso Autore, The European dream has failed: a new project is needful!, in KultUnderground, n.204, 2012, in https://kultunderground.org/art/17577/

[10] Cfr. https://www.ft.com/content/bc394d62-5212-11ea-8841-482eed0038b1 .

[11] Cfr. https://www.wsj.com/articles/china-opens-a-coronavirus-bond-spigot-and-companies-rush-in-11583323208 .

[12] Cfr. https://quifinanza.it/soldi/arrivano-i-corona-bond-lemergenza-sanitaria-riapre-il-discorso-degli-eurobond/363071/ .

[13] Cfr. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_marzo_18/consiglio-straordinario-bce-spread-271-wall-street-ancora-giu-005c0288-6969-11ea-913c-55c2df06d574_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=8x0zQ0y-&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Ffinanza%2F20_marzo_18%2Fconsiglio-straordinario-bce-spread-271-wall-street-ancora-giu-005c0288-6969-11ea-913c-55c2df06d574.shtml .

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