KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Lichties

9 min read

 
Linneo definì Animalia come il regno di tutti gli esseri viventi. Per i Lichties, Animalia è ciò che di questo regno si palesa, oggi, agli occhi di un’umanità asservita all’apparire.
Animalia è la società odierna, bulimica di immagini, dove l’unica via di sopravvivenza rimane rinchiudersi in solitudine all’interno di un’egomania sfrenata, abbandonandosi ad ammaliare sé stessi davanti ad uno specchio, con la propria immagine trasfigurata, in cancrena.
Non c’è più alcun bisogno di guardare lontano, oggi che conosciamo tutto; possiamo tranquillamente serrarci nelle nostre esistenze animali, farne delle vere e proprie celle di clausura dove seviziarsi e sperimentare solo ed esclusivamente sul proprio corpo, non più carne ma plastica da modellare, dorare, infilzare.
Non sarà ammirando linee sinuose di un vestiario consunto o di bigiotteria che riusciremo ad espiare l’irrimediabile declino di questa umanità. Potremmo, al limite, calarci in una vasca da bagno ad attendere una morte calda e delicata, magari adornati di tendenza. Una morte fashion.
 
Tracklist:
1. Ogni Animale – 2. Capitalism Kills Love – 3. Morte Fashion – 4. Tacchi A Spillo
 
Formazione:
Marco Cacciati: voce, synth
Gabriele Azzalin: chitarre
Francesco Rovere: Basso
 
 
New Model Label di Govind Khurana,
 
Intervista
Davide
Ciao Lichties. Raccontateci la vostra storia. Quando avete iniziato e come si è evoluto il vostro progetto musicale?
 
Lichties (Marco Ash)
Se vogliamo in qualche modo fissare un punto di inizio, diciamo nel tardo 2006 quando io (Marco Ash), svincolandomi da precedenti infruttuose esperienze adolescenziali da solista nel pop-r’n’b iniziai a sperimentare, dapprima con l’electroclash, poi arricchitosi di spunti punk e industrial.
Scrissi una decina dei pezzi, li arrangiai e registrai nel mio studio domestico trovandomi già a fine 2008 con un assortito repertorio sostanzialmente autoprodotto, ma di buon livello qualitativo.
Notavo però che mancava qualcosa, i pezzi funzionavano ma mancavano di aggressività, erano troppo “morbidi”. Ebbi così l’idea di introdurre chitarra e basso punk, contattando Azza e Voveve, che conobbi ai tempi del liceo mentre erano già attivi in un gruppo hardcore punk (Anti-Patici).
Inizialmente la collaborazione con loro voleva essere solo “funzionale” alle registrazioni, mentre io desideravo portare avanti il progetto come solista.
Durante le prime session, però, sorse tra noi una nuova amicizia oltre che una sentita empatia musicale. Dunque decisi di convertire il progetto in band e nacquero i Lichties.
 
Davide
Elettronica, krautrock, punk, shoegaze… o New Wave come “macrocategoria” di appartenenza per definire forse ancora oggi qualunque musicista abbia influenze punk, senza però fare musica punk propriamente detta? Più o meno questi gli ingredienti principali della vostra musica?
Quali riferimenti o che descrizione date a chi vi chiede quale tipo di musica suonate?
 
Nella tua domanda hai già individuato quelle che sono, appunto, le nostre principali influenze.
 
Lichties
La mia passione per l’elettronica in generale (e in particolare per la coldwave anni ’80 di matrice mitteleuropea come Poesie Noire, Grauzone, Trisomie 21) si fonde con la formazione hc punk di Azza e Voveve: un connubio decisamente insolito, ma che pare funzionare bene guardando a sonorità un po’ più attuali anche rubate alla techno, pur con lo sguardo sempre rivolto ai primi 80’s.
 
Davide
Cosa vuol dire Lichties (che inizialmente, ahime, ho confuso “dislessicamente” con i Litchies in omaggio alla ciliegia della Cina)? Sembra tedesco… O è un qualche gioco di parole?
 
Lichties
Lichties viene da “Licis”, il frutto esotico dalla buccia pungente e dal gusto dolciastro e nauseante. Ma si legge “lick this”, lecca questo; qui il gioco di parole.
L’idea del nome? Ero al supermercato in inverno, e vidi una confezione di questo frutto di cui serbavo un pessimo ricordo: il loro abuso provocò una notte atroce di vomito e nausea.
 
Davide
Le canzoni sono state registrate tra il 2008 e il 2009. Perché sono passati due anni  prima della pubblicazione?
 
Lichties
In realtà “Animalia” uscì già l’anno scorso, con il nome di “Ogni Animale”, come ep promozionale autoprodotto. L’uscita ufficiale avviene solo ora con NML recs. perchè abbiamo impiegato molto tempo a trovare un’etichetta che fosse realmente interessata al nostro progetto e garantisse un buon livello di serietà e indipendenza. Riguardo a questa selezione siamo stati molto rigorosi, e visto che il mercato musicale è in crisi e le proposte non cadono propriamente dal pero tutti i giorni, ci siamo spesso trovati a rifiutare le poche collaborazioni che ci venivano proposte.
Questo ha causato l’enorme ritardo. Infatti, nel frattempo, siamo cresciuti e “Animalia” non rispecchia più esattamente le nostre attuali attitudini; ciò diventa evidente soprattutto durante i nostri live, che sono decisamente più “sporchi” e ricchi di sperimentazione di quanto ci si possa aspettare ascoltandoci su disco.
 
Davide
Perché un extended play di 13 minuti e non qualcosa di maggior durata e con altre canzoni (di cui le quattro mettono voglia a seguire)?
 
Lichties
La scelta dell’EP è stata dettata da esigenze puramente promozionali. Sarà infatti a breve (si pensa in autunno) seguito da un album integrale di 10-12 tracce la cui post-produzione è già stata completata. Lo registreremo in estate e contiamo quindi di uscire per ottobre.
L’album sarà caratterizzato da sonorità più industriali, sperimentali ed elettroniche e avrà almeno la metà dei testi in inglese.
 
Davide
Qualcosa delle foto in copertina e al suo interno mi hanno ricordato la cucina di Bowie nel videoclip di Survive. Un’associazione del tutto mia, personale… Cosa volevate rappresentare?
 
Lichties
L’artwork è stato curato da Sara Cattin, nostra cara amica nonché grandissima artista, che studia e lavora ad Amsterdam.
A Sara è anche affidata la regia del video di “Ogni Animale” di prossima uscita. Siamo convinti che abbia perfettamente colto lo spirito alienante e un po’ claustrofobico che pervade “Animalia”.
Per quanto riguarda l’analogia con Bowie, non ne eravamo a conoscenza;  ma quel video è effettivamente accostabile, se non altro per l’ambientazione “domestica” della scena.
 
Davide
In questo clima di generale declino dell’umanità che voi denunciate, cosa può ancora fare di buono la musica e, in particolare, cosa vi augurate che possa fare la vostra? 
 
Lichties
 “La musica è l’unica arte che nobilita le passioni” diceva Nietzsche. Come dargli torto.
La musica è la forma d’arte più autentica e mondana che esista, perchè è corporale, viene percepita dal corpo nella sua interezza.
Non crediamo nella musica militante, che vuole cambiare il mondo. Il nostro è piuttosto uno sfogo nichilista, fatto di grida di disperazione estrema e rassegnata. Si, forse anche un po’ fatalista.
 
Davide
Disse Eric Clapton: La musica è come il cibo. Se ne mangi solo di un tipo, finisci per essere denutrito. Di quale musica, oltre alla vostra, vi nutrite e quali sono i dischi che avete più apprezzato negli ultimi due anni?
 
Lichties
In realtà della nostra musica proprio non ci nutriamo. Non riusciamo più ad ascoltare molti pezzi, soprattutto quelli di “Animalia” che tra varie session di registrazione, mixaggio e live iniziano davvero a nausearci.
Noi proveniamo da background differenti: Azza e Voveve vengono dall’hardcore punk (hanno anche una band di questo genere, “Anti-Patici”); io (Marco) vengo dal post-punk e dalla coldwave mitteleuropea.
Dischi recenti che abbiamo apprezzato? Ce ne sono diversi, ma menzioneremmo l’album di Fever Ray (aka Karin Andersson, metà Knife) del 2009 che è un vero capolavoro. Ma apprezziamo molto anche gli ultimi Ladytron, ad esempio.
 
Davide
Cantate in inglese e in italiano. Cosa fa propendere ora per una e ora per l’altra lingua?
 
Lichties
Scrivere in italiano è infinitamente meglio, in quanto lingua nativa e dotata di una varietà lessicale assolutamente superiore all’inglese. Ciò rende l’italiano molto più poetico e autentico.
Purtroppo però la lingua italiana non è ben recepita nel mercato internazionale della musica “altra”, quindi stiamo gradualmente virando verso l’inglese che se non altro ci garantirà una maggiore diffusione in mercati a noi certamente più consoni. 
 
Davide
Perché vi siete affidati a una masterizzazione a The Exchange studios di Londra? Cosa c’è di ancora diverso nel suono tra l’Italia e l’Inghilterra?
 
Lichties
Ci siamo rivolti agli Exchange, e in particolare a Nils Patel, in quanto  adoriamo il suono che è riuscito a conferire a una molteplicità di celebri artisti (Bjork, Crystal Castles, Chemical Brothers solo per citarne alcuni).
Abbiamo assistito personalmente alle session di mastering, rimanendo sbalorditi dalla quantità di outboard analogico utilizzato e dalla maestria con cui veniva padroneggiato.
I nostri pezzi, usciti di lì, suonavano in modo completamente diverso; senza che fossero stati modificati arrangiamenti o livelli.
Inoltre il mastering all’estero tende, paradossalmente, ad essere più economico rispetto a studi “nostrani” di alto livello.
 
Davide
Biella, Torino, Milano… le vostre città. È la prima volta che mi capita di parlare di Biella. Com’è la scena musicale biellese?
 
Lichties
Domanda di riserva? Concedici l’ironia… A Biella ci sono molte band… Ma esiste una bellissima realtà molto attiva, un collettivo dal gaudente nome “Musichedimerda” a cui partecipano una moltitudine di progetti di musica sperimentale: spazia dall’industrial al noise, dalla techno alll’ambient passando per witch-house, spoken, free jazz…Insomma un universo di musicisti davvero promettenti e molto coesi, uniti da una comune attitudine.
Organizziamo quasi mensilmente dei secret show autogestiti e autofinanziati, dove a rotazione si esibiscono le varie band.
Possiamo tranquillamente asserire che in nessun altro luogo d’Italia, neanche nelle grandi città, possa esistere una realtà del genere.
 
Davide
Cosa state facendo ora e che cosa per il futuro?
 
Lichties
Presto partirà un mini-tour per promuovere questo primo EP. Nel frattempo, durante l’estate, lavoreremo per completare l’album previsto per il prossimo autunno.
Tutti noi, inoltre, coltiviamo dei side-project: io (Marco) ho da qualche mese  avviato una band witch-house/post industrial, “Cyndies”, a cui sto lavorando molto in questi tempi; Azza e Voveve suonano nella “Grande Industria del Vuoto”, band hc punk che sta registrando un primo album, alla cui realizzazione sto collaborando.
 
Davide
Una volta la grande cosa del rock and roll (perché in fondo è ancora tutto rock and roll) era che chiunque poteva diventare una star. Oggi?
 
Lichties
Se davvero ancora si può parlare di r’n’r in un mondo di cloni, viscidume e gente annoiata che fa musica per diletto o peggio a scopo meramente speculativo, oggi per noi significa distinguersi.
Distinguersi dalle masse, avere il coraggio di mettersi continuamente in discussione, convinti di non aver mai raggiunto alcuna meta o alcun punto fisso.
L’attitudine, in tutto ciò, è essenziale. È pieno di band senz’anima, che trasudano falsità e tedio, visibilmente costruite. A volte capita di rimpiangere le boyband degli anni 90: almeno loro erano schietti e coerenti nella loro plasticosa artificiosità, non scimmiottavano nessuno.
Gente che si riempie la bocca di paroloni come “post punk revival” o “nu-surf”…in realtà non ha proprio nulla di nuovo da dire.
 
Davide
Grazie e… à suivre.
 
Lichties
Grazie a te, a presto!

Commenta