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Intervista con Gianluigi Giorgino

5 min read
È uscito il primo album solista di Gianluigi Giorgino:
FEELING UNREAL“.
 
Il disco è un “viaggio” tra suoni surreali e assoli di chitarra che si intrecciano ai virtuosismi della batteria di Giulio Rocca e del basso di Fabio Capone e Federico Pecoraro in una trama armonica sempre imprevedibile ed emozionante.
È disponibile in formato digitale su oltre 150 on line stores.
Il CD, con 2 bonus track, è acquistabile sulla pagina “Store” del sito
 
 
“Feeling Unreal” è un viaggio sonoro tra sonorità psichedeliche vicine ai Pink Floyd, al progressive, all’alternative metal e alle peculiarità chitarristiche di Steve Vai.
 
 
Tracklist
Grace / Brain Washing / The Soul Catcher / Room 1136 / I am your Voice / Freezing in Space / Mailman Blues / Icarus / In my Room. 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Gianluigi. Cos’hai fatto prima di questo esordio a tuo nome, quali studi, quali esperienze?
 
Gianluigi
Innanzitutto, ho studiato tanto. Anche dopo aver conseguito il diploma di “Professional Guitar Player”, presso il Musicians Institute (G.I.T.) di Los Angeles, ho sempre continuato ad approfondire la conoscenza della musica e della tecnica chitarristica applicata ai vari generi musicali. Ho suonato con diverse band e registrato le chitarre per diversi artisti emergenti. Nel 2002 ho iniziato la mia attività di fonico freelance e da cinque anni lavoro nel mio studio di registrazione: “Giallo Recording Studio”.
 
Davide
Come sono nati i brani che compongono “Feeling Unreal” e intorno a quali temi, idee e suggestioni preminenti e più ricorrenti?
 
Gianluigi
Il mio approccio alla composizione è assolutamente casuale ed estemporaneo. A volte sono molto ispirato e le idee si sviluppano piuttosto velocemente, ma ci sono anche tantissime tracce che registro e abbandono perché, riprendendole, faccio fatica a trovare e a restituire un’emozione.
 
Davide
A chi devi qualcosa più di altri nella ricerca della tua tecnica chitarrista più personale?
 
Gianluigi
La mia tecnica chitarristica è un mix che ha preso forma, lentamente e inconsapevolmente, studiando gli stili di tutti i chitarristi che più mi piacciono e mi emozionano. Probabilmente, David Gilmour e Joe Satriani hanno influenzato più di altri il mio stile e il mio gusto musicale, ma anche Steve Lukather o Steve Vai hanno avuto la loro importanza.
 
Davide
E nella composizione?
 
Gianluigi
L’ascolto di tanta musica strumentale ha inciso sicuramente tanto sulla mia creatività, ma anche lo studio dell’Armonia gioca un ruolo fondamentale sugli arrangiamenti e sulla mia tecnica compositiva. Mi piace molto modulare i brani con continue evoluzioni ritmiche ed armoniche.
 
Davide
“Feeling Unreal” è un lavoro strumentale molto ben equilibrato, in cui la tecnica chitarristica non prevarica sull’insieme armonico. Se per una buona canzone dev’essere presente un certo equilibrio tra la parte musicale e quella testuale, come persegui lo stesso equilibrio tra gli altri strumenti e la tua chitarra solista? Come ti accorgi se con la tua chitarra stai “dicendo” troppo o troppo poco?
 
Gianluigi
Cerco di seguire il mio istinto, quindi il mio orecchio e il mio gusto.Registro ogni idea che il mio istinto musicale mi suggerisce, ma elimino anche tanto cercando di evitare parti troppo macchinose e superflue.
 
Davide
Quali sono le tue chitarre preferite? Quale più di tutte, trovandoti nella possibilità, ti piacerebbe poter possedere tra quelle appartenute a grandi chitarristi e perché?
 
Gianluigi
Ho diverse chitarre, ma la mia preferita è una Fender Stratocaster Vintage ‘62 ed è la chitarra con cui ho registrato quasi tutte le parti di “Feeling Unreal”. Ci sono tantissime chitarre che mi piacerebbe avere per il loro straordinario suono. Penso a quelle di Jeff Beck, B.B. King, Steve Lukather, Steve Ray Vaughan, ma, dovendo scegliere, opterei per la “Black Strat” di David Gilmour.
 
Davide
C’è una traccia intitolata “Room 1136″… Alludi a quella dello MGM Grand Hotel di Detroit in cui si è tolto la vita Chris Cornell?
 
Gianluigi
Esattamente! Chris Cornell, con i Soundgarden, i Temple Of The Dog ed il suo “Euphoria Morning”, mi ha dato tanto con la sua voce e il suo grande talento compositivo. Room 1136 è un mio piccolissimo tributo all’ultimo mito del Grunge.
 
Davide
Mailman blues… Il giornalista Giovanni Scarfoglio ha scritto che il blues è sconfitta: un vincente non potrebbe mai portarsi il blues dentro. Il blues non ama i vincenti, si allontana quando ne sente l’odore. Il blues è la rivincita dei perdenti, il blues è il pane degli sconfitti. Cos’è invece per te?
 
Gianluigi
Da musicista, non posso che amare il Blues e sono convinto che sia un genere che bisogna necessariamente conoscere e studiare per la propria crescita artistica, a prescindere dallo strumento suonato e dall’essere un vincente o un perdente.
 
Davide
E il rock? Cos’è ancora il rock prima di tutto e dopotutto?
 
Gianluigi
Prima e dopotutto, il Rock è il suono della libertà, della ribellione, del disagio, della rabbia e del senso di alienazione.  Anche il rock, come il blues, è stato il punto di partenza per la nascita e l’evoluzione di altri generi musicali e credo che, in fondo, è un genere che non morirà mai.
 
Davide
Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall’ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole; il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì. È un caso o è voluto che il brano in cui hai usato più virtuosismi lo hai intitolato “Icarus”? Una sorta di tuo avvertimento a tutti i virtuosi della chitarra? Qual è il tuo rapporto con il “virtuosismo” perché non ti prenda troppo la mano? Qual è e cos’è per te il limite?
 
Gianluigi
“Icarus” è un pezzo che ho composto e registrato un po’ di anni fa, senza nessuna pretesa se non quella di esprimere al meglio il mio concetto di virtuosismo chitarristico musicale.
È un aspetto, quest’ultimo, su cui ho lavorato molto e per diversi anni… sono convinto che la tecnica senza la musicalità trasmetta poco o niente. 
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Gianluigi
Sto preparando lo spettacolo live con gli stessi straordinari musicisti che hanno registrato nell’album: Giulio Rocca, Fabio Capone e Federico Pecoraro.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 

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