John Strada – “Mongrel” – il nuovo album in inglese con la partecipazione di Jono Manson, Bocephus King, James Maddock, Michael McDermott
dal 4 novembre 2016 – in cd e digitale da New Model Label
“Mongrel” è il 7° album del cantautore emiliano John Strada, il suo primo in inglese, realizzato con la collaborazione di Jono Manson, musicista e produttore americano noto in Italia per il suo lavoro con i Gang ma anche per colonne sonore come “The Postman” con Kevin Costner. L’album comprende alcuni brani che da anni sono parte del repertorio di John Strada, e che spesso sono nati proprio in inglese, con la presenza di nuovi arrangiamenti, ospiti internazionali e tre bonus track. “Mongrel”, dal titolo, riprende l’intenzione del precedente album “Meticcio”, termine dal significato affine e la porta oltre, all’insegna della contaminazione ed è figlio delle esperienze internazionali e tra queste la partecipazione al “Light Of Day” festival nel gennaio del 2015, ad Asbury Park, nel New Jersey, evento benefico a cui partecipa ogni anno Bruce Springsteen. Il risultato è un album decisamente rock: “Headin’ Home”, “Who’s gonna drive”, “You’ve killed my heroes”, ma presenta anche sfumature soul come in “Ain’t Gonna Get Up” o folk con l’uso di fisarmonica e mandolino come “In the Fog” di struggenti ballate: “Christmas In Maghreb” e “Promises” e anche l’uso sapiente di elettronica come in “Free Through The Wind” (dedicata a Guglielmo Marconi) e “I’m laughing”. Tutte le canzoni sono state scritte da John Strada e arrangiate insieme alla sua inseparabile band: The Wild Innocents. Alle registrazione hanno partecipato alcuni ospiti americani molto rispettati tra gli amanti del rock e del roots, da Bocephus King, artista canadese vincitore nella categoria stranieri del Premio Tenco 2015 e Micheal McDermott, popolare songwriter di Chicago, James Maddock da New York, co-autore di “Promises”, e Jono Manson, che duetta con John Strada in “Headin’ Home”.
Tracklist: 1. Headin’ Home feat Jono Manson/ 2. Who’s Gonna Drive / 3. He Was Magical / 4. Promises feat James Maddock/ 5. You’ve Killed All My Heroes/ 6. Ain’t Gonna Get Up / 7. I’m Laughing feat Michael McDermott / 8. Dust And Blood 9. ) Johnny & Jane feat Bocephus King / 10. In The Fog / 11. Free Through The Wind / 12. Christmas In Maghreb / 13. The Mistletoe’s Burning (Bonus Track) / 14. Here I Am (Bonus Track) / 15. Walking On Quicksand (Bonus Track)
The Wild Innocents: Dave Pola – chitarra elettrica – Alex Cuocci – Batteria – Daniele “Hammond” De Rosa – Tastiere – Fabio Monaco – Basso
Ciao e ben ritrovato su Kult Underground. Anche se non sei nuovo a esperienze negli States, “Mongrel” ti consacra e consegna ufficialmente al mercato statunitense. Che significato ha per te a questo punto del tuo “sogno” e della tua carriera?
John
Ciao grazie a te per avermi invitato ancora su Kult Underground. Ho sempre saputo che avrei scritto un disco in inglese prima o poi e finalmente è arrivato il momento. È un’esperienza molto importante per me perché ho sempre ascoltato musica anglofona, musicalmente vengo da li. Non parlerei di un sogno che si avvera ma di un progetto che finalmente prende luce. Il sogno è che faccia successo in Italia e all’estero.
Davide
Com’è arrivata la produzione di Jono Manson, per altro non nuovo ad artisti italiani (ricordo, oltre ai gang, quella con Barnetti Bros Band, cioè Massimo Bubola, Massimo Larocca e Andrea Parodi)?
John
Conosco Jono da qualche anno. Grande professionista e persona meravigliosa. Non ricordo bene dove ci siamo incontrati, probabilmente ad un festival di Andrea Parodi. Poi Jono è venuto a suonare per il cd dal vivo “The Silver lining” per ricordare il terremoto che ha colpito l’Emilia. In quell’occasione ha registrato con me “Headin’ Home”. È stato eccezzionale e allora gli ho chiesto se volesse produrre la parte vocale di “Mongrel” e lui ha accettato.
Davide
Molte delle tue canzoni in italiano dunque nascevano in inglese? Perché le traducevi in italiano e cosa hai provato nel cantarle riportandole alla loro lingua originaria?
John
No, no. Solo “Free through the wind” e “The mistletoe’s burning” sono nate in inglese, le altre in italiano. Ho deciso di farle in inglese perché le musiche si prestano molto a quella lingua. Non ho fatto traduzioni. Ho cercato di comunicare il messaggio originale raccontando le storie in modo diverso, più adatto per la cultura anglosassone
Davide
E poi, oltre a Jono Manson, l’apparizione di ospiti della nuova scena rock cantautorale americana come Bocephus King, Micheal McDermott, James Maddock… Come nasce e impreziosisce la loro collaborazione a “Mongrel”?
John
Sono artisti che stimo moltissimo. Ci siamo conosciuti in vari festival o concerti e come è capitato con Jono è nata da subito una bella amicizia che si è evoluta in collaborazione musicale. Credo siano bellissime queste collaborazioni nate direttamente dagli artisti e non imposte dalle case discografiche
Davide
Perché Bruce Springsteen è un riferimento così importante per te?
John
Bruce e la sua musica mi hanno accompagnato per tutta la vita. Mi ha dato emozioni fortissime e il suo impegno verso la musica la sua genuinità hanno segnato la mia vita in modo positivo. Questo non significa che mi piaccia tutto quello che fa ma rimane un grande punto di riferimento. Non l’unico però.
Davide
Quali le tappe di un tour con i Wild Innocents? Cosa è previsto per portare John Strada e Mongrel negli States o a un livello di mercato più internazionale?
John
Abbiamo già cominciato a promuovere “Mongrel” sia full band che in acustico in giro per l’Italia. Siamo andati al Mattorosso di Montebelluna, abbiamo suonato in Toscana e varie date in Emilia. Dal 19 al 23 Aprile faremo un tour in Calabria dove probabilmente torneremo in Estate. Ci stiamo accordando per delle date in Lombardia e Piemonte e sembra anche Napoli. Per suonare all’estero l’organizzazione è decisamente più complessa ma vedremo cosa si riuscirà a fare.
Davide
Qualche giorno fa è morto un altro grandissimo, Leonard Cohen. La prima generazione di uomini e donne che hanno fatto grande il rock (nella sua accezione più ampia e varia), per ragioni anagrafiche, se ne sta ineluttabilmente andando. Che tipo di responsabilità è per te nel pensarci?
John
Se ne stanno andando personalità artistiche di enorme talento. I grandissimi! Lasciano una grande eredità, i nuovi rockers e songwriters devono cercare di entrare nel solco da loro tracciato e continuarlo con una voce nuova. Io credo che chi scrive canzoni e fa musica debba farlo onestamente, seguendo il proprio gusto, istinto, la propria arte. A prescindere dal successo questo è quello che tutti noi, famosi o sconosciuti songwriters, dobbiamo fare per continuare il cammino dei grandi che ci hanno preceduto.
Davide
Grazie e à suivre…
John
A presto!
Biografia: John Strada è nato in una singolare borgata al crocicchio fra le province di Bologna, Ferrara e Modena. Negli anni ’90 escono i primi suoi due LP: “Senza Tregua” e “Cavalli Selvaggi”. In seguito si trasferisce per qualche mese a New York dove frequenta la scena musicale del Greenwich Village e si esibisce da solo unplugged al mitico Rock’n’roll cafe di Bleeker Street. Successivamente si trasferisce per tre anni a Londra e comincia a suonare in vari club della città. Continua a scrivere musica e a registrare canzoni con diversi musicisti. Torna in Italia e fa uscire il terzo cd “Pezzi Di Vita” che contiene tredici canzoni inedite, ovviamente scritte da lui. La vera forza di John Strada però scaturisce nei concerti dal vivo. Le sue canzoni vengono caricate di un’energia nuova e pulsante. La band riesce a mantenere lo spirito del rock più viscerale e il calore del Soul più intenso. I concerti vengono spesso arricchiti anche con varie cover che variano a seconda dell’atmosfera della serata. Questi ragazzi si sono esibiti su vari palchi italiani fra i quali, il Gilgamesh di Torino, il Naima Club di Forlì dove hanno aperto il concerto della mitica band irlandese The Commitments e successivamente, dei Jefferson Airplane e di Southside Johnny and the Asbury Jukes. In seguito, John e la sua band vengono invitati a suonare a Londra per un concerto al O’Neals Pub di Kings Cross. Il concerto è stato recensito anche su Italians, rubrica curata da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera. Nell’estate del 2004 è uscito “Ho voglia di…” un EP con quattro canzoni presentato alla finale del Bologna Music Festival ripreso da MTV. In John convivono un’anima rock e un’anima acustica e comincia a suonare anche in trio (chitarra, fisarmonica e mandolino) e comincia un tour per i teatri e piccoli locali. L’esperienza del trio influenza molto la composizione dei nuovi brani, tanto che John maturerà un album di canzoni nuove completamente acustiche. Nel 2008 esce “Dalla Periferia dell’Anima”, cd realizzato in studio con l’Acoustic Sound Machine, una band a 8 elementi fra i quali il chitarrista brasiliano Nelson Machado. Le canzoni trattano temi molto intensi, come il forte disagio giovanile, la meschinità dell’uomo, la tragedia di immigrati trattati come schiavi, le difficoltà di una società che sta cambiando ma non riesce ad accettarlo. In realtà non si tratta solo di un cd musicale, ma di un progetto più ambizioso: un tentativo di unire musica, letteratura e pittura. Il libretto interno contiene 10 racconti scritti dallo scrittore bolognese Gianluca Morozzi che riprendono i testi di John e 10 foto dipinte del fotografo/pittore Andrea Samaritani (Espresso, Qui Touring, ecc.) che arricchiscono l’espressività dalle canzoni. Nel Novembre 2010 è uscito su il dvd che ritrae una di quelle magiche serate: “Live dalla periferia dell’Anima” e continua il tour nei teatri, locali, e in versione ridotta (trio), scuole e biblioteche. Nel 2011 John imbraccia ancora una volta la chitarra elettrica e registra “Live in Rock’a” ed in seguito il gruppo è stato invitato a suonare all’Hard Rock Cafè di Firenze per il concerto finale di una settimana che il popolare ristorante americano ha dedicato a Bruce Springsteen. John inoltre è tornato ad esibirsi a New York nel 2013, ospite del grande James Maddock e poi ancora nel gennaio del 2015, quando ha partecipato al Light Of Day, evento benefico presso lo Stone Pony di Asbury Park, New Jersey, dove è ospite abituale Bruce Springsteen e dove John Strada è salito sul palco per il gran finale.
Davide Riccio, di Torino, educatore, musicista polistrumentista, compositore, scrittore e giornalista. Svolge l’attività di educatore. Ha pubblicato poesie e racconti su svariate antologie e riviste dal 1985 ad oggi.
Suoi libri: Povertissement (Genesi editrice, 2006), Sversi (Libellula Edizioni, 2008), Neumi – Cantus Volat Signa Manent (libro illustrato con cd musicale, Genesi editrice, 2011), Bowie.It – Italian Bowie (e-book Kult Underground, 2019), Solo a Torino (Albatros, 2019), Raccolti (Oedipus, 2019), “Poesie fuoriporta” (Campanotto Editore, 2019), La banca dei reincarnati (romanzo, Genesi editrice, 2021), Poi Sia (Genesi editrice, 2021), “Il Musico – Una storia ritrovata”, biografia di David Rizzio, prefazione di Sergio Soave (Genesi, 2022), “A qualsiasi titolo” (Genesi, 2022), “Italian Bowie – Tutto di David Bowie visto in Italia e dall’Italia” (Arcana, 2023).
Dal 1999 ha collaborato con quotidiani e periodici (Torino Sera, La Val Susa, Oblò). Dal 2004 scrive di musica e cura interviste con gruppi musicali e musicisti italiani e internazionali per la e-zine Kult Underground.
Dal 2013 ad oggi ha realizzato programmi radiofonici tematici come autore e speaker per la webradio torinese Radio Banda Larga, RadioArte e Webradio Network.
Dal 2010 ha curato o preso parte ad alcuni cortometraggi e lungometraggi di fiction e documentari come regista, autore o co-autore, attore o voce narrante. Suona e compone musica, ha pubblicato lavori come ospite, a nome proprio o con l’aka DeaR o in diversi gruppi e progetti. Suoi ultimi lavori sono il doppio cd “New Roaring Twenties/Human Decision Required” (New Model Label, 2021) e “Out of Africa” (Music Force, 2021), “Mon Turin” (Music Force, 2022), “DeaR me!” (2023).
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